L'ITALIA È SOLO UN PONTE PER L'EUROPA: I MIGRANTI NON VOGLIONO RESTARE - NEGLI ULTIMI 13 ANNI NEL NOSTRO PAESE SONO APPRODATE 1,1 MILIONI DI PERSONE, MA 700MILA HANNO SCELTO DI SPOSTARSI IN UN ALTRO STATO - LA MAGGIOR PARTE VA IN NORD EUROPA, DOVE LE PAGHE SONO PIÙ ALTE E C'È PIÙ LAVORO. ALTRI PREFERISCONO LA SVIZZERA, L’AUSTRIA E LA SVEZIA. MA FRANCIA E, SOPRATTUTTO, GERMANIA, RESTANO LE METE PREFERITE – MA SE LE LA FORZA LAVORO QUALIFICATA FUGGE, DA NOI RESTANO I DISGRAZIATI SENZA ARTE NÉ PARTE...
-Estratto dell’articolo di Eleonora Camilli per "la Stampa"
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Secondo le elaborazioni di Matteo Villa dell'Istituto per gli studi politici (Ispi) basate su dati Eurostat, dal 2011 degli oltre 1,1 milioni di persone sbarcate in Italia circa 700 mila hanno lasciato il Paese irregolarmente: 65 mila sono state poi rimpatriate. Ma 640 mila si trovano in un altro Paese europeo. La maggior parte ha scelto come meta di destinazione la Germania.
Lo dimostrano anche i cosiddetti "casi Dublino" che riguardano cioè i migranti approdati in Italia e che qui hanno lasciato le impronte digitali. Secondo il Regolamento Dublino la loro procedura d'asilo dovrebbe essere processata nel nostro Paese ma negli ultimi dieci anni almeno 310 mila sono stati rintracciati, attraverso il confronto dei dati inseriti nel sistema Eurodac, in un altro stato europeo. Un terzo del totale (115 mila) appunto riguarda la Germania, ma ci sono anche 85 mila casi rilevati in Francia e circa 40 mila in Svizzera.
Seguono Austria e Svezia con circa 20 mila casi. Solo una minima parte (35 mila) è tornata in Italia, perché le procedure di riammissione sono complesse. Non è un caso che oggi, anche per contrastare l'avanzata interna del partito di estrema destra Afd, che insiste sui troppi migranti nel Paese, il cancelliere tedesco Olaf Scholz abbia ripristinato i controlli alle frontiere e sia tornato a battere cassa al governo Meloni, chiedendo di riammettere oltre ventimila persone passate dall'Italia alla Germania negli ultimi due anni.
«La Germania è da sempre il primo Paese di destinazione di chi arriva in Italia, considerata invece un luogo di transito – sottolinea Gianfranco Schiavone, membro Asgi e presidente dell'Ics di Trieste – Berlino è anche al primo posto in Europa per richieste d'asilo. Inoltre è l'unico Paese europeo che compare tra i primi dieci stati col numero più alto di rifugiati al mondo. Tra questi tantissimi vengono dall'Italia». Dall'osservatorio privilegiato del confine di nord-est Schiavone parla di «almeno il 70% di persone che arrivano per poi ripartire verso altre destinazioni europee».
Più difficile stabilire la percentuale degli arrivi via mare, perché il percorso è più difficile, «ma possiamo stimare che una quota lasci in Italia, a volte anche dopo un primo periodo in accoglienza o addirittura dopo aver ottenuto l'asilo».
Per Schiavone ormai l'Italia è un Paese poco appetibile, «dove è quasi impossibile costruirsi una vita – aggiunge –. E questo è un danno perché anche tutta la quota di migrazione qualificata sceglie altre destinazioni, come appunto Francia e Germania». Tra i nuovi Paesi che negli ultimi due anni sono diventati meta dei migranti approdati in Italia c'è anche il Portogallo, in forza della politica di regolarizzazione adottata proprio per attrarre lavoratori stranieri. Una mossa su cui il primo ministro Luis Montenegro, annusando l'aria che sta soffiando sul resto dell'Europa, ha deciso però di fare un passo indietro.