ANCHE LA MAFIA NON PUO' FARE A MENO DI DAGOSPIA - MATTEO MESSINA DENARO AVEVA UN PROFILO SU FACEBOOK E UNO SU INSTAGRAM - SU INTERNET SI FACEVA CHIAMARE FRANCESCO AVERNA E DICEVA DI ESSERE UN “MEDICO CHIRURGO SINGLE, LAUREATO ALLA BOCCONI DI MILANO” – SU FACEBOOK AVEVA CINQUE AMICI DI CUI QUATTRO GIOVANI DONNE. SU INSTAGRAM SEGUIVA 447 PROFILI (TRA CUI DAGOCAFONAL) E AVEVA 63 FOLLOWER. NON PUBBLICAVA, MA SCAMBIAVA MESSAGGI PRIVATI CON TANTE DONNE CHE…

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Estratto dell’articolo di Salvo Palazzolo per "la Repubblica"

 

l account di matteo messina denaro su facebook

[…]dottor Francesco Averna, “medico chirurgo, laureato all’Università Bocconi di Milano, single”, così si presentava Matteo Messina Denaro. […] stava anche sui social: su Facebook e su Instagram. Come foto del profilo aveva messo un cagnolino con un fazzoletto al collo. È un’altra delle scoperte fatte dai carabinieri del Ros e dalla procura di Palermo dopo l’arresto del superlatitante, avvenuta il 16 gennaio dell’anno scorso.

 

Su Facebook, Francesco Averna risultava avere solo cinque amici: quattro giovani donne, tre di Campobello di Mazara, dove viveva, e un negozio di abbigliamento sportivo di Partanna, altro centro della provincia di Trapani. Su Instagram, invece, “F.Averna” seguiva 447 profili e aveva 63 follower. Una piccola comunità per l’ultimo mafioso delle stragi che è stato ufficialmente un fantasma per 30 anni ma poi viveva tranquillamente fra Campobello e Palermo.

 

matteo messina denaro

Probabilmente, viaggiava anche tanto, nel resto dell’Italia e all’estero. L’indagine condotta dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido sta cercando di ricostruire la lunga latitanza del padrino, con un obiettivo, svelare le sue complicità, le protezioni. Un’indagine complessa, che ha già portato in carcere quattordici persone […]

 

Francesco Averna era invece un nome inventato: i militari del Ros hanno scoperto che con questa identità il latitante si presentò al tecnico della lavastoviglie convocato nella casa di via San Giovanni, a Campobello, nell’agosto 2020. «Fu Andrea Bonafede a chiamarmi – ha spiegato l’operaio ai carabinieri – dicendomi che suo cugino aveva bisogno di una riparazione ». Bonafede, classe 1969, è stato già condannato a 6 anni e 8 mesi a novembre, per favoreggiamento. Adesso, però, i pubblici ministeri Gianluca De Leo e Pierangelo Padova hanno fatto appello, sollecitando una condanna più pesante, per associazione mafiosa.

 

matteo messina denaro 3

[…] Quando i magistrati di Palermo andarono ad interrogarlo in carcere, Messina Denaro si vantò: «Io telefonini non ne ho mai avuti, perché sapevo che appena mi mettevo con la modernità, andavo a sbattere». E aggiunse: «La nostra generazione non aveva il telefonino da giovane, quindi sapevamo come vivere anche senza». Il procuratore de Lucia gli contestò che di cellulari, il giorno dell’arresto, ne avesse ben due. E il boss replicò: «Era solo per necessità: dopo la scoperta del tumore frequentavo ospedali e cliniche e ogni volta mi chiedevano un numero per eventuali comunicazioni». In realtà, l’analisi dei suoi smartphone racconta altro. Messina Denaro era attivissimo sui due profili social, che adesso sono l’oggetto di una indagine molto delicata.

l account di matteo messina denaro su instagram

 

Profilo dopo profilo. Messina Denaro non metteva post pubblici, ma utilizzava molto la messaggistica privata. Con tante donne, alcune delle quali ha incontrato. Altri account con cui era in contatto raccontano della sua vita normale, fra locali e palestre.

 

[…] Già nel 2013 le ricerche di Messina Denaro avevano fatto capolino su Facebook: all’epoca, si sospettava che avvenisse lì il dialogo segreto fra il boss e la sorella Anna Patrizia. La donna aveva scelto il nome di un’imperatrice romana per il suo account, Lucilla. Poco prima di finire in manette, cancellò questo e altri profili in tutta fretta. Soprattutto i messaggi della posta privata.

 

matteo messina denaro seguiva dagocafonal su instagram

Un presentimento? Una soffiata? Dopo il blitz, gli investigatori della Dia poterono contare sulla collaborazione di Facebook, grazie alla Direzione nazionale antimafia e all’Fbi, per tentare di decifrare il mistero: vennero fornite indicazioni sugli indirizzi Ip di alcuni account che dialogavano con “l’imperatrice Lucilla”. Chissà se c’era anche quello di Francesco Averna.

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