BECKHAM, MA VA' A QATAR - AMNESTY INTERNATIONAL HA CHIESTO ALL'EX CAMPIONE INGLESE, CHE HA ACCETTATO DI DIVENTARE "VOLTO DEI PROSSIMI MONDIALI" NELL'EMIRATO, DI "INFORMARSI SULLA SITUAZIONE PREOCCUPANTE RIGUARDO I DIRITTI UMANI" - IN QATAR L'OMOSESSUALITA' E' UN REATO E LE DONNE DEVONO AVERE L'APPROVAZIONE MASCHILE PER SPOSARSI, STUDIARE O VIAGGIARE - COME FARA' BECKHAM A CONCILIARE QUESTO NUOVO RUOLO CON QUELLO ALL'UNICEF?...
-Luigi Ippolito per il corriere.it
Bufera su David Beckham, che ha accettato di diventare il «volto» dei prossimi mondiali di calcio in Qatar e che ora gli attivisti per i diritti umani accusano di prestarsi a una operazione di ripulitura dell’immagine dell’Emirato, i cui standard di rispetto delle libertà fondamentali lasciano molto a desiderare.
L’ex campione inglese avrebbe firmato un contratto col Qatar che gli frutterebbe circa 18 milioni di euro l’anno per i prossimi dieci anni: il calciatore farebbe da «ambasciatore» dell’Emirato, non soltanto per promuovere i Mondiali ma anche per pubblicizzare il turismo.
E il mese scorso Beckham è volato lì per girare un video promozionale. Molto critica la reazione di Amnesty International, che ha chiesto al campione di «informarsi sulla situazione molto preoccupante riguardo i diritti umani in Qatar ed essere pronto a parlarne pubblicamente».
Altri attivisti hanno accusato Beckham di essersi «venduto l’anima», specialmente dopo che aveva fatto pubblica professione di femminismo e aveva dato il suo sostegno ai movimenti omosessuali (e per di più aveva abbracciato volentieri il suo status di icona gay, pur essendo eterosessuale).
In Qatar l’omosessualità è un reato e le donne devono avere l’approvazione maschile per sposarsi, studiare o viaggiare. Ma già due anni fa Beckham, al termine di un viaggio, aveva lodato «i grandi hotel e la grande cultura» dell’Emirato. «Sicuramente – ha commentato un fan su Twitter - essere il volto dei Mondiali e un ambasciatore per l’Unicef non è un conflitto di interessi»?
Fonti vicine a Beckham hanno detto al Times che «alcune delle leggi e delle convinzioni del Qatar differiscono dalle sue, ma i qatarioti hanno sempre detto che tutti saranno benvenuti ai Mondiali e lui ha visto le prove di un reale e sincero impegno con la comunità omosessuale».
E un portavoce del calciatore ha aggiunto che «David ha visitato il Qatar regolarmente per oltre un decennio e ha visto la passione per il calcio in quel Paese e l’impegno che è stato profuso per ospitare i Mondiali». Già dopo che erano emersi i dettagli della corruzione adoperata dal Qatar per aggiudicarsi la competizione nel 2015, Beckham aveva difeso l’Emirato, dicendo che «bisogna portare il calcio in nuovi Paesi: funzionerà». Come asserivano i Romani, «pecunia non olet».