C'È QUALCOSA CHE NON TORNA NELLA RIMOZIONE DELLA GIP DI VERBANIA - DUBBI DEL CSM, PRONTO A ESAMINARE LA QUESTIONE SUL CASO DELLA FUNIVIA: LA DECISIONE RISCHIA DI VENIRE ANNULLATA E LA GIUDICE DONATELLA BANCI BUONAMICI, CHE AVEVA ORDINATO LA SCARCERAZIONE DI DUE DEGLI INDAGATI, POTREBBE ESSERE REINTEGRATA - IL SOSPETTO È CHE CI SIANO STATE PRESSIONI DELLA PROCURATRICE OLIMPIA BOSSI, VISTO CHE...
-Valentina Errante per "Il Messaggero"
Si riunirà oggi il Comitato di presidenza del Csm e con ogni probabilità affiderà alla settima commissione l'esame sul caso Verbania. Ossia la decisione del presidente del Tribunale di assegnare a un altro gip, rispetto a quello che non aveva convalidato i fermi, la competenza sulla tragedia del Mottarone.
La commissione aprirà una pratica e dovrà pronunciarsi su quello che in gergo si chiama provvedimento tabellare ossia il cambiamento del giudice competente. La decisione del presidente del Tribunale potrebbe anche essere annullata. L'ultima parola spetterà comunque al plenum.
A sollevare la questione sono stati i consiglieri Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo, ai quali si sono poi uniti tutti i togati del gruppo di Magistratura indipendente. I magistrati, dopo le polemiche sulla scelta del presidente del Tribunale, hanno chiesto con urgenza l'apertura di una pratica per verificare la correttezza della decisione di sostituire in corsa il giudice che si stava occupando dell'inchiesta.
E così Palazzo dei Marescialli gioca d'anticipo e in senso opposto rispetto al presidente del Tribunale Luigi Montefusco, che aveva messo sotto accusa il presidente del gip, mandando al consiglio giudiziario l'ordinanza che le toglieva il caso.
LA RICHIESTA
Investire «con immediatezza la commissione competente e subito - si legge - dopo l'assemblea plenaria affinché si intervenga con massima tempestività per valutare la correttezza della decisione adottata e la sua eventuale incidenza sui principi in tema di precostituzione del giudice».
Alla richiesta, formulata al comitato di presidenza del Csm da Ardita e Di Matteo, si sono associati i consiglieri Loredana Micciché, Paola Maria Braggion, Antonio d'Amato e Maria Tiziana Balduini.
Il caso è scoppiato lunedì scorso, quando Luigi Montefusco, presidente del Tribunale di Verbania, ha riassegnato il fascicolo sull'incidente della funivia, nel quale hanno perso la vita 14 persone, al gip Elena Ceriotti, titolare per tabella del ruolo, rientrata in servizio il 31 maggio dopo la cessazione dell'esonero dalle funzioni.
Il procedimento era intanto stato assunto dal presidente dell'ufficio gip, Donatella Banci Buonamici, come supplente per la convalida del fermo, che aveva disposto la scarcerazione di Luigi Nerini, ed Enrico Perocchio, disponendo i domiciliari per Gabriele Tadini.
L'ordinanza, della quale ora si occuperà il Csm, ha suscitato molte polemiche e il sospetto negli avvocati che sia stata indotta dalle pressioni del procuratore Olimpia Bossi, che intanto ha impugnato davanti al Riesame la mancata convalida del fermo.
Montefusco ha trasmesso la sua ordinanza con i rilievi a Banci Buonamici anche Presidente della Corte d'Appello, al Procuratore Generale e al Consiglio giudiziario di Torino, che formula i pareri sull'attività delle toghe, alla Procura e all'Ordine degli avvocati di Verbania.
«Il giudice assegnatario del procedimento - si legge - si sarebbe dovuto individuare, in caso di assenza o impedimento del gip titolare, in via gradata tra gli altri giudici dell'ufficio, escludendo il presidente Donatella Banci Buonamici».
E ancora: «Tale assegnazione, se giustificata per la convalida del fermo, non è conforme alle regole di distribuzione degli affari e ai criteri di sostituzione dei magistrati dell'ufficio gip-gup».
Così se Montefusco aveva investito il consiglio giudiziario per «le valutazioni di competenza» nei confronti del capo dei gip, con l'ipotesi di trasmettere la questione al Csm, il Consiglio adesso potrebbe mettere sotto accusa proprio il presidente del Tribunale e annullare il provvedimento. Gli avvocati, intanto, stanno valutando se chiedere lo spostamento dell'inchiesta in un'altra sede per «legittima suspicione».
Mentre la Camera penale di Verbania ha proclamato una giornata di astensione dalle udienze (il 22 giugno) alla quale si sono associati anche gli avvocati di Torino, Alessandria, Novara e Vercelli.