ANCHE A KABUL OGNI TANTO C'È IL LIETO FINE - È STATO RITROVATO IL NEONATO CHE ERA STATO AFFIDATO DAI GENITORI AI SOLDATI AMERICANI DURANTE LA CAOTICA EVACUAZIONE DALL’AFGHANISTAN AD AGOSTO: DI LUI SI ERANO PERSE LE TRACCE, MA ORA È AL SICURO DOPO ESSERE SCAMPATO A UN TENTATIVO DI SEQUESTRO - ERA NELL’ABITAZIONE DI UN TASSISTA CHE SI È PRESO CURA DI LUI IN QUESTI MESI, PRESTO POTREBBE TORNARE IN FAMIGLIA... - LA FOTO CON IL MARINE
-Marta Serafini per www.corriere.it
Forse un lieto fine. Sarebbe stato ritrovato e sarebbe già in procinto di essere riportato alla famiglia Sohail Ahmadi, il bimbo afghano scomparso dopo essere stato affidato dai genitori a un marine Usa all’aeroporto Hamid Karzai di Kabul durante il caotico ritiro dall’Afghanistan la scorsa estate.
Lo riporta il Times, secondo cui il bambino, che adesso ha sei mesi, dopo essere scampato a un tentativo di sequestro sarebbe al sicuro ed è stato trovato nell’abitazione di un tassista a Kabul, che si sarebbe preso cura di lui fino a ora.
Mirza Ali Ahmadi e sua moglie Suraya erano all’aeroporto di Kabul il 19 agosto per cercare di lasciare l’Afghanistan dopo l’arrivo al potere dei talebani. Finiti nella calca del dirty river e dell’Abby Gate, con altre migliaia di persone in attesa di entrare in aeroporto per imbarcarsi sui voli di evacuazione, avevano affidato Sohail, che all’epoca aveva due mesi, ai militari Usa temendo che potesse rimanere schiacciato dalla folla.
Ma da quel momento del neonato non avevano avuto più notizie. La coppia era stata poi evacuata con gli altri figli di 17, 9, 6 e 3 anni giungendo a Fort Bliss, in Texas, dopo un lungo viaggio con tappe prima in Qatar e poi in Germania.
Adesso il possibile lieto fine anche se al momento mancano ancora conferme ufficiali sull’identità del piccolo.
Intanto, nonostante le restrizioni alle frontiere, non si è mai fermata la fuga dall’Afghanistan, dove secondo l’Onu si sta consumando «uno dei peggiori disastri umanitari al mondo», che rischia di aggravarsi ulteriormente con l’arrivo dell’inverno.
Da agosto, almeno 290mila persone si sono rifugiate in Pakistan. E molte altre potrebbero cercare di lasciare il Paese nelle prossime settimane, dopo che le autorità talebane hanno annunciato da domani la ripresa del servizio di rilascio di passaporti in tre regioni del Paese, compresa Kabul, che era sospeso da agosto, a parte un tentativo di ripristino a ottobre, interrotto dopo pochi giorni per «problemi tecnici» legati al grande afflusso di richieste.
«I dispositivi biometrici sono stati riparati», ha assicurato oggi il responsabile dell’ufficio, Alam Gul Haqqani, precisando che i passaporti saranno inizialmente rilasciati a coloro che avevano già fatto domanda, mentre le nuove richieste verranno accettate solo dal dieci gennaio.
La decisione dei talebani arriva dopo le forti pressioni della comunità internazionale, cui i talebani continuano a chiedere il ripristino degli aiuti e lo sblocco degli oltre 9 miliardi di dollari della Banca centrale di Kabul congelati all’estero.