UN ALTRO GRANDE SUCCESSO DELL’OMS – IERI LA RESPONSABILE DELL’ORGANIZZAZIONE PER LA GESTIONE DELLA PANDEMIA, MARIA VAN KERKHOVE, HA ANNUNCIATO CHE BABBO NATALE “È IMMUNE AL VIRUS”. OGGI DAL BELGIO ARRIVA LA NOTIZIA DI UN FIGURANTE VESTITO DA SANTA CLAUS CHE HA INFETTATO 75 PERSONE IN UNA CASA DI RIPOSO, TRA OSPITI E PERSONALE, RIVELANDOSI UN SUPER-SPREADER. COME AL SOLITO, QUANDO DICONO UNA COSA, SUCCEDE IL CONTRARIO!
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1 – BABBO NATALE È IMMUNE. LO DICE L’OMS
Estratto di un articolo de “il Giornale”, pubblicato da “Anteprima. La spremuta di giornali di Giorgio dell’Arti”
Babbo Natale è immune al Covid-19. Lo ha assicurato Maria van Kerkhove, responsabile dell’Oms per la gestione della pandemia, chiarendo un dubbio che ha angosciato i bambini di mezzo mondo. «Comprendo la preoccupazione visto che è un anziano vi posso assicurare che è immune al virus».
La funzionaria ha fatto sapere di aver avuto un breve contatto: «Sta bene, così come sua moglie, sono entrambi molto occupati». Van Kherkove però ha ricordato ai più piccoli di rispettare il distanziamento con Babbo Natale.
2 – BELGIO, 75 INFETTI IN UNA CASA DI RIPOSO: IL SUPER-DIFFUSORE È "BABBO NATALE"
Gerry Freda per www.ilgiornale.it
In Belgio è di recente esploso lo scandalo del Covid introdotto all’interno di un ospizio ad opera di “Babbo Natale”. Un figurante vestito da Santa Claus si sarebbe infatti rivelato un “super-diffusore” del virus, contagiando decine e decine di ospiti di quella casa di riposo nonché membri del personale sanitario lì impiegato.
Tale vicenda ha di conseguenza scosso il Paese, già scioccato dal fatto che proprio il Belgio ha ormai registrato, a livello mondiale, il più alto numero di morti da coronavirus per milione di abitanti. I contagi locali, inoltre, non sembrano rallentare, ma aumentano di oltre 2mila unità al giorno, costringendo il governo a ipotizzare, per il periodo natalizio, misure drastiche di contenimento del morbo.
Relativamente al caso dell’ospizio, un figurante travestito da Sinterklaas, ossia la versione fiammingo-olandese di Babbo Natale, ha visitato la settimana scorsa, insieme a dei suoi collaboratori travestiti da Zwarte Piet (“Peter il nero”, ossia il folkloristico aiutante di Babbo Natale caratterizzato da un volto appunto annerito), una casa di riposo di Mol, in provincia di Anversa, nelle Fiandre.
Il gruppo di figuranti era stato accolto allora con entusiasmo dagli anziani e dal personale della casa di cura Hemelrijck. Quegli attori si erano recati allora presso tale struttura, su invito dei dirigenti della medesima. per rivolgere calorosi auguri di Natale agli ospiti e agli impiegati del centro. Tre giorni dopo quella visita, però, il Babbo Natale in questione accusava problemi di salute e risultava positivo al coronavirus, costringendo le autorità sanitarie locali a fare tamponi agli ospiti e ai dipendenti del ricovero citato, ossia alle ultime persone entrate in contatto con il soggetto infetto.
Al termine dei test, i funzionari della Sanità fiamminga hanno accertato che quel Sinterklaas avrebbe agito da vero e proprio super-diffusore del contagio, infettando ben 75 persone all’interno dell’ospizio di Mol.
Nel dettaglio, il figurante avrebbe trasmesso il Covid a 61 anziani e a 14 dipendenti della struttura socio-assistenziale. Uno dei 75 infettati sarebbe stato già ricoverato in terapia intensiva.
Il super-contagio ad opera di Babbo Natale sarebbe stato favorito, come hanno suggerito alcune foto pubblicate di recente sul web, dal fatto che, al momento della visita all’ospizio da parte del figurante incriminato e dei suoi assistenti vestiti da Zwarte Piet, non sarebbero state rispettate le misure precauzionali anti-Covid.
Le immagini citate mostrano infatti Sinterklaas e i propri collaboratori, pur muniti tutti di mascherine, avvicinarsi troppo agli anziani ospiti della Hemelrijck, contravvenendo alla raccomandazione per cui la distanza interpersonale di sicurezza dovrebbe essere almeno di un metro e mezzo.
In alcune istantanee, inoltre, si scorgono addirittura degli anziani che, nel corso della visita dei figuranti, non indosserebbero alcuna mascherina. Nonostante quanto denunciato dalle foto, i rappresentanti della casa di cura, dopo la scoperta delle decine di contagiati tra ospiti e dipendenti della struttura, hanno subito assicurato che, durante la visita di Babbo Natale presso la residenza per anziani, tutte le misure precauzionali sarebbero state rispettate.
La linea difensiva dei vertici del centro socio-assistenziale non ha però affatto convinto il sindaco di Mol, Wim Caeyers, che ha condannato l’irresponsabile decisione dei primi di organizzare la visita natalizia incriminata, parlando di “giorno nero” per la Hemelrijck.
Il primo cittadino, dopo avere puntato il dito, in merito alla causa del recente maxi-contagio, contro il figurante che ha impersonato Sinterklaas e i vertici dell’ospizio, ha promesso di attuare, con l’aiuto delle autorità provinciali, tutte le misure necessarie a impedire il propagarsi dell’infezione in tuta la sua cittadina e nell’intero territorio di Anversa.
Nel frattempo, i dirigenti di Armonea, ossia la società che gestisce proprio la residenza per anziani in cui si sono verificati tutti quei contagi, hanno diffuso un comunicato in cui si dichiarano “scioccati” per ciò che è capitato nella struttura e in cui contestualmente promettono di effettuare tutti gli interventi necessari a impedire ulteriori infezioni di propri dipendenti e di anziani affidati loro.
Nonostante in Belgio stiano tutti attribuendo ai figuranti e ai rappresentanti della casa di risposo locale la responsabilità delle 75 infezioni in quell’ospizio, una voce fuori dal coro è stata quella di Marc Van Ranst, uno dei principali virologi nazionali nonché docente presso l’università di Lovanio. Egli ha infatti messo in dubbio il fatto che il maxi-contagio all’interno della Hemelrijck possa essere responsabilità del figurante vestito da Babbo Natale, affermando: “Stiamo parlando di un numero di infezioni che è troppo alto anche per un super-diffusore”. Per il docente, la causa delle decine e decine di casi positivi riscontrati in quell’ospizio non coinciderebbe quindi con la visita di quegli attori, bensì, piuttosto, con la “scarsa ventilazione” degli ambienti della medesima residenza per anziani.