ABBIAMO AFFAMATO I RUSSI: SI RIBELLERANNO A PUTIN O CI ODIERANNO DI PIU'? – NEL PAESE ORMAI SI VIVE CON LE MERCI RAZIONATE NEI SUPERMERCATI: IN MOLTI NON SI POSSONO ACQUISTARE PIÙ DI CINQUE CHILI DI ZUCCHERO, CINQUE BOTTIGLIE DI OLIO DI SEMI DI GIRASOLE E CINQUE CONFEZIONI DI GRANO SARACENO A TESTA. IN ALTRI I PRODOTTI SONO SPARITI DAGLI SCAFFALI – IL RUBLO VALE QUASI COME I SOLDI DEL MONOPOLI R L'INFLAZIONE CONTINUA AD ACCELERARE, TOCCANDO IL 14,5%...
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Giuseppe Agliastro per “la Stampa”
«Affinché tutti gli ospiti abbiano la possibilità di acquistare prodotti di importanza sociale, poniamo temporaneamente un limite alla vendita di alcune merci». È quello che si legge su un cartello in un supermercato della semiperiferia sud-orientale di Mosca: un messaggio che serve a spiegare ai clienti che non è possibile prendere più di cinque chili di zucchero, cinque bottiglie di olio di semi di girasole e cinque confezioni di grano saraceno a testa.
Lo zucchero, almeno in questo supermercato, è terminato. «Arriverà tra un giorno», assicurano. Anche in un altro supermercato in una zona più centrale della capitale russa manca al momento lo zucchero. «Ma lo portano ogni giorno, domattina lo troverà», dicono. «Dovrebbe arrivare già stasera», afferma un'altra persona. Pure qui un cartello spiega che, «per prevenire una domanda speculativa per i beni di prima necessità», è stato «provvisoriamente limitato il volume delle merci vendute per acquirente».
Ogni cliente - spiega l'annuncio - non può quindi prendere più di cinque chili di zucchero, grano saraceno, pollo intero o farina, e non più di due confezioni di pannolini per bambini. La vice premier Viktoria Abramchenko assicura che il Paese è «pienamente autosufficiente per quanto riguarda zucchero e grano saraceno». «Non c'è bisogno di farsi prendere dal panico per comprare questi prodotti, ce n'è abbastanza per tutti», ha dichiarato.
Appare però evidente che le sanzioni imposte alla Russia per l'offensiva in Ucraina stiano avendo pesanti ripercussioni sull'economia russa. Già a inizio mese il governo di Mosca aveva sostenuto i limiti alla vendita di determinati prodotti affermando che l'obiettivo era quello di contenere così le speculazioni sul mercato nero e garantire l'accessibilità economica ad alcune merci.
L'inflazione intanto continua ad accelerare, e nella terza settimana di marzo il dato annuale ha toccato il 14,5%: il livello più alto dal novembre di sette anni fa. Secondo Stephen Innes, managing partner di SPI Asset Management, la principale causa dell'impennata dell'inflazione è il crollo del rublo, che quest' anno ha perso circa un quarto del suo valore. «Tutto ciò che la Russia importa è esponenzialmente più costoso a causa del rublo più debole», ha spiegato l'esperto alla Bbc. Di fronte a questa situazione, già diverse settimane fa la banca centrale russa ha deciso di raddoppiare il tasso di interesse, portandolo dal 9,5 al 20%.
«Tenendo conto dei costi operativi, è evidente che il 20% di tasso di riferimento si trasforma nel 22-23 e forse 24% di tasso di mutuo», aveva spiegato allora l'economista Aleksandr Tsiganov al giornale Rbk. Stando ai dati della scorsa settimana del Servizio Federale russo di Statistica - fanno sapere Bloomberg e Bbc - il prezzo dello zucchero è aumentato mediamente del 14%, ma in alcune regioni è salito vertiginosamente, fino al 37%. Le cipolle costano mediamente il 13,7% in più, ma in certe zone il loro prezzo sarebbe aumentato addirittura del 40%.
I pomodori costano l'8,2% più di prima, le carote il 5,5% e il sale il 4%, mentre i pannolini per bambini sono più cari del 4,4%. La Russia è sempre più isolata sia politicamente sia economicamente. Diverse aziende internazionali hanno sospeso o limitato l'attività nel Paese. Entrando in un grande centro commerciale di Mosca si notano subito i tanti negozi che hanno abbassato la saracinesca. Diversi punti vendita restano aperti, ma la chiusura di tanti negozi di vestiti, cosmetici e abbigliamento sportivo stride con la musica allegra che risuona nei corridoi.