CHE C'ENTRA YARA CON SERENA MOLLICONE? - FRANCO MOTTOLA, L’EX COMANDANTE DELLA STAZIONE DEI CARABINIERI DI ARCE, CHE SECONDO I PM È TRA I RESPONSABILI DELL’UCCISIONE DELLA 18ENNE PROPRIO ALL’INTERNO DELLA CASERMA, È ACCUSATO ANCHE DI PEDOPORNOGRAFIA - SUL SUO CELLULARE SAREBBE STATI TROVATI VIDEO DI VIOLENZA SULLE DONNE E ALCUNE IMMAGINI DI YARA GAMBIRASIO…
-Clemente Pistilli per “la Repubblica - Roma”
Alle accuse di aver ucciso Serena Mollicone e poi nascosto il corpo, per l'ex comandante della stazione dell'Arma di Arce, Franco Mottola, si è aggiunta pure quella di pedopornografia.
La rivelazione shock è stata fatta da un vice brigadiere, Luigi Giobbe, nel corso del processo davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Cassino, in cui a distanza di 21 anni i magistrati stanno cercando di far luce sull'omicidio della studentessa della provincia di Frosinone.
Il militare ha riferito che sul cellulare del maresciallo sono state trovate sia immagini pedopornografiche che di violenze sulle donne ed è emerso che proprio per pedopornografia Mottola è indagato dalla Procura di Napoli.
Elementi che hanno gettato ulteriori ombre sull'uomo che doveva indagare sulla scomparsa della 18enne e che, secondo il pm Maria Beatrice Siravo, sarebbe invece stato tra i responsabili dell'uccisione della ragazza all'interno della caserma che comandava, dell'occultamento del cadavere in un boschetto e dei troppi depistaggi che hanno caratterizzato la vicenda.
Più nello specifico, sul telefonino di Mottola, oltre a immagini pedopornografiche, è stato trovato un video di un uomo che colpisce una donna alla testa e immagini di Yara Gambirasio, la ragazzina di 13 anni uccisa dodici anni fa in provincia di Bergamo. Ma non è questo l'unico aspetto inquietante emerso nell'udienza. Il presidente della Corte d'Assise, Massimo Capurso, ha infatti anche ritenuto falsa la testimonianza dell'attuale vicesindaco di Arce, Sisto Colantonio, e ha chiesto l'invio degli atti alla Procura.
Il politico, amico della famiglia Mottola, ha fornito in aula una versione divesa da quella resa ai carabinieri nel corso delle indagini, relativamente all'alibi di Anna Mottola, la moglie del maresciallo, anche lei imputata, e omesso altri particolari, partendo da quelli sulla porta della caserba contro cui avrebbe battuto la testa Serena Mollicone.
Serena Mollicone sparì da Arce l'1 giugno 2001 e venne trovata senza vita due giorni dopo in un boschetto ad Anitrella, con le mani e i piedi legati e la testa stretta in un sacchetto di plastica. Due anni dopo, accusato di omicidio e occultamento di cadavere, venne arrestato Carmine Belli, poi assolto, un'altra vittima di quella che sarebbe stata una lunga catena di depistaggi. Le indagini ripresero quindi vigore nel 2008 quando, prima di essere interrogato di nuovo dai magistrati, il brigadiere Santino Tuzi si tolse la vita, secondo gli inquirenti perché terrorizzato dal dover parlare e confermare quanto aveva riferito su quel che era realmente accaduto nella stazione dell'Arma di Arce sette anni prima.