L'ESCORT ROMENO CHE HA PASSATO LA NOTTE CON LUCA MORISI RILASCIA INTERVISTE A GIORNALI UNIFICATI MA NEI SUOI RACCONTI C'E' PIU' DI UNA CONTRADDIZIONE: 1) LA PROVENIENZA DELLA BOTTIGLIA CON LA DROGA LIQUIDA 2) LA TEMPISTICA E LA MODALITA' DELLA CHIAMATA AI CARABINIERI 3) LA FUGA: A PIEDI O IN MACCHINA? C'E' STATO UN INSEGUIMENTO? 4) SE ERA COSI' STRAFATTO COME DICE, COME HA AVUTO LA LUCIDITA' DI CHIAMARE LE FORZE DELL'ORDINE? 5) E SE STAVA COSI' MALE, PERCHE' NON CHIAMA L'AMBULANZA MA I CARABINIERI? 6) QUANTE PERSONE C'ERANO AL FESTINO? PERCHE' IN UN'INTERVISTA ESCLUDE LA PRESENZA DI UN QUARTO UOMO E IN UN'ALTRA FA RIFERIMENTO AI SUOI "AMICI"...
1 - «CI CONTATTÒ MORISI IN QUELLA NOTTE DI SESSO E DROGA ERAVAMO SOLO TRE»
Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"
La voce arriva da un luogo indefinito della Romania. «Sono io» dice, confermando che sì, lui è proprio Petre, uno dei due rumeni del caso Morisi, l'ex social media manager di Matteo Salvini. Per intenderci: è il ventenne che il pomeriggio del 15 agosto ha consegnato ai carabinieri la droga che secondo lui era a casa dell'inventore della «Bestia». Il verbale descrive «una bottiglia (da succo di frutta) quasi piena in vetro, del volume di 125 ml, che lui stesso asseriva essere della droga da stupro (ghb)».
Dove si trova?
«Sono in Romania per cure mediche, non sto bene. Sono stato male per il consumo della droga. Ora sono a casa mia, va un po' meglio ma sono stato davvero male».
Si ricorda cos'è successo la notte fra il 13 e il 14 agosto a casa di Morisi?
«Certo che me lo ricordo, ovvio. L'ho tenuto da parte nella mente. È stata la sera che mi ha rovinato la vita».
E perché?
«Perché mi sono accadute molte cose. Sono stato fuori di testa per diversi giorni. Malissimo».
Questo perché aveva consumato troppa droga?
«Sì».
Che tipo di droga?
«Beh... lo sapete già che cosa».
La droga dello stupro?
«Anche».
Cocaina?
«Sì».
Si dice che in quella casa eravate in quattro: Morisi, lei, il suo amico rumeno e un quarto uomo. È vero?
«No. Io non ho visto nessun quarto uomo. Eravamo in tre. Io, l'altro ragazzo rumeno e Morisi».
Come l'ha contattata Morisi?
«Non ha contattato me ma l'altro ragazzo. Gli ha detto che voleva fare qualcosa con due persone e allora lui gli ha presentato me via chat».
Vi conoscevate già, voi ragazzi?
«Sì, lo conoscevo. Anche lui ha il profilo sul mio stesso sito di incontri».
Quindi siete andati da lui e avete passato una notte a base di...
«Sesso e droga»
Parliamo della droga: ce n'era tanta?
«Questo argomento se vuole lo approfondiamo sabato davanti a un caffè quando torno in Italia».
Sì. Ma per capire: era solo una sniffata? Perché carabinieri ne hanno trovata meno di due grammi...
«Beh, certo... dopo che è stata consumata tutta... Però di questo, davvero, parliamo davanti a un caffè. Io posso solo dire che la droga non l'ho portata io. E delle droghe che ho visto lì dentro - dalla cocaina alla ghb - ho detto tutto ai carabinieri. Sono stato io a chiamarli».
Ah sì? Quindi non è vero che l'hanno fermata durante un controllo di routine. «Assolutamente no. Li ho chiamati io appena fuori da quella casa».
E perché?
«Ero stravolto, stordito. Stavo malissimo. Volevo chiedere aiuto a loro per andare in aeroporto e partire. Appena siamo usciti dalla cascina di Morisi e appena mi sono un po' ripreso ho visto delle persone. Ricordo un signore al quale ho detto: ti imploro, chiama la polizia, ho bisogno di aiuto. Mi ha risposto: chi sei? Da dove sei apparso? E allora ho chiamato io».
Quindi per questo il verbale dice che l'intervento è allo stesso indirizzo dell'abitazione di Morisi. Lei può dimostrare quello che racconta?
«Certo. A un mio amico ho mandato tutto quello che ho: i contatti scambiati sul telefonino, le chiamate, una conversazione... gli ho detto di conservare tutto, glieli ho girati apposta».
Scusi. Ma perché Morisi avrebbe dovuto darle una bottiglietta quasi piena di droga?
«È successo questo: quando sono uscito dalla casa ero strafatto. Chiamo i carabinieri, arrivano. Mentre gli sto raccontando che cosa è successo mi viene sete perché sto male e vado a prendere in macchina l'acqua che ho nello zaino. È lì che vedo la bottiglietta e la consegno ai carabinieri, dico che cos' è e che viene dalla casa di Morisi. Quella roba era sua. Però io dalla casa sono uscito senza lo zaino, si vede nelle foto anche. Lo aveva preso l'altro ragazzo».
Quindi chi gliel'ha messa nello zaino?
«Non so. Uno dei due che era a casa con me, direi».
Quella notte sono state fatte fotografie o filmati?
«Non ricordo nessuna foto. Non credo».
Quanti soldi le ha dato Morisi per le ore passate da lui?
«A dire il vero ancora niente perché la carta era bloccata, c'era qualcosa che non andava».
In ogni caso: quanto gli aveva chiesto?
«Più di quanto vale una notte».
E cioè?
«1.500 euro».
È una cifra elevata.
«Ci aveva detto che lui pagava per avere compagnia ma il patto era che voleva usare la droga perché voleva divertirsi. Per queste cose si paga».
2 - "LA NOTTE CON MORISI MI HA DEVASTATO AVEVA LUI LA COCAINA"
Niccolò Zancan per "la Stampa"
Da un paese vicino a Bucarest, risponde al telefono un ragazzo stravolto. «Tu vuoi parlare. Ma io cosa ci guadagno? Sono stressato, stressato, stressato. Devo riposarmi. Quello che è successo mi ha distrutto la vita. Non riesco a dormire, sto malissimo. Però credo di aver aperto gli occhi a tutta Italia. Tornerò presto, forse già sabato, per spiegare ogni cosa. Ho avuto paura di morire».
È stato lui a chiamare i carabinieri dopo il festino a casa di Luca Morisi, il 14 di agosto. Lui che ha svelato l'ipocrisia dietro alla macchina del consenso leghista, di giorno sempre pronta a infierire sulle debolezze altrui, ma di notte anch' essa debole come tutti. Il ragazzo invitato al festino tramite l'intermediazione di un suo amico romeno, a sua volta presente, delirava e stava male per la droga consumata: «Non capivo più niente, non mi era mai successa una cosa così spaventosa. A un certo punto, sono corso via».
È nato nel 2001. Da dieci anni è in Italia, facendo avanti e indietro. La prima della sua famiglia a trasferirsi è stata la madre, cameriera in un ristorante di Roma. Poi è arrivato lui, a sua volta a cercare fortuna. A fare provini nel mondo dello spettacolo e comparsate televisive: «Sono stato in un programma di Gold Tv, ho fatto il modello e spero di avere altre possibilità».
Fino a quando si è trasferito a Milano. Profilo su Grinder. Ciuffo laterale, labbra splendide, sopracciglio inciso e scolpito: un ragazzo di vent' anni.
Come è nato quell'incontro con Luca Morisi?
«Ho una figlia piccola. Mia madre è stata ricoverata in ospedale. Era un periodo davvero di merda, non l'avrei mai fatto altrimenti. Quando il mio amico mi ha detto di quella possibilità, ho deciso di accettare. Avevo bisogno di soldi».
Quanto era il guadagno pattuito?
«Quattro mila euro da dividere in due. Il mio amico ha ricevuto un bonifico di 2500 euro da Luca Morisi sul suo conto. Me ne ha dati 500 e siamo partiti. Da Milano a Belfiore in auto, dovevano passare la giornata insieme. All'inizio andava tutto bene, è stato tranquillo».
Chi ha portato la droga?
«Era in casa, io non lo so. Ma è stato Morisi a offrirmela».
È stato costretto a consumarla?
«No, questo no, assolutamente. Solo che mi ha preso malissimo, non mi era mai successa una cosa del genere. Mi sembrava di impazzire. Era un delirio. A un certo punto volevo andarmene, ma gli amici che erano lì con me mi hanno detto di restare».
E poi?
«Ho provato a resistere. E poi non ce l'ho più fatta e sono scappato lungo strada, fuori mi hanno visto mentre me ne andavo a piedi. Ma mi hanno inseguito e preso. Volevo scappare, sono tornato. Più tardi, quando siamo ripartiti in auto, sono io che ho telefonato ai carabinieri. Io che gli ho spiegato dove avevo preso quella roba».
Lei sa chi è Luca Morisi?
«L'ho scoperto dopo. Credo che questa storia apra gli occhi a tutta Italia, anche a me li ha aperti. Solo che adesso sto male e sono preoccupato. Tengo una figlia. Adesso sta con me».
E poi, dopo quella sera del 14 agosto, dopo i carabinieri e la perquisizione a casa Morisi, cosa è successo?
«Sono stato così male, che sono finito in ospedale tante volte. Ho chiesto ai miei genitori di aiutarmi, sono loro che mi hanno portato in Romania. Non mi sono ancora ripreso. Te l'ho detto: sono stressato, mi stanno chiamando cinquantamila mila persone, cinquantamila giornalisti. Avevo una vita normale prima di questo disastro. Adesso devo riposarmi, devo prendermi cura della mia famiglia. Ci vediamo sabato in Italia».
Ma i soldi? Poi li avete ricevuti quei 4 mila euro?
«Il secondo bonifico non è mai arrivato». La nostra telefonata finisce qui. Ma il ragazzo di vent' anni ai carabinieri aveva già raccontato un particolare importante: «A casa di Luca Morisi c'erano i piatti con la cocaina sopra. Se mi seguite vi indico anche la libreria al primo piano dove la teneva: lo so bene perché durante la serata più volte il padrone di casa è andato lì a prenderla».
Questa è la storia per voce di uno dei suoi protagonisti. Sulla provenienza delle sostanze stupefacenti, la cocaina e la cosiddetta droga dello stupro, si giocherà la battaglia legale: tutti scaricano la colpa sul prossimo. Luca Morisi, tramite il suo avvocato Fabio Pinelli, ha annunciato che è pronto a spiegare agli investigatori perché ci fossero quasi due grammi di cocaina nel suo appartamento di Belfiore. Per tutto il resto, sarebbe stata una storia privata, soltanto privata. La storia di un ragazzo partito da Bucarest e quella di un potente uomo politico italiano finiti, alla vigilia di ferragosto, a incrociare i loro destini per quattro mila euro.
“QUELLA NOTTE MI HA DISTRUTTO LA VITA” – FERMI TUTTI: PARLA L’ESCORT ROMENO 20ENNE CHE HA PARTECIPATO AL FESTINO A CASA DI MORISI...