ADESSO TOCCA A ODESSA - LA CITTÀ PORTUALE DELL’UCRAINA DEL SUD NELLE ULTIME ORE È STATA COLPITA DAI MISSILI RUSSI. LA SUA POSIZIONE È STRATEGICA: SE PUTIN RIUSCISSE A CONQUISTARLA, CHIUDEREBBE COMPLETAMENTE L’ACCESSO AL MARE AL GOVERNO DI KIEV - PIÙ CHE NEL DONBASS, ORA LE TRUPPE RUSSE SI STANNO CONCENTRANDO PROPRIO NEL SUD DEL PAESE, MA NON RIESCONO A SFONDARE: NEPPURE A MARIUPOL, CITTÀ ORMAI DEVASTATA, CON 150MILA PERSONE CONDANNATE ALLA FAME E ALLA SETE, NON HANNO ANCORA IL PIENO CONTROLLO…
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1 - UCRAINA: MEDIA, ODESSA COLPITA DA UN MISSILE NELLA NOTTE
(ANSA) - La città portuale di Odessa nell'Ucraina del sud è stata colpita nella notte da un missile. Lo annuncia il portavoce dell'amministrazione militare regionale di Odessa, Sergey Bratchuk. Lo riporta Pravda ucraina.
2 - UCRAINA: BBC, ESPLOSIONI A ODESSA NELLA TARDA SERATA DI IERI
(ANSA) - La Bbc riporta di esplosioni nella tarda serata di ieri nel porto meridionale di Odessa, in Ucraina. Le autorità della città strategica sulla costa del Mar Nero non hanno però ancora confermato le notizie dei media locali.
3 - UCRAINA: MISSILI RUSSI ANCHE SU MYKOLAIV, NEL SUD
(ANSA) - La città di Mykolaiv, nel sud dell'Ucraina, è stata colpita nella prima mattina da alcuni missili lanciati dall'esercito russo. Lo riferisce il sindaco della cittadina, Oleksandr Senkevych, secondo quanto riportano i media ucraini.
Al momento non ci sono informazioni sui danni e le possibili vittime. Ieri a Mykolaiv, città portuale sul Mar Nero poco lontano da Odessa, un altro attacco missilistico russo ha provocato un morto e 14 feriti.
4 - ODESSA SOTTO I MISSILI E L'OFFENSIVA DEI RUSSI PER OCCUPARE IL SUD
Mauro Evangelisti per “il Messaggero”
I russi tornano a bombardare a Kharkiv, a Est, la seconda città ucraina. Ieri sera le autorità locali hanno parlato di 23 feriti, ma potrebbero esserci anche delle vittime, anche bambini. Trovato un Sukhoi Su-35, un caccia russo, abbattuto. Ma c'è pure l'attacco a sud, sulla costa del mar Nero.
Obiettivo: Odessa e Mykolaiv, raggiunte dai missili dell'esercito di Putin ieri mattina. In particolare a Odessa, il porto più importante del Paese, sono risuonate per tutta la giornata le sirene di allarme antiaereo. Dopo la ritirata dall'area di Kiev, con la scia di orrori che stanno emergendo, i russi hanno deciso di concentrare gli sforzi a Sud.
Finora è andata male: nella fascia meridionale avanzano, ma a Mariupol, una città ormai distrutta e dove in 150mila sono condannati alla fame e alla sete, non hanno il pieno controllo del territorio. Se prendiamo la striscia di Ucraina che si affaccia prima sul Mar d'Azov, poi sul Mar Nero, Mariupol (dove ieri è stato ucciso il regista lituano Mantas Kvedaravicius, autore di un documentario sulla città) è all'estremità orientale, a ridosso del confine con la Russia, nell'estremità inferiore del Donbass.
DIFESA
Ma l'obiettivo di Putin, anche per avere una posizione di forza nei negoziati, è ricucire l'area controllata fino a all'estremità opposta, a occidente, lasciando senza affaccio sul mare l'Ucraina, tenendo conto che la Crimea è già stata presa nel 2014.
Le forze armate russe non sono riuscite a oltrepassare la resistenza che hanno trovato a metà strada, a Mykolaiv, dove hanno provato in tutti i modi a passare, bombardando la città, fino a distruggere nei giorni scorsi il palazzo della Regione, causando 35 vittime solo in quell'attacco.
Ieri mattina l'annuncio del sindaco Oleksandr Senkevych sul suo canale Telegram: «Abbiamo in corso diversi attacchi missilistici contro la città. Stiamo raccogliendo dati ora».
Alcuni testimoni parlano anche di tre aerei (o probabilmente tre droni) che volavano a bassa quota. Conferma Anton Gerashchenko del Ministero dell'Interno ucraino: «Diversi razzi russi hanno colpito il porto di Mykolaiv». In serata il governatore Kim ha tracciato un bilancio: 14 feriti e un morto. Ma l'attacco più importante di ieri mattina è avvenuto un centinaio di chilometri dopo, a Est, a Odessa, dove i missili dei russi hanno distrutto «alcune infrastrutture», in particolare una raffineria da cui si sono alzate enorme colonne di fumo.
L'azione è stata rivendicata anche da Mosca. Il ministero della Difesa russo ha confermato di aver «distrutto una raffineria di petrolio e tre impianti di stoccaggio di carburante nelle vicinanze della città di Odessa». Giusta l'annotazione del quotidiano Kyiv Independent: la Russia «continua a prendere di mira i depositi di petrolio nel Paese, compresi quelli di Leopoli e Dnipro nei giorni scorsi».
Qui però il pensiero va a quanto avvenuto, venerdì scorso, invece in territorio russo, a Nord, a 40 chilometri dal confine con l'Ucraina. A Belgorod otto depositi di carburante, di una compagnia petrolifera russa, sono stati distrutti da esplosioni provocate da alcuni missili lanciati, probabilmente, da due elicotteri. I russi hanno accusato l'Ucraina per questa azione, Kiev ha negato ogni responsabilità. Ieri da Belgorod sono state segnalate nuove esplosioni anche se non è stato chiarito cosa e chi le avesse causate. Infine, altro attacco missilistico, ma al centro del Paese, a sud della Capitale.
L'aviazione ucraina sostiene che a Vasylkiv è stato colpito «un edificio di una struttura educativa locale, una persona è in condizioni critiche, diverse ferite riportate».
ANALISI
Secondo gli Usa, la scelta di Mosca di ritirare le truppe dalla regione non è solo strategica, ma segnala delle difficoltà incontrate dall'esercito di Putin: «Stiamo assistendo a un rovescio spettacolare per la Russia - ha detto il capo della diplomazia Usa, Antony Blinken, alla Cnn - Avevano tre obiettivi all'inizio: il primo era di assoggettare l'Ucraina e toglierle la sua sovranità e indipendenza, il secondo era affermare la potenza russa e il terzo dividere l'Occidente e la Nato. Stiamo facendo di tutto per sostenere l'Ucraina». In questa direzione va la decisione degli Stati Uniti di favorire l'invio di forniture di carri armati a Kiev.