BRUTTE NOTIZIE PER CHI HA RIEMPITO IL MATERASSO DI BANCONOTE - DAL PRIMO LUGLIO NUOVA STRETTA SUL CONTANTE: IL TETTO SCENDE DI NUOVO A 2 MILA EURO (IL GOVERNO RENZI LO AVEVA RIALZATO A 3 MILA, QUATTRO ANNI FA) – PER CIFRE SUPERIORI NON SI PUÒ PAGARE CASH, MA SOLO CON CARTE, ASSEGNI E BONIFICI – ERA STATO DECISO NELLA MANOVRA DI DICEMBRE E NON C’ENTRA IL VIRUS, ANCHE SE CON LA PANDEMIA LE ABITUDINI SONO CAMBIATE…
-Massimiliano Jattoni Dall’Asèn per il “Corriere della Sera”
Dal primo luglio nuova stretta al cash. Il tetto per i pagamenti in contanti scende a 2.000 euro (per l'esattezza 1.999,99) dai 3.000 che aveva fissato Renzi quattro anni fa. Per cifre superiori si devono continuare a usare strumenti di pagamento tracciabili dal Fisco, come bancomat, carta di credito, assegni e bonifici.
La nuova soglia però resterà in vigore un anno e mezzo soltanto, per poi dimezzarsi ulteriormente a partire dal primo gennaio 2022, quando tornerà al tetto dei 1.000 euro introdotti dal governo Monti al momento del suo insediamento alla fine del 2011. Il nuovo limite riguarda anche le donazioni e i prestiti, anche se fatti tra familiari.
Niente paura invece per i pagamenti rateizzati in contanti (per esempio, come in caso di cure dentistiche) e per i versamenti e i prelievi eseguiti sul proprio conto corrente, perché non essendo trasferimento di denaro tra soggetti diversi non prevede un tetto e non incappa in alcuna trasgressione.
Stessa cosa vale per gli imprenditori che prelevino utile sopra la soglia dalla propria ditta individuale o conferiscano denaro per finanziare la propria attività. Questa nuova stretta all'uso del contante nulla ha a che fare con i tanti interventi del governo in questi tempi di emergenza da coronavirus.
L'introduzione del nuovo tetto ai pagamenti cash è infatti una norma contenuta nella legge di Bilancio, approvata a dicembre dello scorso anno, come strumento per combattere l'evasione fiscale in maniera più efficace. Indubbiamente, però, una spinta a modificare le abitudini e prediligere la tracciabilità dei pagamenti il lockdown l'ha data, con la sua chiusura forzata di molti negozi e attività.
E lo testimonia il boom di vendite online registrato nei mesi scorsi (per aprile, su base annua, l'Istat segna una crescita del commercio elettronico del +27,1%). Questo fa sì che arriveremo, forse, un po' più preparati all'appuntamento del primo luglio, anche perché i trasgressori rischiano di essere puniti con multe salatissime.
Le sanzioni amministrative previste, a seconda della gravità dell'infrazione, vanno infatti da un minimo di 2.000 (attualmente è di 3.000) a un massimo di 50.000 euro per le transazioni fino a 250.000 euro.
Sopra questa soglia, la sanzione è compresa tra i 15.000 e i 250.000 euro. Ma attenzione: la trasgressione riguarda entrambi gli attori coinvolti, ovvero chi effettua il pagamento ma anche chi lo riceve.
Quest' ultimo infatti ha l'obbligo di comunicare al ministero dell'Economia e delle finanze (solitamente alle Ragionerie territoriali dello Stato) le infrazioni di cui ha contezza nell'esercizio delle proprie funzioni o nell'espletamento della propria attività. Nessuno sconto, invece, per i professionisti destinatari degli obblighi antiriciclaggio che trasgrediscono: la sanzione minima resta pari a 3.000 euro fino a un massimo di 15.000.