BISCOTTI DOLCI, VERITÀ AMARA – DURANTE GLI ANNI DEL NAZISMO IN GERMANIA, QUASI MILLE PRIGIONIERI DEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO PRODUCEVANO BISCOTTI BAHLSEN – LA COSA SI SAPEVA, MA IL NUMERO DELLE PERSONE IMPIEGATE SI PENSAVA FOSSE INFERIORE DI QUATTRO VOLTE - VERENA BAHLSEN, PRONIPOTE DEL FONDATORE HERMANN BAHLSEN, CINQUE ANNI FA DISSE: “I PRIGIONIERI ERANO TRATTATI BENE”, POI SI SCUSO’. INFATTI, NON ERA NEANCHE VERO VISTO CHE…

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Estratto dell’articolo di Sandra Riccio per www.lastampa.it

 

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Bahlsen, la storica azienda familiare tedesca che produce biscotti conosciuti in tutto il mondo, si trova nuovamente a fare i conti con il proprio passato. Nata nel 1889 ad Hannover, nella Germania del Nord, negli anni del Nazismo ha utilizzato lavoratori forzati provenienti dai campi di concentramento. Il fatto era noto.

 

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Adesso un libro, che è uscito in questi giorni nelle librerie tedesche e che è frutto di lunghe ricerche d’archivio, ha svelato che il numero di forzati impiegati nella produzione di biscotti e pasticceria era quattro volte superiore a quanto conosciuto fino ad ora.

 

In passato era stato ipotizzato che circa 200 persone fossero state costrette ai lavori forzati, in prevalenza donne provenienti dalla Polonia e dall’Ucraina. Le nuove rivelazioni portano invece questo dato a quota 800. Queste persone sarebbero state impiegate tra il 1940 e il 1945 proprio nel pieno del Nazismo.

 

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[…] Cinque anni fa Verena Bahlsen, pronipote del fondatore Hermann Bahlsen, aveva attirato molte critiche su di sé (e sull'azienda) dopo aver affermato che i lavoratori forzati della Bahlsen «erano stati trattati bene» e pagati come i lavoratori tedeschi.

 

Dopo questa uscita, alcuni grandi media tedeschi, come Der Spiegel e Die Zeit, avevano effettuato ricerche sul caso Bahlsen e avevano scoperto che le dichiarazioni di Verena Bahlsen sul livello dei salari pagati ai lavoratori forzati non corrispondevano ai fatti: il salario settimanale lordo medio di un lavoratore tedesco all'epoca era di 44 marchi tedeschi mentre, secondo un’analisi delle buste paga della Bahlsen, i lavoratori forzati in azienda ricevevano solo da cinque a dieci marchi.

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Lo studio uscito in questi giorni è stato realizzato dagli storici Manfred Grieger e Hartmut Berghoff e offre un’ampia panoramica dell'epoca. Nel libro di 600 pagine intitolato “La storia della Casa Bahlsen”, che tratta gli anni dal 1911 al 1974 viene descritto come l'azienda abbia sostenuto il regime nazista e abbia tratto profitto dal sistema, in particolare attraverso l'uso di lavoratori forzati. [...]

 

Secondo lo studio, erano alloggiati in baracche ed esclusi dalla vita pubblica. I contatti sociali con i tedeschi erano proibiti e gli uomini che intrattenevano relazioni con donne tedesche rischiavano condanne esemplari. [...]

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