AVETE VOLUTO ALEXA? MO’ VI BECCATE GLI HACKER – CON L’INTERNET DELLE COSE E GLI IMPIANTI PER LA DOMOTICA OGNI OGGETTO DOMESTICO È COLLEGATE A INTERNET. QUESTO SIGNIFICA CHE I PIRATI INFORMATICI POSSONO INTRUFOLARSI E COLPIRE ANCORA MEGLIO – ATTRAVERSO UNA SEMPLICE LAMPADINA, PER ESEMPIO, POSSONO ISOLARE SUONI, CONVERSAZIONI E CONVERTIRE LE VIBRAZIONI DELLA LUCE IN…
-Lorenzo Nicolao per www.corriere.it
Case intelligenti
Prima si parlava di impianti per la domotica, ora la terminologia più diffusa fa riferimento all'internet delle cose. Di fatto la connessione che fino a non troppi anni fa era prerogativa di un computer domestico è presto diventata caratteristica principale di un numero sempre maggiore di oggetti, tutti collegati alla connessione wi-fi di casa, in modo da interagire fra loro e rispondere ai comandi di uno smartphone, anche a notevole distanza.
Si parla di un mercato che negli ultimi 12 mesi ha registrato una crescita del 40%, per un valore in Italia di 530 milioni di euro. Tutto questo è estremamente comodo, ma se anche una sola lampadina risulta connessa a internet, l'effetto collaterale rispecchia il fatto che basti intercettare questa per colpire a livello informatico un'intera smart home.
La falla del sistema
In questo ambito gli hacker hanno già individuato le falle del sistema, attraverso le quali possono entrare nei computer centrali e colpire direttamente gli utenti attraverso la medesima connessione internet.
Attraverso una semplice lampadina si possono isolare suoni, conversazioni, vibrazioni, basterebbe un binocolo a 25 metri di distanza e, grazie a questa osservazione, convertire le vibrazioni della luce in linguaggio codificato per far comunicare i vari apparecchi della casa intelligente. Sembrano prossimi a una teoria fantascientifica, ma questi rischi sono stati ampiamente studiati dai ricercatori del Negev & Weizmann Institute of Science di Israele, in collaborazione con l'Università Ben Gurion.
Lampadine smart
Secondo gli studiosi, sembra che a quel punto gli hacker possano facilmente violare la rete wireless, quindi l'intero sistema e la privacy degli utenti, manomettendo e controllando di fatto l'impianto di domotica.
Fra i sistemi più esposti sembra vi siano proprio apparecchi come Alexa, Google Home e Siri, ma allo stesso modo tanti bug iniziali sono stati a mano a mano perfezionati per evitare questo tipo di attacchi. In tanti casi la possibilità di intercettare la vibrazione luminosa delle lampadine è davvero limitata, come l'appetibilità dei singoli criminali informatici verso la casa privata di normali cittadini.
Rischi esponenziali
I pericoli crescono dal momento che, identificata la fragilità del sistema "intelligente" e iperconnesso, questo tipo di tecnologia va gradualmente trasferendosi dalle singole abitazioni a realtà più grandi, come uffici e aziende. Violare la sicurezza di strutture a questi livelli, come per sistemi urbani che in un prossimo futuro potrebbero essere caratterizzati da un sistema smart centralizzato, offre agli hacker maggiori opportunità. In tal senso è quanto mai necessario ricorrere a sistema di sicurezza affidabili, nel momento in cui realtà sempre più complesse fanno riferimento a un'unica connessione, alla quale i diversi apparecchi si collegano.