BABY JIHADISTI CRESCONO - I RECLUTATORI DI TERRORISTI PUNTANO AD ARRUOLARE GLI ADOLESCENTI, ANCHE DI 13 ANNI, CONTATTANDOLI ATTRAVERSO I SOCIAL - I RAGAZZI VENGONO ADDESTRATI IN POCHE SETTIMANE COSÌ DA ESSERE SUBITO PRONTI A COLPIRE LE CITTA' EUROPEE - LA STRATEGIA DEI TERRORISTI E' CAMBIATA: L'OBIETTIVO NON SONO ATTACCHI IN GRANDE STILE, COME QUELLO DEL BATACLAN, MA PIÙ PICCOLI, MAGARI CON L'UTILIZZO SOLO DI UN COLTELLO...
-Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “La Repubblica”
Non è più il tempo dei lupi solitari. O meglio: non è soltanto quel tempo. A spaventare oggi l’Europa, e anche l’Italia, sono i “cuccioli di lupo”, come li chiama un investigatore, cioè ragazzi giovani, alle volte anche giovanissimi (in alcuni casi addirittura 13enni) che vengono avvicinati sul web dai signori del terrorismo.
Radicalizzati nel giro di poche settimane e addestrati immediatamente a colpire: non con le bombe o con i grandi attentati modello Bataclan, ma armati con l’arma più semplice ma nello stesso tempo particolarmente in grado di offendere: il coltello. Così ha colpito il terrorista di Solingen, così un anno fa (gennaio 2023) attaccò un palestinese ad Algecricas. E le lame sono state le armi in tre attentati censiti negli ultimi dodici mesi in Europa (Andalusia, Lisbona, Inghilterra).
[…] Negli ultimi diciotto mesi le espulsioni di possibili terroristi sono state più di 120, una sessantina dal 7 ottobre, quando dopo l’attacco di Hamas a Israele da noi, come in tutto il mondo, c’è stato un innalzamento dei livelli di sicurezza. “Espulsione” è però un termine che se non maneggiato con cura, e soprattutto con competenza, rischia di diventare un pericolo per la democrazia perché «se passa il principio che con nulla si può cacciare via qualcuno da un territorio, sappiamo dove si comincia ma non dove si finisce» spiega un vecchio investigatore che ricorda perfettamente come una certa (in)cultura della sicurezza pensò di affrontare il terrorismo islamico dopo le Torri gemelle: il mercato della paura, il contrario dello Stato di diritto.
In Italia, si diceva, dove la cultura della prevenzione è un faro per tutta le intelligence europee, le espulsioni sono regolamentate da norme e procedure chiare. Che hanno consentito alle nostre forze di polizia di intervenire prima che potesse essere accesa la miccia: se in questi dieci anni difficili di escalation di attentati islamici in tutta Europa, il nostro Paese non ha mai conosciuto un fatto di sangue […]
La norma prevede che i provvedimenti di espulsione possano essere firmati dal ministro dell’Interno, dal Prefetto o dalla Commissione per il riconoscimento della Protezione internazionale sulla base di elementi di polizia o di intelligence molto chiari. […]