ALLORA ANCHE TIKTOK SERVE A QUALCOSA – UNA 16ENNE AMERICANA È STATA RAPITA DA UN PEDOFILO E SI È SALVATA GRAZIE A UN GESTO DI AIUTO IMPARATO SU TIKTOK - TUTTO MERITO DI UN AUTOMOBILISTA CHE L'HA NOTATA MENTRE, SUL RETRO DELL'AUTO CHE LO PRECEDEVA, FACEVA IL GESTO DEL PALMO DELLA MANO CHE SI RICHIUDE SUL POLLICE, INVENTATO PER DARE ALLE DONNE UNO STRUMENTO PER DENUNCIARE GLI ABUSI SENZA PARLARE. L'UOMO HA CHIAMATO LA POLIZIA E POI HA SEGUITO PER 10 KM L'AUTO DEL RAPITORE, FINO A CHE... - VIDEO
1 - IL GESTO DI AIUTO DI TIKTOK LA SALVA DAL SEQUESTRATORE
Anna Guaita per "il Messaggero"
Le ore passate a guardare mini video su TikTok si sono rivelate cruciali per salvare una ragazzina di 16 anni rapita martedì scorso dalla sua casa di Ashville nella Carolina del Nord. La giovane, Navaeh Lance, che viaggiava nella vettura del suo rapitore, su un'autostrada del Kentucky, ha continuato a fare al finestrino il segnale che indica «sono in pericolo, ho bisogno di aiuto».
Il segnale è stato inventato dalla Canadian Women's Foundation, per aiutare le donne a chiedere soccorso senza parlare o scrivere messaggi che lascerebbero una traccia. Un altro automobilista che seguiva la Toyota argentata con la giovane a bordo ha interpretato correttamente il segnale e ha chiamato il 911, il numero delle emergenze negli Usa.
Da quel momento, per circa 10 chilometri, il soccorritore ha seguito a distanza l'auto del rapitore, dando continui aggiornamenti alla polizia, che è riuscita a intercettare la vettura fingendo una fermata di routine. In questi casi, negli Usa, dove tanta gente è armata, la polizia deve agire con estrema cautela, per evitare l'escalation della situazione, con rischio mortale per l'ostaggio.
Fortunatamente, gli agenti della Contea di Laurel sono stati esemplari, fingendo di verificare la patente dell'uomo, il 61enne James Herbert Brick, mentre in realtà controllavano sul terminale della loro auto se la faccia della ragazza seduta nel sedile posteriore corrispondesse a quella di giovani di cui era stata denunciata la scomparsa. Non c'è voluto molto: il volto di Navaeh era in cima alla lista.
La sua scomparsa era stata denunciata dai genitori due giorni prima. Un gesto con la mano di uno degli agenti verso la giovane, mentre l'altro agente si chinava a parlare a Brick, e il rapimento si è concluso senza violenza. La giovane è sgusciata fuori dalla vettura, mettendosi in salvo.
IL RACCONTO
Poco dopo lei stessa ha confermato di aver imparato il segnale di soccorso su TikTok, ed ha ammesso di essere spontaneamente entrata nella macchina di Brick, ma di essersi poi spaventata quando ha capito che non si trattava di un passaggio innocente. Intimorita, la ragazza ha seguito l'uomo che l'ha portata con sé attraverso vari Stati per arrivare in Ohio e poi tornare verso il Sud. Se non fosse stato per la coincidenza che sia la giovane che l'autista soccorritore conoscevano il segnale, è probabile che Navaeh si sarebbe trovata in una situazione terribile. La polizia ha infatti trovato nel cellulare dell'uomo immagini di pornografia minorile.
I PRECEDENTI
Il gesto salvavita è stato lanciato dalla fondazione delle donne canadesi sia su TikTok, che YouTube, Facebook e Twitter. Consiste nel mostrare la mano con il palmo verso l'esterno, piegare il pollice sul palmo e poi abbassare il resto delle dita sopra il pollice. La direttrice del centro di sostegno per donne abusate, il GreenHouse17, Darlene Thomas spiega: «È importante che le donne a rischio abbiano un segnale che possano comunicare senza che il loro aguzzino lo capisca. Può essere un segnale per i vicini, come spegnere e accendere la luce. O un segnale via sms per gli amici, che però sia abbastanza generico da non insospettire». Di certo, il segnale usato dalla giovane è stato già utile numerose volte, ma in genere per donne vittime di violenze domestiche. La polizia comunque raccomanda sempre di fare come l'automobilista del Kentucky: denunciate il sospetto, ma non cercate di intervenire di persona, perché il rischio sarebbe di peggiorare anziché migliorare la situazione.
2 - «UNA MASCHERINA 1522» DALLE FARMACIE AI BAR I CODICI PER DARE L'ALLARME
Maria Lombardi per "il Messaggero"
Leggere le mani, decifrare i movimenti delle dita. Fare attenzione al pollice che resta chiuso nel pugno. Non è un ciao, ma un Sos. Qualcuna sta urlando in silenzio: aiuto, sono vittima di violenza. Signal For Help, ideato dalla Canadian Women's Foundation, una fondazione canadese femminista che si occupa di violenza domestica, in pieno lockdown 2020 è diventato un codice internazionale per denunciare abusi quando non si può parlare perché l'aggressore è lì accanto.
I social lo hanno rilanciato, le ragazzine lo hanno conosciuto su TikTok e adesso quasi ovunque si capisce cosa vuol chiudere il pugno in quel modo. Ma non è il solo segnale per far sapere di trovarsi in pericolo.
Sempre nei primi mesi della pandemia, quando molte donne bloccate in casa erano esposte al pericolo di aggressioni e botte, in Spagna si adottò il codice mascarilla19. All'inizio pensato per le farmacie, chi si avvicinava al banco per chiedere una mascarilla19 - modello che non esiste - stava dicendo altro, è poi diventato un messaggio in bottiglia da affidare a chiunque. Masque19, la versione adottata in Belgio e in Francia.
LE FARMACIE
In Italia la campagna mascherina 1522 (il numero nazionale antiviolenza e antistalking della presidenza del Consiglio dei Ministri) venne lanciata durante i primi mesi della pandemia dopo la firma di un protocollo d'intesa tra il dipartimento per le Pari Opportunità e la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani con Federfarma e Assofarm. «Se sei vittima di violenza, in farmacia chiedi la mascherina 1522. È un codice per far sapere che hai bisogno di aiuto», i manifesti diffusi dai farmacisti.
A Oristano, qualche mese fa, una ragazza è entrata in farmacia con un'amica. «Vorrei una mascherina 1522», la titolare ha capito al volo il messaggio, ha invitato le due ad accomodarsi nel retro e lì ha ascoltato il racconto della 17enne. Un amico di famiglia, un sessantenne a cui la ragazzina era affidata, abusava di lei da quando aveva 12 anni. L'allarme ha fatto scattare le indagini, l'uomo è stato arrestato.
Non solo mascherine, in Francia un punto nero disegnato sul palmo della mano equivale a una richiesta di aiuto. Negli Usa e in Gran Bretagna si cerca di proteggere le donne nei bar con la campagna Ask for Angela, chiedi di Angela.
Una donna in pericolo si avvicina al bancone e pronuncia quella frase, il barista capisce che sta rischiando e chiama la polizia. Solo nei locali statunitensi se si ordina un angel shot si sta dicendo al cameriere: la persona che ho accanto, mi molesta, per cortesia accompagnami alla mia macchina. E se l'angel shot è richiesto con il ghiaccio, vuol dire: chiama subito un taxi.
I CENTRI
Non è sempre semplice, affidarsi alle parole in codice e ai segni. Il rischio di essere equivocati o non compresi è alto, si interviene quando non è richiesto, fraintendendo il movimento delle mani, o si lascia cadere nel vuoto un grido silenzioso.
Un pericolo segnalato da diverse associazioni che si occupano di violenza in Italia quando un video di Gengle onlus rilanciò anche da noi il pugno chiuso. Signal For Hepl non è mai diventato un codice adottato ufficialmente nel nostro Paese. «In Italia questo segno ha avuto una scarsa diffusione, avvenuta solo in maniera informale», spiega Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna ong, che da luglio 2020 gestisce il numero 1522.
«Abbiamo piuttosto bisogno di campagne che facilitino l'accesso all'1522 e di condividere con la rete antiviolenza linee guida chiare e utili ad applicare i principi della Convenzione di Istanbul. Le associazioni lottano perché le risorse e le politiche siano strutturate, continue, finanziate e multi-livello. Non penso che abbiano scoraggiato l'ingresso nella società italiana del gesto per richiedere aiuto». E la campagna mascherina 1522 ha funzionato? «Ha avuto la sua utilità e continuerà a svolgere un suo ruolo, come hanno dimostrato i fatti di cronaca. Ritengo più necessario, però, costruire un sistema e studiare strategie di comunicazione per permettere a donne in pericolo di chiedere aiuto».