ANDA, RIANDA E RUANDA! LA CORTE D'APPELLO DI LONDRA DICHIARA ILLEGALE IL CONTESTATISSIMO PIANO SUI MIGRANTI DEL GOVERNO BRITANNICO CHE PREVEDE DI SPEDIRE IN RUANDA I RICHIEDENTI ASILO ENTRATI ILLEGALEMNTE NEL REGNO UNITO – PER I GIUDICI, IL PAESE AFRICANO HA “FORTI CARENZE” NEL SISTEMA DI ASILO – UN DURO COLPO PER IL PREMIER, RISHI SUNAK, E PER LA MINISTRA DELL'INTERNO, SUELLA BRAVERMAN, GIÀ CRITICATI PER I COSTI ELEVATI DEL PIANO INTRODOTTO DA BORIS JOHNSON…

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RISHI SUNAK SUELLA BRAVERMAN

(ANSA) - La Corte d'appello di Londra ha dichiarato illegale il contestatissimo piano Ruanda voluto dal governo britannico, all'interno della sua draconiana stretta sull'immigrazione irregolare, per il trasferimento di quote di richiedenti asilo in Africa a scopo dissuasivo, ribaltando il precedente verdetto dell'Alta corte.

 

Si tratta di un duro colpo per l'esecutivo di Rishi Sunak e per il disegno di legge noto come Illegal Migration Bill introdotto per fermare gli sbarchi sulle coste inglesi. La corte ha dato quindi ragione al ricorso presentato dai richiedenti asilo e dalle organizzazioni in difesa dei migranti mentre il governo conservatore è uscito sconfitto proprio nei giorni in cui in Parlamento si discute del disegno di legge per fermare gli sbarchi.

 

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Secondo la sentenza, il Ruanda non può essere considerato un Paese terzo sicuro: "A meno che le carenze" nel sistema di asilo della nazione africana non vengano corrette, il trasferimento resta illegale. Il piano era stato introdotto durante l'esecutivo di Boris Johnson ma era rimasto di fatto inattuato per le tante azioni legali avviate.

 

Nei giorni scorsi era scoppiata un'altra polemica, fra l'altro dentro lo stesso partito di maggioranza, per i costi del progetto rivelati dal ministero dell'Interno. E' stato stimato in 169 mila sterline (196 mila euro) l'esborso per il trasferimento di un singolo immigrato dal Regno Unito al Ruanda.

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Proprio su questi dati si è innescato un botta e risposta tra la deputata conservatrice Caroline Nokes, presidente della Commissione per le Pari opportunità della Camera dei Comuni, secondo cui i costi del piano superano i benefici, e la ministra dell'Interno Suella Braverman, fautrice della linea intransigente verso i migranti e convinta sostenitrice dell'iniziativa.

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