BANANE E TAMPONI - IL PORTOGALLO INTRODUCE L’OBBLIGO DI TAMPONE ANCHE PER I VACCINATI CHE VOGLIONO ENTRARE NEL PAESE! LA DECISIONE DI LISBONA HA SPIAZZATO LA COMMISSIONE EUROPEA, CHE APPENA QUALCHE GIORNO FA AVEVA INVITATO I GOVERNI A NON INTRODURRE ULTERIORI RESTRIZIONI PER I PASSEGGERI EUROPEI - ALTRI PAESI STANNO PENSANDO A MISURE SIMILI, MA IL RISCHIO È CHE (COME AL SOLITO) OGNUNO VADA PER I CAZZI SUOI E I CITTADINI NON CI CAPISONO PIÙ NIENTE
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Marco Bresolin per "la Stampa"
Da domani per entrare in Portogallo non sarà più sufficiente esibire il Green Pass con il certificato di vaccinazione: tutti i viaggiatori, anche quelli provenienti dai Paesi dell'Ue, dovranno presentare il risultato di un tampone negativo, oppure la prova di avvenuta guarigione.
La decisione è stata notificata ieri mattina alla Commissione europea, che è rimasta spiazzata perché soltanto pochi giorni fa aveva invitato i governi a non introdurre ulteriori restrizioni per i passeggeri muniti del Certificato Covid Ue (il Green Pass).
Ma la scelta di Lisbona - presa in seguito alla diffusione della nuova variante Omicron - non sembra aver sollevato particolari proteste nelle Capitali Ue, segno che altri governi potrebbero presto seguire questa via. Imponendo il tampone anche ai viaggiatori vaccinati, in controtendenza con le misure che offrono a questi ultimi una sorta di corsia preferenziale.
Il rischio è di tornare a una Babele di regole per i viaggi all'interno dell'Ue, situazione che a Bruxelles vogliono evitare. Anche per questo Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha deciso di convocare una riunione di emergenza dei leader Ue. Il vertice - che sarà in videoconferenza - potrebbe tenersi già venerdì o al più tardi la prossima settimana.
«È fondamentale mantenere un coordinamento stretto» spiega a La Stampa un'autorevole fonte Ue, anticipando i tre temi che saranno sul tavolo dei capi di Stato e di governo. Il primo riguarda i viaggi, all'interno dell'Ue, ma anche per chi arriva da fuori. Il secondo è legato al ritmo della somministrazione delle terze dosi, visto che sui tempi e sulla platea dei beneficiari i Paesi procedono in ordine sparso.
Il terzo riguarda invece la solidarietà internazionale, vale a dire il ruolo che l'Europa intende giocare nella partita decisiva per vaccinare il resto del mondo. Ieri c'è stata una riunione dell'Ipcr, il meccanismo del Consiglio di risposta alle crisi.
I rappresentanti dei 27 sono tornati sulla decisione di bloccare i viaggi dai sette Paesi dell'Africa australe e la Commissione ha sondato il terreno per estendere questo provvedimento anche ad altre aree maggiormente colpite dalla diffusione della nuova variante.
Tra queste ci sarebbero pure Hong Kong e Israele, ma l'idea - anche per motivi «politici» - non ha trovato sostegno. Si è poi discusso della nuova raccomandazione che prevede di ridurre a 9 mesi la durata del Green Pass per i vaccinati, in modo da incentivare la terza dose. I Paesi più grandi sono favorevoli, ma quelli in ritardo con le vaccinazioni sono reticenti perché non farebbero in tempo a somministrare i «booster».
Possibile dunque una deroga di qualche mese rispetto all'entrata in vigore del nuovo provvedimento, al momento fissata per gennaio. Sull'Ue sta poi montando il pressing internazionale per favorire una liberalizzazione temporanea dei brevetti per i vaccini. Bruxelles resta molto cauta e ferma sulle sue posizioni.
«A differenza di altri - prosegue un alto funzionario Ue - noi non blocchiamo l'export e stiamo lavorando con i Paesi africani per incrementare lì la produzione. Sul fronte delle donazioni sì, servono sforzi maggiori. E anche di questo parleranno i leader Ue».