E' AGLI ARRESTI DOMICILIARI LA 23ENNE CHIARA SILVESTRI CHE HA TRAVOLTO E AMMAZZATO SUL MARCIAPIEDE A ROMA FRANCESCO VALDISERRI - LA RAGAZZA ERA SOTTO L'EFFETTO DELL'ALCOL E “NON E’ RISULTATA NEGATIVA AI CANNABINOIDI”: SULL'ASFALTO NON C'ERA ALCUN SEGNO DI FRENATA - DUE ANNI FA LE SOSPESERO LA PATENTE PERCHE' AVEVA RIFIUTATO IL TEST DEL PALLONCINO MA POI L'AVEVA RIOTTENUTA SENZA PRESCRIZIONI - IL CORPO DEL RAGAZZO E' STATO LASCIATO SULL'ASFALTO QUASI CINQUE ORE - LO STRAZIO DEL PAPÀ, LUCA VALDISERRI, GIORNALISTA DEL "CORRIERE": “QUANTO CI METTONO? NON SI DOVREBBE MORIRE COSI’”
Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
«Agitazione psicomotoria». Così è scritto sul referto d'ingresso di Chiara Silvestri all'ospedale Sant' Eugenio. Era quasi l'una di ieri. «Ho ucciso un ragazzo della mia età. L'ho ucciso io. Vi rendete conto?»: la 23enne addetta in una società di catering di Roma, residente con la famiglia a Dragona, fra la Capitale e Ostia, lo avrebbe ripetuto più volte dopo l'investimento fatale sulla corsia laterale di via Cristoforo Colombo, alla Garbatella, di Francesco Valdiserri, studente universitario di Lettere che fra dieci giorni avrebbe compiuto 19 anni, figlio dei giornalisti del Corriere della Sera Paola Di Caro e Luca Valdiserri. Entrambi romanisti, avevano deciso di chiamare il primogenito come capitan Totti.
Con un polso fratturato e sotto choc, ieri mattina la ragazza è stata dimessa con 25 giorni di prognosi e accompagnata dai vigili urbani negli uffici del Gruppo Marconi, diretto da Massimo Fanelli, dove è stata arrestata per omicidio stradale aggravato dalla guida sotto effetto di alcolici e anche dal fatto di aver avuto la patente sospesa due anni fa per sei mesi. All'epoca si era rifiutata di sottoporsi all'alcoltest durante un controllo sul litorale romano. L'aveva però ottenuta nuovamente senza ulteriori prescrizioni.
Lo stesso esame effettuato subito dopo aver causato un incidente mortale ha dato esito positivo: tasso alcolemico di 1,57 grammi/litro - tre volte oltre il limite di legge - e quindi, su ordine del pm Erminio Amelio, è stata sottoposta agli arresti domiciliari.
Almeno per ora. Perché gli accertamenti della polizia municipale proseguono per verificare se ci siano anche altri fattori che possano peggiorare la sua posizione. Le è stato sequestrato lo smartphone con il quale ha chiamato i soccorsi: sarà analizzato per verificare se la 23enne, «non negativa» ai cannabinoidi - avrebbe assunto stupefacenti ma non nelle ore che hanno preceduto l'incidente - stesse parlando o chattando con qualcuno.
Per averne la conferma sarà sentito di nuovo l'amico che gli sedeva accanto, Datan Pensa, 21enne di Fara Sabina, modello, anche lui ferito in modo non grave nell'impatto della Suzuki Swift, intestata a una parente della ragazza, prima contro il marciapiede e quindi sul muro di un parcheggio sotterraneo.
Al vaglio i filmati delle telecamere e le testimonianze dell'amico di Francesco, che lo stava accompagnando alla fermata dell'autobus dopo essere andati al cinema, e di un automobilista che seguiva la Swift. Quest' ultimo avrebbe assistito alla prima sbandata dell'utilitaria verso sinistra e poi allo scarto della vettura verso destra prima di invadere il marciapiede dove si trovavano i due ragazzi che erano di spalle e non si sono accorti dell'arrivo dell'auto lanciata a tutta velocità.
Sull'asfalto nessun segno di frenata.
Centinaia i messaggi di cordoglio per Francesco, ex studente del liceo Socrate, appassionato di musica indie rock e voce della band Origami Smiles. Anche la politica si è mobilitata per ricordarlo.
«Con Francesco, con te, con voi. Sempre», il messaggio di Enrico Letta, leader del Pd, mentre la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni si è rivolta direttamente a Paola che da sempre si occupa per il Corriere del centrodestra: «Cammineremo con te, perché tu non sia sola mentre attraversi l'inferno». Parole di affetto da Carlo Calenda, leader di Azione-Iv: «Impensabile dolore. Ti siamo vicini. Un grandissimo abbraccio». E da Silvio Berlusconi: «Noi di Forza Italia ti siamo tutti vicini, con la mente e con il cuore». Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri si è detto «profondamente addolorato per la tragica morte di Francesco».
2 - IL CORPO LASCIATO SULL'ASFALTO QUASI 5 ORE LO STRAZIO DEL PAPÀ: QUANTO CI METTONO?
A. Mar. per “il Messaggero”
«Non si dovrebbe morire così, è una ecatombe sulle strade...eppure anche mio figlio è morto». Luca Valdiserri ha il viso straziato dal dolore, lo sguardo come impietrito e le parole che gli si bloccano in gola. Il suo volto da persona buona, come da tutti è conosciuta, vorrebbe esplodere in pianto, ma si trattiene perché sa che deve tenere duro e poi dovrà tornare a casa, a Testaccio, dalla moglie Paola Di Caro e dalla figlia più piccola Daria, 17 anni, per spiegare loro quello che i suoi occhi hanno visto. In una parola sola: l'orrore.
Suo figlio Francesco, Checco, non c'è più. Avrebbe compiuto 19 anni tra pochi giorni, il primo novembre. Il suo corpo, invece, adesso è a terra tra la Suzuki Swift che lo ha appena investito e ucciso sulla via Cristoforo Colombo e un parapetto di cemento. Francesco è stato travolto mentre camminava sul marciapiede accanto a un amico, rimasto illeso.
LA COPERTA Quel corpo vien avvolto pietosamente con una coperta termica di colore oro, dagli agenti delll'XI Gruppo Marconi e del Gpit della Polizia locale, aspettando che il carro funebre arrivi per portarlo all'obitorio. Passano minuti infiniti, poi interminabili ore con quel fagotto su cui riflette la luce dei lampioni per la strada. Del carro che opera per conto di Ama, la municipalizzata capitolina, nessuna traccia. Quasi cinque ore di attesa che aggiungono strazio allo strazio: «Ma quando arriva?», chiedono papà Luca e un amico di famiglia arrivato per sorreggerlo.
«Sollecitiamo», la risposta degli agenti. Le vigilesse fanno di tutto per rendere il dolore meno lancinante al padre e ascoltano con tutte le cautele il racconto di Niccolò, l'amico che passeggiava accanto a Francesco, rimasto miracolosamente illeso. Ma Luca, giornalista sportivo del Corriere della Sera, non si dà pace. Si accovaccia vicino a suo figlio. Vorrebbe non staccarsi più. Si rialza, parla con Antonio, il papà di Niccolò, amico fraterno di Checco; hanno studiato insieme al liceo classico e insieme suonavano nella band rock Origami smiles che avevano messo su sognando i Maneskin. I due genitori si abbracciano. Il destino ha giocato inesorabilmente a sorte con la vita dei loro ragazzi e segnato le loro famiglie per sempre.
L'URLO Luca Valdiserri si siede un poco sul ciglio del marciapiede. Ha la camicia chiara sporca del sangue del figlio, schizzato ovunque sulla pavimentazione. Poi si tira su, fa avanti e indietro in quel tratto di rettilineo dove la Swift guidata dalla 23enne Chiara Silvestri (da ieri mattina ai domiciliari) ha sbandato improvvisamente senza lasciare sull'asfalto alcuna traccia di frenata, per chiedersi come sia potuto accadere.
Sa, Luca, che forse quella giovane donna era alla guida sotto l'effetto di alcol e droga? Il giornalista prende fiato, i suoi occhi non sanno più dove guardare, allarga le braccia: «Ormai tanto non me lo ridarà più nessuno...». Arriva la mortuaria, sono passate le quattro e trenta del mattino. Il furgone spalanca le portiere e allora, a quel punto, papà Luca urla ed esplode il pianto.