AGNELLI ALLA SBARRA – SI È TENUTA L'UDIENZA AL TRIBUNALE DEL RIESAME DI TORINO SULLE PERQUISIZIONI EFFETTUATE LO SCORSO 9 FEBBRAIO NELL’AMBITO DELL’INCHIESTA SULL’EREDITÀ AGNELLI. IL COLLEGIO SI È RISERVATO LA DECISIONE SULLA LEGITTIMITÀ O MENO DEI SEQUESTRI – I LEGALI DI JOHN ELKANN COMMENTANO CON UNA BATTUTA: “MOLTO RUMORE PER NULLA” – JAKI È INDAGATO PER LA PRESUNTA DICHIARAZIONE FRAUDOLENTA DELLA NONNA, MARELLA CARACCIOLO, RELATIVA ALLA DENUNCIA DEI REDDITI 2018 E 2019 – I POSSIBILI SCENARI GIUDIZIARI
-1. EREDITÀ AGNELLI: DIFESA, 'RETROSCENA? MOLTO RUMORE PER NULLA'
(ANSA) - "Molto rumore per nulla". È la battuta con cui uno dei componenti del collegio difensivo, l'avvocato Paolo Siniscalchi, ha terminato la sua risposta alla domanda dei giornalisti sui presunti retroscena legati all'eredità dell'avvocato Gianni Agnelli, pubblicati nelle ultime settimane. "Non c'è nulla di nuovo - ha osservato - rispetto a quanto echeggia nelle aule giudiziarie italiane ed estere ormai da vent'anni. Insinuazioni e dubbi trovano la risposta in comportamenti assolutamente leciti".
2 . EREDITÀ AGNELLI: DIFESA, PERQUISIZIONI GENERICHE
(ANSA) - "Abbiamo criticato le motivazioni del decreto di perquisizione, perché le abbiamo trovate così generiche da avere legittimato delle acquisizioni che nulla hanno a che vedere con l'oggetto dell'indagine". Lo ha detto uno dei componenti del collegio difensivo, l'avvocato Paolo Siniscalchi, oggi a Torino al termine dell'udienza davanti al tribunale del riesame in merito all'inchiesta in cui sono chiamati in causa John Elkann e il commercialista Gianluca Ferrero. Il riferimento è al materiale sequestrato dalla guardia di finanza su ordine della procura del capoluogo piemontese.
3. INCHIESTA ELKANN, BATTAGLIA AL RIESAME SULLE CARTE TROVATE NELLE PERQUISIZIONI
Estratto dell’articolo di Gianluca Paolucci per “La Verità”
[...] L’inchiesta, che vede indagati il numero di Exor e presidente di Stellantis, John Elkann, il commercialista torinese Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs von Gruningen con l’ipotesi di reati di violazione di norme fiscali, verte sull’eredità di Marella Caracciolo Agnelli, vedova di Gianni Agnelli.
Lo scenario più probabile, secondo quanto ricostruito, è che il tribunale si riservi la decisione, che dunque dovrebbe essere resa nota alle parti nei prossimi giorni. Anche per permettere al giudice del riesame di analizzare la documentazione depositata, dato il breve tempo trascorso tra la fissazione dell’udienza - venerdì scorso - e l’udienza di oggi.
Il giudizio del Riesame, che dovrà stabilire la legittimità dei sequestri e delle acquisizioni effettuate dalla Guardia di finanza lo scorso 9 febbraio, rappresenta un primo test per la Procura di Torino e per la solidità dell’impianto d’indagine.
Nel caso che i ricorsi presentati la settimana scorsa dai legali Elkann e da quelli di Ferrero vengano respinti, la Procura e la Gdf potranno far entrare i nuovi elementi acquisiti con le perquisizioni - ad esempio, una serie di atti che sarebbero stati trovati dai finanzieri - nel fascicolo d’indagine.
Viceversa, l’accoglimento anche parziale dei ricorsi potrebbe rappresentare una battuta d’arresto per i pm, non solo per l’impossibilità di utilizzare il materiale acquisito ma anche per l’indagine nel suo complesso.
L’inchiesta della Procura di Torino è partita dopo un esposto di Margherita Agnelli de Pahlen, figlia di Gianni e Marella e madre di John, Lapo e Ginevra Elkann. Secondo l’esposto, al momento di stabilire l’eredità di Gianni e poi di Marella, a Margherita sarebbe stata occultata una parte dell’eredità dei genitori, custodita in conti bancari all’estero riferiti a società offshore. Inoltre, il domicilio svizzero di Marella sarebbe di fatto un artificio per permettere di escludere Margherita dal controllo della Dicembre, la società che a cascata controlla adesso Exor e la quota residua della finanziaria di Elkann in Stellantis.
La legge svizzera infatti, a differenza di quella italiana, non prevede la «legittima», ovvero la quota di eredità che deve andare obbligatoriamente agli eredi diretti. Lunedì, gli avvocati dei due indagati (von Gruningen è escluso in quanto non è stato oggetto di perquisizioni) hanno ritirato alla cancelleria del tribunale gli atti depositati dalla Procura in vista del Riesame.
In particolare, l’esposto di Margherita e due informative della Guardia di finanza che raccolgono gli esiti dell’attività d’indagine svolta fin qui dalle Fiamme gialle, con i primi riscontri alle accuse contenute nell’esposto della figlia di Gianni.
In particolare, secondo quanto ricostruito, i dubbi degli investigatori sulle firme della madre in calce alle scritture private che sanciscono il passaggio delle quote di Marella nella Dicembre ai nipoti John, Lapo e Ginevra. E gli accertamenti svolti sulla effettiva residenza di Marella in Italia.
Uno dei punti centrali di tutto l’impianto, che verte sulla presenza in Italia di Marella, scomparsa nel 2019, in Italia per più o meno di 183 giorni. Se confermata dalle indagini la sua presenza per più di metà dell’anno, come sostenuto dai legali di Margherita nell’esposto, questo renderebbe nulla l’eredità della vedova Agnelli così com’è stata finora e imporrebbe una sua redistribuzione tenendo presente la quota di «legittima» che spetterebbe obbligatoriamente a Margherita.
Nel corso degli accertamenti svolti, la Gdf avrebbe raccolto anche le testimonianze di vari dipendenti ed ex dipendenti di villa Frescot, la residenza torinese della famiglia Agnelli e ricostruito lo stato di salute di Marella negli ultimi anni di vita. Ma se la parte finora emersa dell’inchiesta verte tutta sull’eredità di Marella, l’esposto e le indagini della Gdf hanno ricostruito anche fatti precedenti.
In particolare, per ricostruire l’esistenza o meno di un patrimonio occultato all’estero e risalente almeno a quanto Gianni Agnelli, scomparso nel 2004, era ancora in vita. Nell’ottobre scorso, John Elkann e i fratelli Lapo e Ginevra hanno sanato dal punti vista fiscale un tesoretto di 900 milioni di euro emerso durante una verifica fiscale presso la P Fiduciaria, una della società fiduciarie perquisite dalla Gdf per questa inchiesta.
[…] L’inchiesta torinese è solo il capitolo più recente della battaglia legale che oppone Margherita ai figli di primo letto fin dal 2004, poco dopo la morte di Gianni Agnelli nel gennaio dell’anno precedente. Ma rischia di essere la più devastante.
Non tanto per i possibili riflessi sul controllo di Exor e dunque sugli asset in mano alla finanziaria di famiglia, ipotesi negata dai legali dei Elkann. Quanto per la possibile redistribuzione tra Margherita e i figli del patrimonio miliardario lasciato da Gianni al momento della sua scomparsa nel gennaio di 21 anni fa.