IL CASO DELLO SPIONAGGIO DI POLITICI E VIP FINISCE AL COPASIR E AL CSM – IL PROCURATORE DI PERUGIA, RAFFAELE CANTONE, TITOLARE DELL’INDAGINE, E IL PROCURATORE ANTIMAFIA, GIOVANNI MELILLO, CHIEDONO DI ESSERE SENTITI PER “FORNIRE INFORMAZIONI ALLE ISTITUZIONI” – SI INDAGA SU ALTRI POSSIBILI BENEFICIARI DEL “COSIDDETTO DOSSIERAGGIO” REALIZZATO DEL FINANZIERE DELLA DNA, PASQUALE STRANIO...

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Estratto dell’articolo di www.repubblica.it

 

raffaele cantone

Lo spionaggio dei politici e dei vip finisce al Copasir e al Csm. Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone, titolare dell’indagine, e il procuratore antimafia Giovanni Melillo, che ha riorganizzato l’ufficio del Gruppo Sos interno alla Direzione nazionale antimafia dove lavorava il luogotenente Pasquale Stranio e da cui sono usciti centinaia di documenti anagrafici, finanziari e giudiziari delle personalità famose, hanno scritto al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), al Consiglio superiore della magistratura e alla Commissione parlamentare antimafia per chiedere di valutare “con l’urgenza del caso” l’opportunità di una loro audizione “sulle vicende relativo al cosiddetto dossieraggio”.

 

Nella nota congiunta si legge che l’intenzione di Cantone e Melillo è “rendere, nei limiti e secondo le forme consentite dalla legge, le informazioni sulle vicende relative al cd. dossieraggio di esponenti politici e del mondo economico necessarie alle valutazioni riservate a ciascuna di codeste Istituzioni”.

 

Giovanni Melillo

Dalla commissione antimafia hanno già fatto sapere che domani l’ufficio di presidenza prenderà in considerazione la richiesta di audizione. Mentre il senatore Enrico Borghi di Italia Viva, membro del Copasit, su X commenta così la vicenda: “Siamo in presenza della più grande fuga di dati sensibili della nostra storia repubblicana» […]

 

Il passo dei due procuratori avviene quando l’indagine perugina, incentrata sugli accessi abusivi di Stranio alle banche dati statali in uso alla Dna (circa 800 casi tra il 2018 e il 2022) ma che vede indagato anche il sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati (all’epoca dei fatti contestati coordinatore di quell’ufficio), punta a verificare se ci siano altri beneficiari delle informazioni estratte dai database oltre ai 16 nomi iscritti attualmente nel registro degli indagati. Tra di essi, ci sono cinque giornalisti.

 

antonio laudati 4

A insospettire gli inquirenti è anche il timing delle interrogazioni di Stranio ai database, che andavano a tempo con la cronaca politica. Di volta in volta, e, secondo la procura di Perugia, senza avere alcun input investigativo per farlo, cercava eventuali Segnalazioni di operazioni sospette o le dichiarazioni dei redditi, o altri documenti riservati, sui personaggi in quel momento al centro del dibattito politico. E quasi sempre su richiesta dei giornalisti, che poi li hanno pubblicati.

guido crosetto atreju
RAFFAELE CANTONE
giovanni melillo