Pierpaolo Lio per www.corriere.it
la banda di ladri acrobati a milano
Una sagoma passeggia davanti all’ingresso di un palazzo signorile in zona Palestro. Sono le 22.53 del 16 ottobre di un anno fa. L’ombra viene ripresa da una telecamera mentre scavalca il cancello del condominio. S’arrampica con agilità sul pluviale per tre piani, passeggia rapido su un cornicione, forza una finestra ed entra. Farà avanti e indietro tre volte, nell’arco di pochi minuti. In ogni viaggio trasporterà abiti e borse griffati Chanel, Prada, Gucci, Louis Vuitton, oltre a gioielli e cinque orologi Patek Philippe, Rolex, Audemars Piguet.
la banda di ladri acrobati a milano
È il raid più ricco. Nella razzia nella casa di Chiara Biasi, influencer da tre milioni di follower , spariscono oggetti e preziosi per 300mila euro. La 32enne fashion blogger aveva lasciato accese luci e tv. Ma a tradirla sono stati i social. La sua uscita per una serata tra amiche era stata documentata dai selfie, annunciando così involontariamente campo libero ai ladri.
la banda di ladri acrobati a milano
Il «pedinamento elettronico» era quasi una costante per i due rom di origini croate arrestati dagli uomini della seconda sezione della squadra mobile, guidati da Marco Calì, e accusati a vario titolo (insieme a un terzo complice ancora ricercato per cui è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) di una serie di furti nelle abitazioni di vip, avvenuti tra ottobre 2021 e febbraio 2022. In manette sono finiti il 21enne Andrea Veljkovic e il 36enne Renato Milenkovic, entrambi pregiudicati e con base al campo nomadi di via Monte Bisbino, a Baranzate.
La batteria di ladri aveva due acrobati capaci di scalare qualunque parete, il terzo era il «palo», e i social facevano da «basista», spifferando i movimenti delle vittime e suggerendo cosa cercare in casa. È andata così anche per il colpo alla coppia Stefano Sensi e Giulia Amodio, lui all’epoca calciatore interista, oggi al Monza, lei influencer. È il 22 dicembre, giorno di Inter-Torino. I social raccontano la presenza di entrambi a San Siro. Ed è nelle ore del match che la banda entra in azione indisturbata in zona Gae Aulenti. Il sopralluogo, la scalata, la porta finestra che cede.
L’allarme invierà un alert alla coppia che però i due vedranno quando è troppo tardi. Il bottino da 200mila euro comprende orologi e gioielli di lusso, borse e vestiti griffati. In casa resteranno però anche tracce di sangue di uno dei ladri, probabilmente rimasto ferito durante le operazioni d’ingresso. È grazie a quel riscontro di dna, insieme al lavoro d’indagine partito da un’auto pizzicata da una telecamere durante il primo raid (il 1 ottobre in zona Brera), che gli investigatori, coordinati dall’aggiunto Laura Pedio e il pm Maurizio Ascione, riescono a individuare i tre.
Il loro ultimo colpo è invece un fallimento. È il 5 febbraio scorso: Milano si ferma per il derby. La banda no. Riescono a infilarsi in un palazzo in zona Portello. Forzano la porta da cui s’accede al tetto. E da là raggiungono uno dei terrazzi sotto. È la casa dell’interista Hakan Çalhanoglu, che però da un po’ s’era trasferito altrove. L’appartamento è deserto. Se ne vanno a mani vuote.
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