BODA A COME PARLI - VALENTINA FRANCO, LA "SPICCIAFACCENDE" DELL’ALTA DIRIGENTE DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, GIOVANNA BODA, SVELA COME FUNZIONAVA IL SISTEMA MESSO IN PIEDI DA FEDERICO BIANCHI DI CASTELBIANCO, PRESIDENTE DELLA “DIRE”: “CON LA CARTA DI CREDITO CHE LE AVEVA MESSO A DISPOSIZIONE FACEVA SPESE PERSONALI, COME CHIRURGIA O PARRUCCHIERE, O UNGHIE, LASCIANDO ANCHE MANCE GENEROSE. SPENDEVA MILLE EURO A SETIMANA” - “SECONDO ME L’IDEATORE DELL’INTERO SISTEMA ERA LEI…”
-Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della Sera - ed. Roma”
Dai pagamenti per le spese voluttuarie alla lista di favori distribuiti, passando per l'elenco delle scuole «organiche» al sistema messo in piedi al ministero dell'Istruzione. In poche pagine di interrogatorio (affiorate in seguito alla discovery del Tribunale del Riesame) Valentina Franco, spicciafaccende di Giovanna Boda, accusata di rivelazione del segreto d'ufficio, svela metodi e beneficiari della rete intessuta negli uffici ministeriali.
Offrendo al pubblico ministero Carlo Villani che indaga per corruzione alcuni, formidabili assist. Tra cui un'illuminante confidenza circa le rivelazioni a terzi sui singoli progetti in cantiere: «Tutti - dice Franco - eravamo a conoscenza del fatto che parlare di modifiche di bandi dei progetti e dei contratti con persone esterne al ministero non era una cosa legale...». Malgrado ciò le indiscrezioni erano all'ordine del giorno.
La factotum di Boda racconta come Federico Bianchi di Castelbianco, il presidente dell'agenzia Dire finito agli arresti per le stesse vicende in quanto finanziatore del sistema, avesse messo a disposizione una carta di credito per le spese ordinarie della dirigente: «So - dice Franco- che la carta era usata per la Boda. Noi altri non prendevamo nessun rimborso per le spese che avevamo anticipato per la Boda. Faceva principalmente spese personali, come chirurgia o parrucchiere o unghie lasciando anche mance generose. Spendeva 1.000 euro a settimana».
Anche la beneficenza (alcuni aiuti al figlio disabile di una sua conoscente) è a carico di Federico Bianchi di Castelbianco.
Nel corso dell'interrogatorio Franco offre la propria opinione sull'intera vicenda: «Secondo me - racconta - l'ideatore dell'intero sistema era Boda». Certamente quelle esigenze sembrano essere determinanti nell'alimentare un circolo vizioso.
In qualche caso si rendeva necessario trovare degli enti compiacenti per far figurare il pagamento degli stipendi a Franco e agli altri collaboratori: «Il periodo in cui siamo stati senza stipendio - riferisce Franco - il pagamento ci veniva effettuato tramite bonifici dalle scuole. In realtà era il nostro stipendio per l'attività che svolgevamo in favore della Boda».
La tuttofare della dirigente apre poi una parentesi che riguarda proprio le scuole. Alcune beneficiavano di piccoli finanziamenti per progetti didattici e di un trattamento amicale (lecito tuttavia) da parte della numero uno del ministero: «So di queste scuole "amiche" cioè che avevano contatti diretti con Bianchi di Castelbianco.
Non necessariamente venivano scelte dalla Boda. Erano quelle che risultavano più "disponibili". Conosco ad esempio ...il Regina Elena a Roma; poi c'erano dei progetti piccoli al Virgilio di Roma di cui era preside la Vocaturo (Rosa Isabella Vocaturo, ndr). Valentina Franco fa anche mettere a verbale un altro favore: «A Catania c'era Rachele Sempreviva, nipote del marito della Boda...di questo sono sicura che il marito non sapesse nulla. Le veniva pagato da Bianchi di Castelbianco l'affitto della casa, l'università e lo stipendio».