CHE SUCCEDE IN GIAPPONE? IL LANCIO DELLA BOMBA ARTIGIANALE CONTRO IL PREMIER FUMIO KISHIDA, IERI, RIAPRE IL DIBATTITO SULLA SICUREZZA NEL PAESE NIPPONICO, CHE DAL 19 AL 21 MAGGIO OSPITERÀ IL G7 – TETSUYA YAMAGAMI, L’ASSASSINO DI SHINZO ABE, IN CARCERE RICEVE REGALI E BUSTE PIENE DI SOLDI: UNA PARTE DEL PAESE PENSA CHE SIA UN EROE… - VIDEO
-
Estratto dell’articolo di Cristian Martini Grimaldi per “la Repubblica”
Una forte esplosione e il fumo che si alza su Saikazaki, zona portuale nella prefettura di Wakayama, qualche istante prima dell’inizio del discorso del premier Fumio Kishida per sostenere il candidato del partito Liberal Democratico alle elezioni locali. Le forze dell’ordine che corrono a proteggere il corpo del primo ministro e lo scortano fino a un’auto parcheggiata a una decina di metri di distanza e poi al quartier generale della polizia della prefettura di Wakayama, vicino a Osaka.
Il premier giapponese esce illeso ma la mente corre subito a nove mesi fa quando un attentato nella cittadina di Nata, sempre durante un comizio, falciò la vita dell’ex compagno di partito e primo ministro Shinzo Abe. Stavolta nell’attacco è stato riportato un solo ferito lieve, un agente della polizia locale.
Agli arresti è finito Ryuji Kimura, 24 anni, sospettato di aver lanciato un ordigno esplosivo verso Kishida. È stato placcato all’istante da almeno tre uomini, probabilmente lavoratori della zona portuale dove stava per intervenire il premier. A giudicare dalla forma dell’oggetto lanciato e poi esploso, per gli inquirenti l’arma usata sarebbe una bomba rudimentale — e non una pistola come nel caso di Abe — forse confezionata dall’attentatore stesso che, grazie a un errore nell’assemblaggio (alluminio al posto del ferro), l’avrebbe resa meno esplosiva salvando la vita del premier e dei presenti.
[…] L’incidente contribuisce ulteriormente a deteriorare la credibilità dei sistemi di protezione della polizia giapponese specialmente in vista del vertice dei capi di Stato e di governo del G7 che si terrà dal 19 al 21 maggio a Hiroshima. Negli ultimi sei mesi importanti somme di denaro e vestiti sono arrivati al centro di detenzione di Osaka, dove è incarcerato Tetsuya Yamagami, il sospettato dell’uccisione dell’ex primo ministro Shinzo Abe.
In alcuni casi, il denaro viene inviato addirittura per posta raccomandata ed ha già raggiunto più di un milione di yen (quasi 7mila euro). C’è chi per mostrare sostegno ha spedito anche dolci e carte prepagate. Inoltre, sulla pagina di una petizione online a favore dell’assassino, si accumulano le firme per chiedere una riduzione della pena del detenuto.
Ne sono già state raccolte oltre 13mila. Una corrente minoritaria ed estremista dell’opinione pubblica giapponese vede l’attentatore di Abe non come un carnefice da punire ma come un eroe che ha di fatto compiuto un desiderio popolare. […] Insomma se per una piccola frangia l’uccisione di Abe non è stato un atto criminale, vuol dire che chi ha commesso il fatto, stando in prigione, è vittima di un grave atto di ingiustizia. E forse proprio Kishida potrebbe essere stato vittima degli effetti di questo assurdo malcontento.