E LA CHIAMANO ITALIA – A BOLZANO NON È PIÙ RICHIESTA LA LINGUA ITALIANA PER FARE IL MEDICO! - LA NOVITÀ È INSERITA IN UN PASSAGGIO DEL DECRETO SEMPLIFICAZIONI: PER IL TERRITORIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA È SUFFICIENTE LA CONOSCENZA DEL TEDESCO! IN ALTO ADIGE (PARDON, SUD TIROLO) LA QUESTIONE LINGUISTICA NON È MAI STATA RISOLTA, MA FORSE SI STA ESAGERANDO. TANT’È CHE ANCHE L’ORDINE DEI MEDICI SI È INCAZZATO…
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Alessandro Avico per www.blitzquotidiano.it
A Bolzano anche se non sai l’italiano puoi comunque fare il medico. Basta sapere il tedesco, poi se capita un paziente che il tedesco non lo parla e neanche lo capisce poco importa, ci si spiegherà a gesti. D’altronde era prevedibile che accadesse prima o poi in un paese dove per abitanti e istituzioni il tedesco è la prima lingua nonostante siano su territorio italiano.
Ma torniamo al medico che non parla italiano. “Per il territorio della Provincia autonoma di Bolzano la conoscenza della lingua tedesca costituisce requisito sufficiente di conoscenza linguistica necessaria per l’esercizio delle professioni sanitarie”. Questo si legge, testualmente. Dove si legge? Nel decreto semplificazioni, in un passaggio proposto dalla senatrice Julia Unterberger (Svp) e approvato al Senato dalle commissioni riunite I e VIII.
Praticamente per un turista che va a Bolzano, in Alto Adige, quindi in Italia (ce ne sono parecchi), in caso di incidente o di un malore, potrebbe trovarsi di fronte a un medico che non parla italiano. Proprio come andare all’estero insomma. Se invece dovesse capitare a un turista tedesco o austriaco, si sentirebbero come a casa.
La questione della lingua in Alto Adige non è mai stata risolta del tutto. Quando si telefona per una prenotazione di un albergo o di un ristorante parlano prima tedesco e poi quando sentono che dall’altra parte del telefono c’è un italiano allora parlano italiano. E così ci può anche stare, ma chiudere completamente il canale della lingua italiana, soprattutto nei discorsi medici-pazienti sembra troppo.
Sembra troppo anche per l’Ordine dei medici.
“Esprimiamo la nostra contrarietà, anche in considerazione del fatto che una legge provinciale che andava nella stessa direzione è stata impugnata dal governo di fronte alla Corte Costituzionale”. Questa l’accusa di Filippo Anelli, il presidente della Federazione. Che si rivolge al governo e al Parlamento “perché facciano un passo indietro e stralcino l’emendamento o lo annullino con un emendamento soppressivo”.