ALTRO CHE TREGUA: INTORNO A EITAN C’È LA GUERRA – I NONNI MATERNI HANNO DENUNCIATO LA ZIA TUTRICE AYA BIRAN, CHE NON HA CONSENTITO CHE IL BAMBINO TRASCORRESSE UN PERIODO CON LA FAMIGLIA ISRAELIANA, COME ERA STATO DECISO – LA ZIA PATERNA RITIENE NON SOLO CHE L’ACCORDO SIA SUPERATO DALLA SENTENZA, MA VUOLE CHE GLI INCONTRI SIANO FATTI SEMPRE IN PRESENZA DI UNA FIGURA DI GARANZIA PER EVITARE NUOVE FUGHE E…
-Raffaele Genah per "il Messaggero"
Altro che tregua in attesa della decisione sul ricorso. Ventiquattr' ore dopo la sentenza che ha deciso il suo rientro in Italia, intorno ad Eitan infuria la guerra. Il nonno Shmuel Peleg e la ex moglie Etty Cohen, non si rassegnano e travolti dal dolore e dalla rabbia non hanno perso tempo. E prima ancora del ricorso contro la decisione del tribunale della famiglia hanno già presentato una denuncia contro la zia tutrice, Aya Biran, che ieri sera non ha consentito che il bambino trascorresse un periodo con i nonni, come era stato deciso con un accordo tra le parti, per un affido temporaneo congiunto in attesa della sentenza.
Secondo i Peleg si tratta di una grave violazione da parte degli zii paterni che vogliono in questo modo allontanarlo dal resto della famiglia. Accordo che sarebbe a loro dire tuttora valido in attesa del pronunciamento definitivo sul ricorso, entro una settimana, da parte delle Corte distrettuale di Tel Aviv.
IN ATTESA DEL RICORSO Di contro, i Biran ritengono l'accordo superato nei fatti con la sentenza che consente loro di riportare il bambino nella loro casa a Travacò Siccomario nel pavese. E rincarano la dose: visto che Shmuel Peleg, come dice anche la sentenza, aveva violato la legge fuggendo con il piccolo in Israele, e lo aveva sottratto illegalmente alla custodia della tutrice, ora chiedono che le visite di Eitan ai nonni avvengano sempre in presenza di una figura di garanzia.
Difficile immaginare quanto Eitan possa avere finora percepito di tutto quello che gli sta accadendo intorno, come se non bastasse la tragedia che gli ha sconvolto la vita portandogli via i genitori e il fratellino. A parole tutti dicono di voler pensare e di agire solo per il bene del piccolo.
Ma il dolore che accomuna e acceca queste due famiglie ha precipitato la situazione ormai all'estremo, e chissà quando- e in che modo- i due rami decideranno di deporre le armi. Ci vorrà almeno una settimana per la decisione sul ricorso di Shmuel Peleg, poi se il verdetto non sarà ribaltato, la zia potrebbe fare rientro in Italia ed Eitan cominciare il suo percorso scolastico e riabilitativo.