CHE ABBIAMO FATTO DI MALE PER MERITARCI QUESTA GENTE? – A NOVARA UN GRUPPO DI MANIFESTANTI NO GREEN PASS HA SFILATO INDOSSANDO PETTORINE A STRISCE CON UN NUMERO, COME LE DIVISE DEI LAGER NAZISTI E IN MANO UNA CORDA SIMILE AL FILO SPINATO: “ABBIAMO RAPPRESENTATO LA MINORANZA CHE HA CREATO IL GOVERNO PRIVANDOCI DELLA LIBERTÀ” – SELVAGGIA LUCARELLI: “SPIEGATE AL FESSO NEL MEZZO CHE LUI, NEI LAGER, NON AVREBBE AVUTO NEPPURE L’UNIFORME A RIGHE PERCHÉ APPENA SCESO DAL TRENO SAREBBE…”
-Spiegate al fesso nel mezzo che lui, nei lager, non avrebbe avuto neppure l’uniforme a righe perché appena sceso dal treno sarebbe finito subito smistato nella fila degli anziani da gasare. pic.twitter.com/kAEqRQgWs2
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) October 31, 2021
Carlo Bologna per www.lastampa.it
Hanno sfilato indossando delle pettorine a strisce verticali bianco e grigio, qualcuna con un numero appiccicato. Come le divise fatte di stracci dei lager nazisti, come i prigionieri di Auschwitz. E per rendere ancora meglio l’idea hanno marciato, due a due, aggrappati a una corda inframezzata di nodi che aveva tutta l’intenzione di richiamare il filo spinato. Sempre evocando i campi di concentramento. Anche se Giuse Pace, infermiera e sindacalista tra i promotori, prova a minimizzare: «Abbiamo soltanto rappresentato la minoranza che ha creato il governo privandoci della libertà».
Una provocazione, quella messa in scena dai No Green pass che da fine luglio ogni sabato manifestano nelle vie del centro di Novara. Ieri erano un centinaio, l’altra settimana duecento. Ma non è il numero che conta, è la determinazione a farsi sentire. Gli slogano e i cartelli sono quelli di sempre e di tutte le piazze: «Stop dittatura», «Una cura che fa paura non cura», «Giù le mani dai bambini», «Nessuna violenza, fai resistenza».
Questa volta nella camminata che è arrivata nella piazza sulla quale si affacciano i palazzi di Comune, Provincia e prefettura, si è aggiunta una macabra coreografia - una sorta di «marcia forzata» che ha irritato più di un passante. Di sicuro Rossella Bottini Treves, presidente della Comunità ebraica di Novara e Vercelli: «È già successo in altre città italiane ma queste persone non sanno cosa è stata la Shoah.
È pazzesco che si manifesti in questo modo. La storia bisogna conoscerla e fatti del genere mi lasciano senza parole. Lo sforzo della nostra Comunità va soprattutto nella direzione della conoscenza, del sapere. Ovviamente del sapere rivolto a tutti, non solo alle nuove generazione di ebrei».
Ecco perché Rossella Bottini Treves, pur condannando il corteo di Novara, non ha parole di odio. Sa bene che proprio sulle tematiche legate alle vaccinazioni i pozzi sono già troppo avvelenati: «È evidente - argomenta - che si tratta di un problema culturale, altrimenti non vedo come sia possibile concepire cose di questo genere.
Non si può accostare una tematica come quella sul Green Pass a quella del filo spinato dei campi di concentramento e della Shoah. A chi ha sfilato a Novara farei delle domande. Mi piacerebbe molto capire. Ecco, allora poi aggiungerei altre considerazioni. Perché nella vita non si può sempre mettersi in cattedra. E questo vale per tutti. Prima di condannare bisogna capire, di sicuro non odiare. Però su un punto bisogna essere inflessibili: la storia, e quella delle persone, va rispettata».
La risposta potrebbe arrivare già sabato, quando il movimento no Green Pass si troverà di nuovo a sfilare in centro. Intanto a Novara è iniziata una campagna di affissioni gigantesche che invitano «a manifestare perché è il primo atto di disobbedienza civile ed è un dovere sacro quando lo stato è dispotico e corrotto». Una vera e propria chiamata alle armi. Che non vuole fare sconti a nessuno.