CATTIVISSIMO BURIONI – IL VIROLOGO-STAR DELLA TV NON ARRETRA DI UN MILLIMETRO DOPO LE POLEMICHE PER LA BOCCIATURA DI MASSA DI 398 STUDENTI SU 408 AL SUO ESAME DI MICROBIOLOGIA: “LE DOMANDE DEL TEST NON ERANO DIFFICILI. PARLIAMO DI FUTURI MEDICI, CHE QUANDO SI TROVERANNO DI FRONTE UNA MADRE CON UN BAMBINO MALATO DI SCARLATTINA DOVRANNO CAPIRE AL VOLO DI CHE COSA SI TRATTA” – “ANCHE IO FUI BOCCIATO IN OCULISTICA, CI RESTAI MALE, MA POI, SEMPLICEMENTE, HO STUDIATO E...”
-Estratto dell’articolo di Roberta Scorranese per il “Corriere della Sera”
Professor Burioni, confessi: anche lei è stato bocciato a un esame .
«Ma certo. Fui bocciato in Oculistica. Ovviamente anche io ci restai male, ma poi, semplicemente, ho studiato, ho rifatto l’esame e tutto è andato bene».
Quindi alla studentessa che qualche giorno fa, dopo una bocciatura a Microbiologia, si è lamentata della difficoltà delle domande nei suoi pre-esami, oggi lei direbbe di ritentare?
«Naturalmente. Il messaggio che ogni giorno cerco di trasmettere alla classe è questo: non lasciatevi ossessionare dagli esami o dagli errori. Si studia un po’ di più, punto. E poi, diciamolo, quelle domande non erano difficili».
Per essere promossi bisogna rispondere correttamente a tutte le domande?
«Parliamo di futuri medici, che quando si troveranno di fronte una madre con un bambino malato di scarlattina dovranno capire al volo di che cosa si tratta e come curarlo» [...]
Però, presso la sua cattedra all’Università Vita-Salute San Raffaele, solo dieci su 408 hanno superato il test.
«Ma guardi che può capitare, anzi, è bene che capiti. Questi non sono propriamente dei pre-esami: al termine di ogni corso, c’è questa fase preliminare con domande base (come “la scarlattina è causata dallo Streptococcus pyogenes?”, ndr.) e poi l’esame vero e proprio. Queste domande servono a capire se gli studenti hanno inquadrato la materia o se serve un approfondimento» .
Forse in un mondo che li vuole sempre più competitivi e precoci, l’idea di perdere un anno può spaventare qualcuno di loro?
«Allora le faccio un’altra confessione: anche io ho perso un anno ai miei tempi»..
E quando?
«Dopo la laurea, scelsi una specializzazione che sembrava quella consona ai miei studi di medico. In seguito, però, capii che la mia vera strada era la ricerca. In molti cercarono di scoraggiarmi, però io tenni duro, sostenuto da grandi maestri. Da Antonio Sanna a Massimo Clementi, voglio ricordare i miei mentori, severissimi, però molto importanti nella mia carriera».
Suo padre, mancato qualche mese fa a 94 anni, era anche lui medico. Ha mai cercato di indirizzarla?
«Non si è mai intromesso nella mia carriera, però mi ha fermato al momento giusto, quando cioè stavo per iscrivermi al Conservatorio».
Già, la sua testarda passione per la musica.
«Lui mi fece capire che qualche volta non basta studiare e che per certe cose ci vuole talento. Capire i propri limiti è fondamentale. Così come è importante imparare dagli errori». […]
Oggi si possono dare voti ai prof. Come sono i suoi?
«Non dovrei dirlo io, ma sono sempre stati molto buoni. Però quando insegnavo ad Ancona, mio primo incarico, non era prevista la valutazione del docente. Fu una mia iniziativa quella di distribuire dei bigliettini perché gli allievi mi valutassero. Non posso dire ai ragazzi “non abbiate paura dei voti” e poi averne io stesso» .
In conclusione, quello sfogo della studentessa sui social è comprensibile, sul piano umano?
«Ma certo. Non le dico quello che è venuto da dire a me venerdì scorso quando la Lazio ha perso col Milan!» .