A BERGAMO È TORNATO L’ESERCITO – TRE GIORNI DOPO LE IMMAGINI CHE HANNO FATTO IL GIRO DEL MONDO, I CAMION MILITARI SONO DOVUTI TORNARE PER PORTARE VIA ALTRE 74 BARE. IL FORNO CREMATORIO FUNZIONA 24 ORE AL GIORNO MA NON BASTA PIÙ. IERI SOLO IN CITTÀ CI SONO STATI 48 MORTI. L’OSPEDALE PAPA GIOVANNI HA TRASFORMATO LA SUA TERAPIA INTENSIVA NELLA PIÙ GRANDE D’EUROPA, MA NON C’È POSTO NEMMENO IN UN ANGOLO – VIDEO
-
<iframe framespacing='0' frameborder='no' scrolling='no' src='https://video.corriere.it/video-embed/f0abbed6-6b67-11ea-8bdc-8d7efa0d8720?playerType=article&autoPlay=false&playerType=embed&tipo_video=embed_norcs' width='540' height='340' allowfullscreen></iframe>
<iframe allowfullscreen frameborder="0" width="698" height="573" scrolling="no" id="molvideoplayer" title="MailOnline Embed Player" src="https://www.dailymail.co.uk/embed/video/2133416.html"></iframe>
Tre giorni dopo, è tornato l’Esercito al cimitero di Bergamo per portare via altre 74 bare. Una scena che si era già vista mercoledì sera, quando erano stati portati via 65 feretri per la cremazione in altre città. Il forno crematorio di Bergamo funziona 24 ore al giorno, ma non basta più. Ieri, solo in città, ci sono stati 48 morti. Così anche stamattina (sabato 21 marzo), le bare vengono portate via, dopo che Palazzo Frizzoni ha preparato i documenti: per spostare ogni bara serve un documento di trasporto. Questa volta sono dirette a Ferrara, a Copparo e a Serravalle Scrivia. Le ceneri verranno riportate in città nei prossimi giorni dopo le cremazioni.
L’ospedale Papa Giovanni XXIII, nel giro di un paio di settimane, ha trasformato la sua Terapia intensiva nella più grande d’Europa: ma non c’è più posto neanche nell’ultimo degli angoli. I pazienti vengono trasferiti ovunque si renda disponibile una struttura attrezzata. E così per il cimitero: il forno crematorio lavora 24 su 24, ma le bare stipate, anche nella chiesa, sono diventate troppe.
Il sindaco Giorgio Gori continua a contrastare la contabilità ufficiale, regionale, sul numero dei morti. Per la Regione sono 695, ma per il primo cittadino «sono molti di più». «Il dato ufficiale non è rappresentativo — spiega Gori —. Con gli altri sindaci lombardi chiediamo al governo ulteriori misure restrittive almeno per la nostra regione. Se vogliamo fermare il virus dobbiamo bloccare tutto ciò che non è essenziale».