CADONO TUTTI SULLA PASSERA. PURE MATTEO MESSINA DENARO – SAVIANO: “LA CRISI CHE NASCE CON LE VIVANDIERE, LAURA BONAFEDE E LORENA LANCERI, INDEBOLISCE IL BOSS - COME NELLA FENOMENOLOGIA DI TUTTE LE RELAZIONI D’AMORE, L’ASSENZA SI TRAMUTA IN RANCORE, LA CURA IN RABBIA. LEGARSI SENTIMENTALMENTE SIGNIFICA SOTTOPORRE IL RAPPORTO ALLE REGOLE DELLA PASSIONE. I SENTIMENTI SONO VOLUBILI E IN LATITANZA L’INSTABILITÀ LASCIA PERICOLOSE BRECCE…”
-Estratto dell'articolo di Roberto Saviano per il “Corriere della Sera”
Non esiste boss latitante senza vivandiere, non esiste nessuna latitanza possibile senza assistenza. I boss, quando si nascondono, hanno necessità primarie che devono essere affrontate in modo completamente diverso rispetto a quando sono in libertà e in società.
[…] Scegliere la figura giusta come vivandiere è molto, molto complicato: deve essere anonima e deve essere affidabile.
Nessun trascorso nell’organizzazione, nessun reato. Ancor prima del rischio di essere scoperti dalla catturandi, c’è il rischio di essere venduti ai nemici.
Quindi la persona prescelta deve essere inavvicinabile dai rivali, e non perché incorruttibile o perché irreprensibile […] ma semplicemente perché non la identificano e quindi non possono comprarla o minacciarla.
Da sempre, il ruolo del vivandiere o della vivandiera è quindi il muscolo cardiaco che permette la latitanza di un capo. La regola è sempre la stessa: per prendere un latitante bisogna identificare chi gli porta il cibo, chi gli consegna i panni, chi lo sposta quando deve muoversi.
[…] Non è raro, infatti, che quando si tratta di vivandiere i capi abbiano poi iniziato relazioni con loro spesso mettendo a rischio il funzionamento del sistema.
La moglie dell’ex killer Succede anche a Messina Denaro. Il boss sceglie come vivandiera Laura Bonafede, moglie di un suo killer, Salvatore Gentile, e figlia di un uomo d’onore responsabile di mandamento, Leonardo Bonafede. Laura possiede un pedigree mafioso perfetto, avrebbe dovuto per questo motivo essere scartata come vivandiera perché non rispetta il codice dell’anonimato […] per gli inquirenti sarebbe dovuto essere facile monitorare tutte le famiglie di Cosa Nostra […] Sembra scontato ma non lo è.
Messina Denaro non è come gli altri latitanti. Gli altri latitanti si nascondevano e si nascondono per continuare ad essere ciò che sono, Messina Denaro aveva un’altra identità non solo per provare a sottrarsi a quella parte di Stato che lo cercava per catturarlo ma anche per scomparire letteralmente con l’organizzazione e avere con essa solo sporadici contatti. Quindi per chi lo cercava la sfida non era dove fosse Messina Denaro ma chi fosse Messina Denaro. Laura Bonafede lo assiste in totale tranquillità e nel tempo tra i due nasce una relazione.
Questa è una debolezza: legarsi alla propria vivandiera perché la sua frequentazione smette di essere legata alla necessità e inizia a diventare condizione di volontà.
[…]
La nuova storia Accade poi che Messina Denaro deve cambiare luoghi, avvertito della pressione delle indagini e allora va a vivere nella casa del cugino di Laura, Emanuele Bonafede. Ma lui è sposato e quindi la convivenza sarà anche con la moglie Lorena Lanceri. Laura è infastidita dal tempo che il boss trascorrerà con la nuova vivandiera […] E Laura non stava delirando, effettivamente anche con la seconda vivandiera […] Mentre migliaia di poliziotti lo cercano e milioni di euro vengono investiti per catturarlo, una sola persona riesce a monitorare ogni suo movimento: è Laura Bonafede, la vivandiera la cui gelosia è così forte che incolla i suoi occhi su «Margot» (nome in codice dell’Alfa con cui si muove in paese Messina Denaro) per capire come si sta muovendo il suo amato.
E il boss, che riesce a muoversi libero mentre lo ricercano le squadre d’élite dei carabinieri, teme invece solo che gli occhi di Laura lo becchino.
[…]
Insieme nel «tugurio» Per anni Laura è stata la sua vivandiera e non sopporta ora il cambio. Avevano vissuto insieme nel «tugurio», così viene chiamato l’appartamento […] La crisi che nasce con le vivandiere indebolisce il boss, esattamente come nella fenomenologia di tutte le relazioni d’amore, l’assenza si tramuta in rancore, la cura in rabbia, legarsi sentimentalmente alla vivandiera significa sottoporre il rapporto alle regole della passione: ossia transitorie, lunatiche, emotive quindi rancorose, irrazionali, ossessive, tossiche. I sentimenti sono volubili e in latitanza l’instabilità lascia pericolose brecce. […]
Il boss ha violato uno dei pilastri del codice d’onore di Cosa nostra che impedisce di poter avere relazioni con le donne d’onore, ossia con le mogli di uomini d’onore. Messina Denaro ha iniziato ad aprire varchi per la sua cattura nel momento in cui ha iniziato a violare le regole su cui si fonda l’edificio delle organizzazioni criminali italiane […] Il potere è l’unico scopo così da poter scegliere in che posto stare tra le uniche due possibilità a disposizione per chi vive in questo mondo: fottere o essere fottuto.