C'È UNA TELEFONATA CHE INCASTRA I FRATELLI BIANCHI E SMENTISCE IL LORO RACCONTO - UN MINUTO PRIMA DELL'UCCISIONE DI WILLY, GABRIELE E IL SUO AMICO OMAR SHABANI HANNO PARLATO PER 15 SECONDI (MA ENTRAMBI HANNO SOSTENUTO IN AULA DI NON RICORDARE NULLA DI QUELLA CONVERSAZIONE) - UN MINUTO DOPO I BIANCHI SONO GIUNTI NELLA ZONA DELLA MOVIDA DI COLLEFERRO, E DUE MINUTI DOPO STAVANO GIÀ FUGGENDO VERSO ARTENA, LASCIANDO WILLY IN FIN DI VITA SUL SELCIATO…
Clemente Pistilli per roma.repubblica.it
Hanno negato di aver ucciso Willy, hanno scaricato le principali responsabilità sul coimputato Francesco Belleggia e hanno pure giurato che quella maledetta notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 entrarono nei giardini di Colleferro temendo che fossero in pericolo i loro amici, salvo poi rendersi conto che nessuno dei giovani lì presenti voleva aggredire Omar Shabani e Michele Cerquozzi.
C'è però una telefonata che sembra smentire i fratelli Bianchi. Si tratta di una conversazione di 15 secondi tra Gabriele Bianchi e Shabani. E di quella telefonata nessuno dei due vuole parlare.
I gemelli, come erano chiamati i Bianchi per la loro somiglianza, prima dell'aggressione costata la vita al 21enne Willy Monteiro Duarte, insieme all'amico Vittorio Tondinelli e a tre ragazze appena conosciute al pub, si erano appartati nei pressi del cimitero di Colleferro.
Dopo il litigio tra un gruppo di ragazzi del posto, Belleggia e il coimputato Mario Pincarelli, Shabani e Cerquozzi telefonarono più volte a Gabriele Bianchi e a Tondinelli, chiedendogli di tornare perché era tardi, avevano lasciato le fidanzate ad Artena e volevano andar via dalla zona della movida.
"Quando siamo arrivati e abbiamo visto tutta quella folla pensavamo che stessero aggredendo i nostri amici", si sono giustificati i Bianchi che, giunti nei pressi della caserma dei carabinieri, si erano fatti largo tra la folla e, senza un perché, avevano iniziato a tirare calci e pugni.
"Ho colpito Willy, ma non gli ho sferrato io il colpo mortale", ha specificato Marco davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Frosinone. "Io sbagliando ho colpito solo l'amico di Willy, Samuele Cenciarelli, e mi scuso con lui", ha giurato Gabriele.
Una telefonata sembra però smontare anche la tesi dell'equivoco. Alle 3.22 Gabriele, che fino a quel momento aveva solo ricevuto telefonate dagli amici, ha preso il cellulare e ha contattato Omar. Hanno parlato per 15 secondi. Un minuto dopo i Bianchi sono giunti nella zona della movida e due minuti dopo già stavano fuggendo verso Artena, lasciando Willy in fin di vita sul selciato.
Avendo parlato con Shabani un minuto prima di fermare il suv ed entrare nei giardini sembra difficile che Gabriele Bianchi, in primo grado condannato all'ergastolo insieme al fratello Marco, non avesse saputo cosa stava accadendo e quindi non fosse stato rassicurato del fatto che tanto Omar quanto Cerquozzi non rischiavano alcuna aggressione.
Quella conversazione risulta dai tabulati telefonici. Alle 3.24 Matteo La Rocca, amico di Willy, ha scattato una foto alla targa del suv dei "gemelli" e l'ha consegnata ai carabinieri. E alle 3.55 i Bianchi sono stati bloccati ad Artena dai carabinieri, mentre si dirigevano al bistrot del fratello Alessandro e mentre erano "palesemente accaldati e nervosi".
Cosa si sono detti Shabani e Gabriele Bianchi un minuto prima che Willy morisse? In aula Bianchi ha negato di aver fatto quella telefonata e, davanti al tabulato esaminato dai carabinieri, ha detto di non ricordarne il contenuto. Una conversazione di cui ha affermato di aver perso la memoria pure Shabani.
Altri aspetti da chiarire nel prossimo processo davanti alla Corte d'Assise d'Appello del Tribunale di Roma.