AVANZA IL MAXI-CONDONO SOTTO LA MADONNINA - CINQUANTA COSTITUZIONALISTI, URBANISTI E ACCADEMICI INVIANO UNA LETTERA-APPELLO ALLA COMMISSIONE DELLA CAMERA SULL’EMENDAMENTO “SALVA-MILANO”: "NON DIVENTI UN CONDONO, CIOE' UN COLPO DI SPUGNA CHE CANCELLI LE INCHIESTE APERTE SULL'URBANISTICA. L'INTENTO DEI PROMOTORI DI SALVARE GLI ACQUIRENTI DEGLI IMMOBILI ‘IN BUONA FEDE’ APPARE UN PRETESTO" – IN BILICO LE SORTI DI ALCUNI NUOVI GRATTACIELI DI MILANO, CHE LA PROCURA RITIENE ABUSIVI – SE SUCCEDE A ROMA SI GRIDA A "MAFIA CAPITALE", A MILANO E' SOLO UN PROBLEMA D'INTERPRETAZIONE DELLA LEGGE…
-APPELLO COSTITUZIONALISTI, SALVA-CASA NON SIA CONDONO MILANO
(AGI) - Una cinquantina di costituzionalisti, tra i quali il vicepresidente emerito della Consulta Paolo Maddalena e Francesco Pallante, giuristi, urbanisti, accademici come Tomaso Montanari, hanno inviato una lettera- appello ai trenta componenti della Commissione della Camera che sta discutendo i cosiddetti emendamenti 'salva-casa' "affinche' non diventino un condono 'salva-Milano, cioe' un colpo di spugna che cancelli le inchieste aperte sull'urbanistica dalla Procura di Milano".
I firmatari, si legge nella missiva visionata dall'AGI, chiedono "che il Parlamento ribadisca l'assoluta inderogabilita' della norma urbanistica che garantisce un minimo di dotazioni di servizi e di verde necessari alle citta'" e rendono noto "l'intento di avvalersi di ogni strumento utile per opporsi alla preannunciata deriva, anche nella convinzione che evidenti profili di illegittimita' non passerebbero indenni da una pronuncia della Corte Costituzionale".
Chi ha sottoscritto il documento sostiene che l'intento esplicitato dai promotori del 'salva-casa' di salvare gli acquirenti degli immobili "in buona fede" sarebbe soltanto "un pretesto". "Se cosi' fosse, il cosiddetto emendamento 'salva-Milano non dovrebbe andare oltre questo comprensibile obiettivo e quindi dovrebbe riguardare soltanto gli incolpevoli acquirenti degli immobili, senza alcuna sanatoria per operatori, professionisti, funzionari e dirigenti che avessero violato le leggi vigenti, le cui eventuali responsabilita' vanno lasciate all'accertamento della magistratura.
Nel percorso di approvazione del decreto, volto ad annullare le contestazioni sollevate dalle inchieste giudiziarie sull'urbanistica aperte a Milano, si rischia infatti di cancellare decenni di cultura urbanistica che e' alla base del necessario equilibrio fra protezione delle cose e sfruttamento delle stesse, fra fruizione e conservazione, fra la garanzia del diritto privato di proprieta' e l'esercizio delle potesta' pubbliche chiamate a conformarlo per assicurarne la funzione sociale, a vantaggio di tutti".
Tra i temi toccati nella lettera c'e' "la questione degli standard urbanistici fissati dal dm 1444/68, un risultato di grande equilibrio perche' fissa i diritti della collettivita' nel rispetto dei diritti degli operatori immobiliari". I firmatari chiedono con forza che il Parlamento ribadisca l'assoluta inderogabilita' del dm 1444/68, che costituisce un minimo, non un massimo, di dotazioni di servizi e di verde necessari alla vita nelle citta'".
Anche nel caso fosse approvato, "l'emendamento 'salva-Milano' non dovra' comunque riguardare il futuro: dopo la conversione in legge del decreto, l'edilizia milanese (e, piu' in generale, quella italiana) dovra' svolgersi nel rigoroso rispetto delle leggi poste a tutela di tutti, fermo altrimenti l'intento dei sottoscritti firmatari di avvalersi di ogni strumento utile per opporsi alla preannunciata deriva, anche nella convinzione che evidenti profili di illegittimita' non passerebbero indenni da una pronuncia della Corte costituzionale".
Tra gli altri firmatari, ci sono anche Luigi De Falco, vicepresidente di 'Italia Nostra', i costituzionalisti Massimo Villone e Carlo Iannello, gli urbanisti Vezio De Lucia e Paolo Berdini.