ALZATE GLI OCCHI, PLEASE - A PIGALLE, IL QUARTIERE PIU' NOTTAMBULO DI PARIGI, UNA TROUPE TEATRALE DI ATTORI, MUSICISTI, DRAG QUEEN E TRASFORMISTI SI ESIBISCONO DAVANTI ALLA FINESTRA DI CASA PER OFFRIRE LO SPETTACOLO AI PASSANTI - RISULTATO? CENTINAIA DI SPETTATORI SUI MARCIAPIEDI E AI TAVOLINI CANTANO E BALLANO - BRUNO AGATI, FONDATORE DELLA COMPAGNIA: "UNA SERA DELLA SCORSA ESTATE HO APERTO LE DUE FINESTRE DEL MIO APPARTAMENTO E..."

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Elisabetta Rosaspina per il "Corriere della Sera"

 

Tres mixity Tres mixity

Succede regolarmente ormai da un anno, ogni due settimane (per non disturbare troppo il vicinato), in rue des Abbesses, ai piedi della collina di Montmartre: alle 20.30 in punto di sabato e domenica, si accendono le luci della ribalta al secondo piano del civico numero 30 e, al ritmo dei grandi classici della canzone francese e internazionale, incorniciati da cinque finestre dagli infissi argentati, appaiono Dalida, Charles Aznavour, Beyoncé, Lady Gaga, Cher, Liza Minelli, Freddie Mercury, Donna Summer o Johnny Hallyday, in un tripudio di parrucche bionde e brune, abiti da sirena, paillettes, piume di struzzo, pantaloni attillati di pelle nera e bretelle di cuoio su muscolosi toraci nudi, insomma tutto il vivace equipaggiamento delle star originali.

 

Tres mixity locandina Tres mixity locandina

La musica e le voci live rimbombano nella via, centinaia di spettatori sui marciapiedi e ai tavolini dei bistrot dirimpetto cantano e ballano, alcuni volontari - in allusivi gilet rosa - distribuiscono mascherine, vigilano sulle distanze di sicurezza e aiutano le auto a fendere la folla. Monumentali drag queen, in corsetto e orecchini di strass, pendenti su spalle da nuotatore, pattugliano ancheggiando la strada per evitare incursioni di fan nel palazzo e per raccogliere le offerte nelle loro bombette.

 

Fanno tutti parte di «Très Mixity», una troupe teatrale di attori, musicisti, drag queen, trasformisti che non sopportavano di vedere il quartiere più nottambulo di Parigi, Pigalle, languire nella segregazione imposta dal Covid. Tuttora, dopo un anno e mezzo, il Moulin Rouge non ha riaperto i battenti e le vedette del french can can - quasi tutte straniere - non sono ancora tornate.

 

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«Così, una sera della scorsa estate - racconta Bruno Agati, fondatore della compagnia, ballerino e insegnante di modern jazz, coreografo e regista teatrale di lungo corso - ho aperto le due finestre del mio appartamento e, con un amico, abbiamo messo la musica e iniziato a ballare per un paio di minuti. I passanti si fermavano, alzavano lo sguardo, fotografavano, applaudivano. Ho chiamato i miei artisti e la volta dopo eravamo in cinque a offrire uno spettacolo gratuito di un'ora al pubblico».

 

Era accaduto qualcosa di simile anche ai balconi italiani. Ma Bruno Agati, 61 anni, famiglia corsa con origini italiane, ha in più l'esperienza di spettacolo e della metamorfosi; e un guardaroba zeppo di costumi da diva e di scarpe con tacco a spillo. Oltre a una voce che sa diventare la copia perfetta di quella di Dalida, l'anima del repertorio. Le sue foto sono ovunque in casa.

 

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Alla seconda replica, comunque, era arrivata la polizia, «ma la nostra iniziativa è piaciuta al sindaco del XVIII arrondissement - sorride in quella che era la cucina e ora è il suo backstage - e abbiamo ottenuto subito tutte le autorizzazioni. Adesso sogno che la sindaca, Anne Hidalgo, ci permetta di esibirci dalle finestre dell'Hotel de Ville».

 

Ma intanto la vicina di ballatoio, Beatrice, aveva messo a disposizione le sue, ben tre, e il palcoscenico si è ampliato, come il numero dei cabarettisti convocati sulla scena. Nasceva così «Levez les yeux!», alzate gli occhi!, uno degli appuntamenti serali più attesi a Pigalle, con la benedizione anche del parroco di Saint Jean de Montmartre, la chiesa sulla piazza accanto: «Ci ha detto: mi sembrate angeli che appaiono alle finestre». Gli angeli della rinascita di Paris la nuit.

 

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