IL CENTRO DI ROMA AL TEMPO DEL COVID E' DIVENTATO UN DESERTO INCANTATO - LA FUGA DEI TURISTI E LA CHIUSURA DEI LOCALI HANNO SVUOTATO IL CENTRO STORICO - VUOTI I B&B, POCHI GLI ABITANTI (L'ETÀ MEDIA È LA PIÙ ALTA DI ROMA, 48 ANNI, E PER OGNI BAMBINO CI SONO 5,6 ANZIANI)...
-Daniele Autieri per “la Repubblica – Roma”
Una volta chiusi i registratori di cassa e abbassate le serrande, il centro storico di Roma si è scoperto al buio. L' altra faccia di questo lockdown imposto per arginare il contagio da coronavirus è quella di un deserto incantato, come la montagna di Thomas Mann, dove silenzio e solitudine hanno improvvisamente sostituito il chiasso del turismo e il viavai delle attività commerciali.
L' istantanea di questa crisi nella crisi la scatta Marcello, il gestore di alcune case vacanza a Trastevere specializzate nell' accoglienza per gli studenti d' Oltreoceano che frequentano le tantissime università americane presenti nella zona. «Da un giorno all' altro - racconta - le università hanno chiuso i corsi e i ragazzi hanno abbandonato gli appartamenti facendo ritorno negli Stati Uniti. Oggi, dopo oltre due mesi, la situazione non sembra destinata a migliorare e siamo costretti a lasciare molti di quegli appartamenti che avevamo in affitto».
La fuga dei turisti accompagnata alla chiusura dei locali ha fatto la tara tra l' immagine di un centro popoloso e la realtà di un territorio svuotato di abitanti e riempito di visitatori. Un fenomeno che avvicina Roma a Parigi e Barcellona, così come alle più importanti capitali europee del turismo, tutte alle prese con la fuga in massa dal centro storico.
A Roma i numeri corrono in soccorso delle impressioni: in un solo anno (il 2018) il I municipio (quello che riunisce quartieri come il Centro Storico, Trastevere, Testaccio e l' Aventino) ha perso oltre 10mila abitanti. Il censimento, l' ultimo realizzato dal Campidoglio, certifica un calo annuale della popolazione pari al 5,7% ( 170mila è il totale dei residenti del I municipio), che assume le dimensioni preoccupanti di un - 13,6% se si guarda all' andamento dell' ultimo decennio. Per molti fuggire dal Centro è un obbligo dettato dall' aumento dei prezzi e dalle difficili condizioni di vita (trasporti, parcheggi, offerta scolastica e formativa), per altri l' occasione di mettere a reddito la casa di famiglia, ma il risultato - in entrambi i casi - è l' impoverimento demografico e l' invecchiamento di un territorio prezioso per la città.
L' età media degli abitanti del centro è la più alta di Roma (48 anni), e per ogni bambino ci sono 5,6 anziani. In cambio, i palazzi svuotati dai residenti storici si sono riempiti di visitatori occasionali e, in strada, alimentari, ferramenta, bar, sono stati sostituiti da ristoranti e locali notturni. Non stupisce allora che nel centro storico si concentri il 63,3% delle strutture ricettive di Roma. Hotel, affittacamere, b& b, case vacanza: il Comune ne ha conteggiate 12.306, ma il dato è solo parziale perché non tiene conto degli oltre 12mila appartamenti affittati tramite il sito Airbnb.
Proprio contro Airbnb sono esplose nei mesi scorsi proteste a Parigi come a Barcellona, che lamentavano una " colonizzazione" del centro responsabile di una serie di effetti indesiderati: peggioramento della qualità della vita; aumento dei costi della quotidianità; esplosione di fenomeni di degrado; perdita dell' anima storica di quartieri simbolo. Alle proteste di Parigi e Barcellona si sono aggiunte quelle di Amsterdam e Berlino, ma finora nessuna politica di protezione del centro storico è stata attuata a Roma, la città eterna condannata a sopravvivere alla fuga dei romani.