CERIGNOLA PULP - I CADAVERI DI PADRE E FIGLIO SONO STATI TROVATI IN UN CAMPO, AVVOLTI IN SACCHETTI DI PLASTICA E NASCOSTI SOTTO I TUBI PER L'IRRIGAZIONE - I DUE SONO STATI FREDDATI DA UN COLPO DI PISTOLA ALLA TESTA - LA POLIZIA INDAGA SU UN POSSIBILE REGOLAMENTO DI CONTI: I DUE POTREBBERO ESSERE STATI UCCISI PER UN PRESTITO DI DENARO...
-PADRE E FIGLIO UCCISI NEL FOGGIANO: FORSE MOVENTE ECONOMICO
(ANSA) - Un movente di natura privata legato a un presunto prestito di denaro potrebbe essere alla base del duplice omicidio di Gerardo e Pasquale Davide Cirillo, padre e figlio, di 58 e 27 anni i cui cadaveri, avvolti da sacchetti in plastica e nascosti sotto i tubi per l'irrigazione, sono stati ritrovati ieri mattina in una campagna a Cerignola, nel Foggiano. La notte scorsa gli agenti di Polizia hanno ascoltato una decina di persone tra partenti e conoscenti delle vittime, tra cui anche alcune persone che potrebbero aver assistito al delitto. Non è stato effettuato alcun esame dello stub.
A quanto trapela, ad uccidere padre e figlio potrebbe essere stata una sola persona che avrebbe freddato i due uomini con un colpo di pistola alla nuca. E' stata una parente dei due a denunciarne la scomparsa già dalla sera prima, non vedendoli rientrare. Gli agenti si sono subito recati nel terreno che i due avevano affittato da circa cinque mesi: lì la scoperta dei cadaveri, prima quello del figlio, poi a distanza di circa cento metri quello del padre. Quest'ultimo era in affidamento ai servizi sociali, in seguito a una condanna per un suo arresto risalente al 2014 quando in una mansarda nella sua disponibilità furono trovati 230 grammi di cocaina.
Valeria D'Autilia per “la Stampa”
I cadaveri imbustati in un sacco di plastica e nascosti sotto una catasta di tubi. I corpi a pochi metri da un casolare, nelle campagne del Foggiano. E forse sono stati portati lì già morti. Un giallo che si tinge con il rosso del sangue di padre e figlio. Gerardo Cirillo, 58 anni e Pasquale Davide, di 27, sarebbero stati freddati da un colpo di pistola alla testa.
Quella che sembrerebbe un'esecuzione in piena regola ha ancora tanti punti oscuri da chiarire. Qualche precedente per reati riconducibili alla droga per il genitore, arrestato nel 2014. In una mansarda di sua disponibilità era stato trovato un quantitativo di cocaina. Incensurato il figlio. Si starebbe battendo la pista che porta proprio a questioni legate agli stupefacenti, ma niente viene escluso al momento.
Oltre al movente, c'è chi ipotizza che il vero luogo del delitto non sia quel pezzo di terra tra Cerignola e Zapponeta, che i due avevano affittato per lavorare come agricoltori, ma che l'omicidio sia avvenuto altrove e poi sarebbero stati trasportati lì. Coperti da un cumulo di tubi neri per l'irrigazione, per renderne difficile il ritrovamento. La polizia ha chiesto l'intervento dei vigili del fuoco per sbrogliare la matassa e rimuovere il pesante carico che occultava i corpi.
Visto lo scenario, non è da escludere che i killer avrebbero voluto dare fuoco dopo averli accatastati insieme alle vecchie condotte di gomma. E ora la squadra mobile, coordinata dalla procura di Foggia, indaga a tutto campo. Controlli già partiti nelle scorse ore, prima del macabro ritrovamento, a seguito della denuncia di scomparsa da parte dei parenti delle vittime.
Secondo quanto ricostruito, padre e figlio si sarebbero allontanati da casa, nel centro storico di Cerignola, facendo perdere le proprie tracce da sabato pomeriggio. Nessuna notizia per ore e qualche familiare ha deciso di avvertire le forze dell'ordine. Passate al setaccio strade e tratturi del Foggiano, fino all'epilogo di ieri mattina.
Poche le informazioni trapelate: gli inquirenti stanno lavorando con il massimo riserbo, soprattutto per ricostruire la vita privata dei due. Si scava nel recente passato e nelle loro ultime ore, ascoltando testimonianze di parenti e conoscenti. Elementi utili potrebbero arrivare da chi conosceva bene Gerardo e Pasquale Davide. L'ombra della «Società foggiana», la mafia che imperversa in questa provincia, in un primo momento sarebbe stata esclusa, ma nulla viene trascurato.
Tra i possibili moventi, anche una questione di soldi non risolta. Una sorta di regolamento di conti sfociato nel duplice omicidio. Ma anche questa, come tutte le altre tesi, deve essere verificata da chi sta cercando di fare luce sul mistero. Intanto, aumenta il bilancio delle vittime per omicidio in Capitanata dall'inizio dell'anno. Prima dei Cirillo, tre settimane fa, un 37enne è stato ucciso alla periferia di Foggia, all'ingresso del suo autolavaggio.
Un delitto probabilmente riconducibile alla criminalità organizzata. La gente ha paura, anche nel collaborare con le forze dell'ordine. Si temono ritorsioni, nonostante lo Stato abbia in più occasioni fatto sentire la sua presenza. A metà gennaio, il ministro dell'Interno Lamorgese, in terra dauna dopo gli attentati di Foggia, San Severo e Vieste, aveva annunciato rinforzi negli organici. Nonostante una concreta e maggiore presenza sul territorio, da allora sono passati 7 mesi e 8 morti.