L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE CHE CI PIACE - LA DEPUTATA AMERICANA JENNIFER WEXTON, CHE HA PERSO LA VOCE A CAUSA DI UNA MALATTIA NEURODEGENERATIVA, È TORNATA A "PARLARE" GRAZIE A UN PROGRAMMA DI IA, CHE HA UTILIZZATO VECCHIE REGISTRAZIONI DI SUOI DISCORSI E APPARIZIONI - LA TECNOLOGIA HA ANCORA DEI DIFETTI, MA POTREBBE ESSERE UTILIZZATA PER AIUTARE ALTRI PAZIENTI CON DISABILITÀ: "NON SARÒ MAI IO. MA SONO PIÙ IO DI QUANTO AVREI MAI POTUTO SPERARE E HO INTENZIONE DI TRARNE IL MASSIMO…" - VIDEO

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Estratto dell'articolo di Monica Ricci Sargentini per il "Corriere della Sera"

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La sua capacità oratoria era sempre stata la sua carta vincente ma la deputata Jennifer Wexton pensava che sarebbe rimasta solo un ricordo dopo che, poco più di un anno fa, le era stata diagnosticata la paralisi sopranucleare progressiva (Psp), un rara malattia neurodegenerativa che l’ha portata a parlare con difficoltà e a camminare con un deambulatore.

 

Lei, un’ex procuratrice della Virginia che da più di 20 anni si spende per la sua comunità, all’inizio ha utilizzato un’app tradizionale di sintesi vocale ma la voce che usciva dal computer era metallica, senza enfasi. […]

 

Così, lo scorso settembre, la deputata democratica, 56 anni, aveva annunciato che avrebbe gettato la spugna e non si sarebbe ricandidata preparandosi ad un inesorabile declino. La tecnologia, però, le ha riservato una sorpresa. E, ieri, a Washington, quando si è alzata per parlare, nell’aula è risuonata la voce di un tempo, […] riprodotta grazie a un potente programma di intelligenza artificiale che ha utilizzato vecchie registrazioni di suoi discorsi e apparizioni. Quello di Wexton è stato il primo discorso pronunciato alla Camera dei Rappresentanti da una voce clonata. […]

 

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Lei ha confessato all’ Associated Press , che l’ha intervistata nei giorni scorsi nella sua casa a Leesburg, in Virginia, di essere ancora incredula per l’accaduto: «Quando ho sentito per la prima volta la mia voce clonata ho pianto per la gioia, non avrei mai pensato che sarebbe potuto accadere». Certo la tecnologia non è perfetta. Nelle conversazioni normali il tono risulta troppo altisonante proprio perché usato per eventi pubblici, quindi può apparire fuori luogo. «Ai miei due figli non piace» ha confessato lei. E poi parlare diventa macchinoso perché i pensieri vanno prima scritti e poi vengono letti dal programma di Ai. «Alla fine, non sarò mai io. Ma sono più io di quanto avrei mai potuto sperare e ho intenzione di trarne il massimo».

 

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[…] «Voglio essere una voce, anche una voce dell’intelligenza artificiale, per gli americani che affrontano sfide di accessibilità e altre disabilità perché troppo spesso le persone ci vedono solo per quello», ha affermato.

 

[…] Quello che bisogna combattere, invece, sono le truffe, la diffusione di falsi messaggi politici grazie alla tecnologia. La deputata assicura di esserne consapevole e di aver assunto un team di consulenti per proteggere la sua identità.

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