AMATO INGRANA LA RETROMARCIA SU USTICA: “HO SOLO RIMESSO SUL TAVOLO UN’IPOTESI GIÀ FORTEMENTE RITENUTA CREDIBILE, NON PERCHÉ AVESSI NUOVI ELEMENTI, MA PER SOLLECITARE CHI LI HA A PARLARE” – POI ACCUSA “REPUBBLICA” DI AVER AMPLIFICATO LA PORTATA DELLE SUE PAROLE: “DEI TITOLI CON CUI UN’INTERVISTA VIENE PRESENTATA NON RISPONDE L’AUTORE. NON HO RACCONTATO NULLA DI NUOVO” – I MOLTI “NON RICORDO”, LE DEPOSIZIONI INCONGRUENTI E L’AMMISSIONE: “HO UN’ETÀ AVANZATA, NON HO RICORDI SEMPRE PERFETTI” - LO SCAMBIO DI MAIL CON LA “VERITÀ”

-


giuliano amato foto mezzelani gmt009

Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “La Verità”

 

Le dichiarazioni dell’ex premier e presidente emerito della Corte costituzionale Giuliano Amato su Ustica sono state la classica tempesta in un bicchiere d’acqua. Per lo meno questo sostiene il diretto interessato a cui abbiamo chiesto di spiegare il senso delle sue esternazioni pubblicate sabato su Repubblica accompagnate dal roboante titolo «Ecco la verità su Ustica».

 

«La ringrazio dell’attenzione. Io ho solo rimesso sul tavolo una ipotesi già fortemente ritenuta credibile, non perché avessi nuovi elementi, ma per sollecitare chi li ha a parlare, a dire la verità. Non altro» ci ha spiegato con grande cortesia dopo aver ricevuto il nostro lungo papiro elettronico con richiesta di chiarimenti.

 

STRAGE DI USTICA

Ma se non c’erano elementi di novità, perché le sue parole siano state offerte ai lettori come una clamorosa svolta? Spiegazione: «Dei titoli con cui un articolo o un’intervista vengono presentati - lei lo sa quanto me - non risponde l’autore. Come già le ho detto, io non ho raccontato nulla di nuovo. Non era nelle mie possibilità, non era nelle mie intenzioni.

 

GIULIANO AMATO E IL CASO USTICA - VIGNETTA BY GIANNELLI

Volevo riportare il tema all’attenzione, sollecitare chi potrebbe convalidare quell’ipotesi a parlare. Gli anni passano, le famiglie sono lì convinte che la verità non sia ancora venuta fuori, e i testimoni rimasti possono andarsene presto. Come può capitare a me, data la mia età». Dunque la scelta di riaccendere il faro sull’antico disastro sarebbe legata anche a questioni di anagrafiche, avendo l’importante testimone compiuto 85 primavere.

 

Ma che cosa ha detto di così sconvolgente Amato, tanto da costringere il governo di Parigi a replicare a stretto giro? Ecco: «La versione più credibile è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno.

 

IL RECUPERO DEI RESTI DELL AEREO DC9 DI ITAVIA

Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. Gheddafi fu avvertito del pericolo e non salì sul suo aereo. E il missile sganciato contro il Mig libico finì per colpire il Dc9 dell’Itavia che si inabissò con dentro 81 innocenti. La Francia su questo non ha mai fatto luce. Avrei saputo più tardi - ma senza averne prova - che era stato Bettino ad avvertire Gheddafi del pericolo nei cieli italiani».

 

craxi amato

La versione del Craxi «spione» è stata subito smentita dai figli dell’ex leader socialista e allora Amato con noi ha precisato: «Purtroppo non ricordo chi mi disse che era stato Craxi a informare Gheddafi, anche se il ricordo è rimasto». Successivamente è tornato sull’argomento: «Su chi informò Gheddafi è ben possibile che ci sia stata confusione di date, fra l’86 (quando fu Craxi) e l’80, quando, secondo Luigi Zanda (ex portavoce di Cossiga, ndr) oggi, furono i servizi. Onestamente non riesco a dire se la confusione l’ho fatta io o se l’ha fatta chi mi parlò di Craxi come informatore di Gheddafi».

 

GIULIANO AMATO - INTERVISTA A REPUBBLICA SULLA STRAGE DI USTICA - 2 SETTEMBRE 2023

Di certo Amato è un esperto della materia avendo cominciato a occuparsi della tragedia a partire dal 1986, da sottosegretario del governo Craxi, su sollecitazione dell’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Iniziò a studiare il dossier e sostenne da subito che i vertici militari avessero raccontato bugie. Successivamente ha invocato ripetutamente la collaborazione delle autorità di Usa, Francia e Libia. Insomma è stato uno dei governanti che più si è impegnato per risolvere il mistero. Ma qualcosa non torna.

 

FRANCESCO COSSIGA - GIULIANO AMATO

Nel 2008, l’ex presidente Cossiga spiegò in tv che i vertici del Sismi […] lo avevano informato che ad abbattere il Dc9 erano stati i francesi, con un aereo della Marina e un missile non ad impatto, ma a risonanza. Quindi aveva svelato che la stessa velina sarebbe stata recapitata anche ad Amato.

 

I due politici vennero sentiti sia in sede penale che civile e il secondo smentì il primo.

L’ex inquilino del Quirinale il 15 dicembre 2008 raccontò a proposito del presunto ruolo della Francia: «Sono venuto a conoscenza di questo fatto molto tempo dopo il disastro perché presi visione di un’intervista o comunque dichiarazioni dell’allora sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Giuliano Amato». Il quale avrebbe citato come fonte l’ex direttore del Sismi, l’ammiraglio Fulvio Martini.

 

Fulvio Martini

Cossiga ammise di non aver trattato la questione direttamente con Amato, ma di aver cercato Martini per avere delucidazioni su quanto affermato dal giurista torinese: «L’ammiraglio Martini confermò di aver fornito questa informazione ad Amato e precisò altresì che l’aereo francese aveva in realtà come missione l’abbattimento di un aereo che trasportava il colonnello Gheddafi». Lo 007 avrebbe anche spiegato che «queste informazioni giravano negli ambienti dei servizi».

 

Cossiga ha pure dichiarato che le barbe finte francesi non avrebbero collaborato con quelle italiane e che un altro capo del Sismi, il generale Giuseppe Santovito, gli aveva raccontato che Gheddafi era stato salvato dai servizi del nostro Paese una seconda volta, durante il governo guidato dal futuro Picconatore: «Ma questa circostanza non era stata in alcun modo collegata al disastro».

 

IL VERBALE A CUI FA RIFERIMENTO GIULIANO AMATO SUL CASO USTICA

Infine Cossiga ha puntualizzato che forse l’intervista o le dichiarazioni di Amato non erano effettivamente dell’ex ermellino della Consulta e potevano essere state «attribuite a lui», ma che non sapeva «se a torto o a ragione». Quindi ha confermato per altre due volte che Martini gli aveva assicurato di aver relazionato Amato, ma che non sapeva «se l’informazione fosse stata inoltrata anche ad altre autorità».

 

Il Dottor Sottile, il 16 dicembre 2008, va in aula a negare di aver ricevuto tali notizie da Martini: «Non è vero. È vero però che negli ambienti che si occupavano della questione circolavano queste voci, come del resto altre. Io però non ho mai avuto informazioni specifiche, né ufficiali, né ufficiose che indicassero la Francia come responsabile del fatto».

 

Amato ammette solo che Martini nel settembre del 1986 sollevò qualche dubbio sull’opportunità di affidare a una società francese (la Ifremer), forse collegata in qualche modo ai servizi transalpini, il recupero dell’aereo precipitato in fondo al mare di Ustica, ma poi prosegue: «Successivamente l’ammiraglio, in uno scritto indirizzato non ricordo a chi, affermò che quei dubbi dovessero ritenersi superati».

 

gheddafi

Ma le incongruenze tra le versioni dei due ex presidenti del Consiglio non finiscono qui. Infatti, in un verbale di interrogatorio in sede penale […] Amato aveva raccontato che Martini negli anni ‘80 perorava l’ipotesi della bomba a bordo. Per questo abbiamo inviato le trascrizioni delle sue dichiarazioni all’ex premier, il quale, dopo averle lette e averci ringraziato, porta acqua al suo mulino: «Qui c’è conferma che io pensavo al missile e che lo avevo desunto dallo stesso rapporto della Commissione Luzzatti […]».

 

E, riferendosi alle affermazioni di Cossiga in Tribunale, ragiona: «Anche Simonetta Fiori (la giornalista della Repubblica, ndr), nell’intervista, mi ha posto questo tema. E io ho risposto richiamando anche le condizioni non sempre lucide di Cossiga, del quale tuttavia ho sempre avuto grande stima […]. Ho una età avanzata, non ho ricordi sempre perfetti, ma una cosa del genere dettami da Martini la ricorderei».

 

andrea purgatori articolo simbolo su strage ustica 21 aprile 1984

Ribattiamo che, però, il presidente Cossiga sosteneva che l’ammiraglio Martini gli avesse riferito la versione del missile […]: «Esatto, era una cosa molto diversa. Martini con me non era andato oltre al generico sospetto espresso davanti all’ipotesi Ifremer per il recupero del relitto».

 

Cossiga ha fatto riferimento anche a presunte dichiarazioni pubbliche di Amato… «Se avevo rilasciato interviste prima di quella uscita di Cossiga è cosa che non ricordo» taglia corto l’ex primo ministro. Che conclude: «Ha visto l’articolo di Andrea Purgatori ripubblicato oggi dal Corriere? Utile a spiegare che non ho detto nulla di nuovo». […] «No, davvero, nessuna intenzione di creare difficoltà al governo. Perché mai?».

strage ustica 9
FRANCESCO COSSIGA - GIULIANO AMATO
strage ustica
CRAXI E GIULIANO AMATO 4
CRAXI E GIULIANO AMATO
bettino craxi giuliano amato e giorgio benvenuto
STRAGE DI USTICA - LA DINAMICA DELL INCIDENTE
dc9 itavia strage di ustica