LA CENSURA CHE PIACE AI BENPENSANTI – TRUMP RIMARRÀ SOSPESO DA FACEBOOK ALMENO FINO AL 7 GENNAIO 2023: AD ANNUNCIARLO È STATA LA STESSA PIATTAFORMA SOCIAL, SOTTOLINEANDO CHE AL TERMINE DEI 24 MESI GLI ESPERTI VALUTERANNO DI NUOVO IL CASO – IL PUZZONE NON CI STA E SI INCAZZA: “UN INSULTO A 75 MILIONI DI PERSONE CHE HANNO VOTATO PER NOI ALLE ELEZIONI PRESIDENZIALI TRUCCATE DEL 2020…”
-Davide Casati e Martina Pennisi per "www.corriere.it"
Donald Trump rimarrà sospeso da Facebook almeno fino al 7gennaio 2023: per almeno due anni, dunque. Ad annunciarlo è stata la stessa piattaforma social, sottolineando che al termine dei 24 mesi gli esperti valuteranno di nuovo il caso. L’ex presidente degli Stati Uniti potrà essere riammesso solo se le condizioni lo permetteranno.
«Alla fine di questo periodo», ha scritto Nick Clegg, vicepresidente di Facebook, ex vicepremier britannico con David Cameron, «chiederemo ad esperti di valutare se il rischio per la sicurezza pubblica» rappresentato da post di Trump «sia scemato. Valuteremo anche fattori esterni, inclusi episodi di violenza, restrizioni alla libertà di riunioni pacifiche e altri segnali di disordine civile».
La reazione di Trump
L’ex presidente ha reagito duramente, definendo la decisione «un insulto a 75 milioni di persone che hanno votato per noi nelle elezioni presidenziali truccate del 2020».
Trump, parlando di «censura», ha anche detto che il nostro Paese non può più sopportare questo abuso».
La decisione della «Corte suprema» di Facebook
La decisione di sospendere Trump era stata presa da Facebook dopo l’assalto al Congresso degli Stati Uniti, avvenuto il 6 gennaio 2021, dopo che Trump era stato sconfitto alle elezioni presidenziali dal democratico Joe Biden. L’allora presidente degli Usa aveva incitato la folla a marciare sul Campidoglio durante una manifestazione avvenuta a poche centinaia di metri dal Parlamento degli Stati Uniti.
Alle 17:41 e alle 18:15 ora locale, ad assalto ancora in corso, Facebook aveva rimosso due suoi post. Nel primo, Trump aveva detto ai manifestanti: «Vi amiamo, siete davvero speciali». Nel secondo, li definiva «grandi patrioti», e li invitava a «ricordare questo giorno per sempre». Il giorno seguente, Facebook ne aveva sospeso a tempo indefinito (in inglese indefinitely , un termine che segnerà l’evoluzione della vicenda) il profilo. La decisione era stata annunciata da un post del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg.
Il 5 maggio scorso l’Oversight Board — la «corte suprema» di Facebook — aveva definito corretta la decisione di sospendere Trump è corretta, ma aveva anche detto che l’indefinitezza di quella sospensione era al di fuori delle norme che Facebook si è data, perché non è né definitiva né a tempo determinato (indefinitely , appunto: con il profilo di Trump che è ancora online, consultabile da chi lo cerca e naviga fra i suoi post, foto e video ma non può essere usato dal suo possessore: un caso unico. Twitter, al contrario, ha messo permanentemente al bando Trump, cancellandone il profilo).
L’Oversight Board aveva chiesto all’azienda di dotarsi di regole più chiare, entro sei mesi dalla decisione del board.
Le regole «uguali per tutti»
Facebook ha anche annunciato «nuovi protocolli» da applicare «in casi eccezionali, come» quello di Trump (le «violazioni gravi» delle policy saranno punite quindi con sospensioni fino a 2 anni, reiterabili), e la fine di ogni trattamento di favore sulla sua piattaforma per i responsabili politici: d’ora in poi varranno le stesse regole per tutti gli utenti.
A spingere in questa direzione era stato lo stesso Board, chiedendo che i leader politici non dovessero avere un diritto alla libertà di espressione diverso o maggiore delle altre persone.
Questa policy —in base alla quale i politici erano automaticamente esclusi dalle regole che mettevano al bando «hate speech» e abusi — era stata portata avanti dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg. Clegg, nel 2019, aveva spiegato che «le parole di un politico» sarebbero state trattate «come una notizia, degna in linea generale di essere vista e ascoltata»: «Se qualcuno fa un’affermazione o condivide un post che infrange gli standard, lo ospiteremo comunque sulla piattaforma se crediamo che l’interesse pubblico di poterlo vedere superi i rischi che questo contenuto pone».
Facebook ha detto che, pur continuando ad applicare questa eccezione — legata alla «notiziabilità» — a dei post considerati di pubblico interesse, non tratterà più materiali postati dai politici in modo diverso da quelli postati da altri utenti. Il social ha anche detto che renderà pubbliche tutte le volte in cui applicherà l’eccezione a un post: di fatto, indicherà se un post sarebbe meritevole di cancellazione se non fosse scritto da un politico.