A UN ANNO DAL SUICIDIO DELLA GIUDICE FRANCESCA ERCOLINI, PRESIDENTE DELLA SEZIONE CIVILE AL TRIBUNALE DI ANCONA, IL MARITO È STATO INDAGATO PER “MALTRATTAMENTI” – SECONDO L’IPOTESI DELL’ACCUSA, LORENZO RUGGERI, NOTO AVVOCATO DI PESARO, AVREBBE SOTTOPOSTO LA MOGLIE A UNA "VITA NON CONFORME ALLA NORMALE ESISTENZA” – DAI MESSAGGI E DALLE FOTO SCAMBIATI DALLA DONNA CON I FAMILIARI SAREBBERO EMERSE LE PROVE DELLE VIOLENZE SUBITE, CON FOTO DI LIVIDI ED ESCORIAZIONI…

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Estratto dell’articolo di Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”

 

Francesca Ercolini

«Parlai all’obitorio di Pesaro con la sua donna delle pulizie, quel giorno mi raccontò tutto il dramma di Francesca, la sua crisi, la sua profonda depressione per ciò che era costretta a subire da tempo, la violenza del figlio adolescente, le stranezze del marito avvocato...».

 

Si sfoga così Carlo Perrella, cugino strettissimo, anzi si potrebbe quasi dire amico, del giudice Francesca Ercolini, 51 anni, presidente della sezione civile al Tribunale di Ancona, che il 26 dicembre dell’anno scorso si tolse la vita in casa verso mezzogiorno con un foulard al collo, mentre il marito e il figlio erano usciti a comprare dei dolci in pasticceria. Furono loro a ritrovare il corpo.

 

Vivevano tutti e tre nella casa di Pesaro. Lorenzo Ruggeri, 56 anni, è un avvocato civilista molto famoso nella sua città e, per evitare incompatibilità di tipo professionale, la moglie Francesca aveva chiesto il trasferimento ad Ancona. Ma ora, un anno dopo la sua morte, la Procura dell’Aquila, competente per territorio sui casi relativi a magistrati delle Marche, ha indagato l’avvocato Ruggeri per «maltrattamenti» e un altro procedimento presso il Tribunale dei Minori pende anche a carico del figlio quindicenne della coppia, accusato di essere concorrente nel reato.

Francesca Ercolini

 

Secondo l’ipotesi dell’accusa, il marito avrebbe sottoposto la donna «a una vita non conforme alla normale esistenza». […]  Con la madre lei si scriveva ogni giorno, le mandava whatsapp, video, prezioso materiale che si è conservato «per mezzo di quotidiano backup — così annota la Procura dell’Aquila — consigliato dalla vittima “perché se ne abbia memoria”...».

Dalle chat sarebbero emerse tracce inequivocabili di lividi ed escoriazioni su varie parti del corpo, che «sarebbero il risultato delle violenze domestiche cui era sottoposta la donna», scrive chi indaga.

 

Anche il cugino di Francesca, Carlo Perrella, molisano come lei, conserva un ricordo di questo tipo: «Venne ad agosto dell’anno scorso a inaugurare un busto dedicato a mia madre, l’ex consigliera regionale del Molise Angiolina Fusco Perrella, morta nel 2021. Io stesso mi accorsi di certi lividi in volto. Il figlio ha dei problemi ma lei non ne voleva parlare». […]

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