ARMATA LESSA – GRAZIE ALL’INTELLIGENCE MILITARE L’ESERCITO UCRAINO HA RESPINTO L’ASSALTO DEI SOLDATI RUSSI NEL DONETSK MERIDIONALE UCCIDENDO PIÙ DI MILLE UOMINI E FACENDO SALTARE IN ARIA ALMENO 120 CARRI ARMATI – GLI UOMINI DI ZELENSKY AVEVANO VISTO LE UNITÀ RUSSE CONCENTRARSI IN QUELLA ZONA E GLI HANNO TESO UNA TRAPPOLA – I VIDEO DAI DRONI UCRAINI: I RUSSI SCAPPAVANO E I LORO MEZZI SCHIACCIAVANO I SOLDATI CHE FUGGIVANO… - VIDEO
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Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
La mattina dell’11 febbraio le unità corazzate russe muovono dal villaggio di Pavlivka verso quello di Vuhledar, a tre o quattro chilometri di distanza. Ma le forze speciali ucraine sono in allerta. È dal 3 febbraio che vedono crescere la concentrazione delle truppe nemiche qui, nella regione del Donetsk meridionale dove il Donbass si allunga verso Mariupol e s’incunea nella zona di Zaporizhzhia.
Una regione strategica: chi la domina può aspirare a controllare l’Ucraina meridionale. «La nostra intelligence aveva avvisato che l’attacco era imminente, così la notte precedente avevano mandato i commando nei campi attorno ai villaggi e avevano deposto migliaia di mine su quelle che avevano stimato potessero essere le direttive dell’avanzata. All’alba avevano visto il fumo di centinaia di motori diesel appena accesi: era la conferma.
Hanno lasciato che le colonne entrassero nel profondo dei campi minati, quindi, con le prime deflagrazioni che mettevano fuori uso i cingoli dei carri di testa, sono entrate in azione le artiglierie, assieme a droni armati, mortai e pattuglie dotate di missili terra aria Javelin e Nlaw», ci raccontano nelle sale comando delle unità ucraine nella cittadina di Kurakhove, a una decina di chilometri dal luogo del massacro.
[…] I filmati zoomano su decine di soldati che cercano riparo dietro i mezzi in fiamme e nei crateri delle bombe. È il caos della battaglia, alcuni carri cercano la fuga e schiacciano i loro soldati, sulle torrette hanno preso fuoco le borse contenenti sacchi a pelo, vettovaglie e zaini.
«In 48 ore, tra l’11 e 12 febbraio perdono la vita oltre 1.000 uomini della 40esima e 150esima brigata dei marines russi, le due unità sono decimate e non più in grado di combattere. Secondo lo Stato maggiore russo i loro morti sono 500, ma noi valutiamo siano almeno il doppio, compresa la distruzione di 120 mezzi, di cui 65 tank T-72B e T-80, che sono il meglio della tecnologia bellica russa», ci dicono ancora mostrando le mappe della zona. […]