ALTRO CHE EFFETTO FARFALLA: UNO SCIAME D’API PUÒ PRODURRE UN TEMPORALE! – SECONDO UN GRUPPO DI SCIENZIATI, LA LORO CAPACITÀ DI SBATTERE LE ALI PIÙ DI 230 VOLTE AL SECONDO PERMETTE LORO DI RACCOGLIERE TANTA ELETTRICITÀ QUANTA NE PRODUCE UN TEMPORALE. E QUESTO POTREBBE INFLUENZARE IL METEO – PER VERIFICARLO I RICERCATORI HANNO POSIZIONATO UN MONITOR ELETTRICO E UNA TELECAMERA VICINO A DIVERSE COLONIE E
-Noemi Penna per www.lastampa.it
Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Ma lo sapevate che anche uno sciame di api potrebbe influenzare il meteo?
Il “butterfly effect” ci dice che anche la più piccola azione o decisione può produrre un grande cambiamento nel breve e nel lungo periodo. Ma se c’è un piccolo insetto in grado di fare grandi cose, quella è l’apis mellifera. La scoperta, che i ricercatori inglesi hanno fatto misurando i campi elettrici intorno agli alveari, rivela che le api che viaggiano in sciame possono produrre tanta elettricità atmosferica quanto un temporale. E questo può addirittura influenzare gli eventi meteorologici.
Carica elettrostatica
La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica iScience di Cell, svela quello che sinora si riteneva possibile solo su piccola scala. Le api possono sbattere le ali più di 230 volte al secondo e i loro minuscoli corpi possono raccogliere carica positiva sia “sbattendo” contro le molecole d’aria che dall’atterraggio su superfici caricate elettricamente.
E quando entra in gioco l’attrito, l’elettricità statica emerge e fa sì che gli elettroni, che sono caricati negativamente, saltino da una superficie all’altra. Questo gradiente di potenziale elettrostatico – che può dare una scossa equivalente a quando tocchi una maniglia dopo aver camminato su un tappeto – può anche “caricare” i fulmini attraverso l’attrito dei grumi di ghiaccio all’interno delle nuvole.
Scossa evolutiva
Leggenda vuole che questo fenomeno sia stato dimostrato per la prima volta da Benjamin Franklin, quando con suo figlio si ritrovò a pilotare un aquilone durante un temporale, notando che la corda bagnata conduceva “scintille” a una chiave attaccata alla sua estremità.
Ma “solo di recente abbiamo scoperto che la biologia e i campi elettrostatici sono intimamente collegati e che ci sono molte affinità insospettabili su diverse scale spaziali, che vanno dai microbi nel suolo alle interazioni pianta-impollinatore, passando dagli sciami d’insetti”, spiega il ricercatore Ellard Hunting, biologo dell’Università di Bristol. “Gli effetti elettrostatici emergono in tutto il mondo degli insetti. Consentono alle api di attirare il polline così come aiutano i ragni a tessere ragnatele caricate negativamente, attraendo e intrappolano i corpi caricati positivamente delle loro prede”.
Più di una tempesta
Per verificare se le api producono cambiamenti considerevoli nella nostra atmosfera, i ricercatori hanno posizionato un monitor elettrico e una telecamera vicino a diverse colonie. Nei tre minuti in cui gli insetti sono usciti in gruppo dall’alveare i ricercatori hanno scoperto che il gradiente è aumentato a 100 volt per metro. E mentre lo sciame volava all’unisono, l’effetto è aumentato fino a mille volt per metro, rendendo la densità di carica di un grande sciame di api circa sei volte maggiore delle tempeste di polvere elettrificate e otto volte maggiore di una nuvola temporalesca.