CI MANCAVA SOLO IL FRONTE SIRIANO! – CINQUE RAZZI SPARATI DALLA SIRIA SONO CADUTI SUL TERRITORIO ISRAELIANO. UN AVVERTIMENTO O L'INIZIO DI UN ATTACCO PIÙ AMPIO? – SPARATORIE LUNGO IL CONFINE CON IL LIBANO: HEZBOLLAH VUOLE TENERE L’ESERCITO DI ISRAELE IN STATO DI ALLERTA A NORD, MENTRE SI PREPARA A UNA GUERRA NEL SUD, CONTRO HAMAS, DENTRO LA STRISCIA DI GAZA…

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1 – ESERCITO, LANCIO DI RAZZI DALLA SIRIA VERSO ISRAELE

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(ANSA) – L'esercito israeliano ha individuato una serie di lanci dalla Siria verso il territorio israeliano. Lo ha detto il portavoce militare specificando che "una parte di questi lanci sono passati nel territorio israeliano e, con tutta probabilità sono caduti in aree aperte". Secondo i media, i razzi lanciati dalla Siria sono stati 5 e ora l'esercito sta attaccando le postazioni da dove sono partiti i lanci in Siria.

 

2 – SPARATORIE AL CONFINE PER ORA DA HEZBOLLAH SOLO AVVERTIMENTI

Estratto dell’articolo di Daniele Raineri per “la Repubblica”

 

bombe e fulmini su gaza

Non c’è una strada di Arab al Aramshe che mostri un qualche segno di vita, per colpa di quello che è successo due giorni fa quando un gruppo di incursori palestinesi della Jihad islamica ha tagliato con le cesoie un varco nel reticolato e si è infilato in territorio israeliano.

 

Ci vogliono almeno 5 minuti prima che i soldati nella base in cima alla collina reagiscano e raggiungano il punto d’ingresso nella rete e poi devono trovare gli uomini armati. Quelli vengono dal Libano e quindi corrono in discesa. Gli altri vengono dal territorio israeliano quindi devono scendere il fianco della collina e poi camminare in salita per arrivare alla linea di confine. Risultato: i 4 sono stati uccisi durante l’inseguimento e sei soldati israeliani sono stati feriti.

 

Dopo Hezbollah ha sparato colpi di mortaio, gli israeliani hanno risposto con i jet, c’è stata anche una replica notturna. Questo due giorni fa. Ieri Hezbollah ha sparato di nuovo, gli israeliani hanno sparato con i carri armati e con un elicottero Apache, hanno fatto saltare un paio di torrette di osservazione. […]

 

TERRORISTI DI HAMAS SFONDANO IL CONFINE TRA LA STRISCIA DI GAZA E ISRAELE

Il confine con il Libano è un brutto terreno. Alture di roccia brusche, strade con tornanti, gole sempre in ombra. Dopo l’incursione dei quattro il comandante delle forze israeliane nella zona è entrato nel villaggio con un autista e un cecchino di Hezbollah, appostato in territorio libanese, ha ucciso entrambi, «ma la radio non ha ancora dato questa notizia » dice a Repubblica un raro abitante che mostra il naso fuori di casa. Tahir, un giovane arabo israeliano – cosa fai di lavoro? «Sono un ex calciatore da 3 anni» – che non molla il villaggio anche se, ammette, si tratta di un luogo pericoloso preso in mezzo fra il Partito di Dio e l’esercito israeliano. […]

 

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La connessione se ne va e poi torna per poco, «i soldati la staccano perché vogliono rendere difficile la vita delle squadre di fuoco di Hezbollah che sparano missili. La gente a Tel Aviv subito mette sui social i filmati dei luoghi dove esplodono – Tahir imita la scena – così i lanciatori possono aggiustare il tiro. Senza connessione il problema non si pone». I quattro palestinesi venivano da un campo profughi libanese e che abbiano attraversato senza problemi la zona a ridosso del confine, sotto il controllo capillare di Hezbollah, quindi di un’altra fazione, non torna: è probabile che abbiano ricevuto il via libera dal gruppo libanese, che in questa zona è dominante.

 

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Perché? Perché facessero un’azione di disturbo e poi finissero uccisi, come è accaduto, in modo da tenere l’esercito di Israele in stato di allerta anche sul confine Nord, proprio mentre si prepara a una guerra nel Sud, contro Hamas dentro la Striscia di Gaza. Nel maggio 1974 un commando di tre palestinesi raggiunse Ma’alot, a dieci chilometri da qui, e prese 115 ostaggi dentro una scuola. Al secondo giorno di stallo, le forze speciali israeliane fecero irruzione e uccisero i tre, ma morirono anche 25 ostaggi, e fra loro ventidue bambini. Sono passati cinquant’anni. Potrebbe essere oggi.

 

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Per ora questo è un confronto trattenuto, quasi rituale. Da un lato e dall’altro si limitano a rispondere con un singolo attacco a ogni singolo attacco, non è ancora la guerra vera. Se lo fosse, Hezbollah lancerebbe migliaia di missili e proverebbe ad avanzare, sarebbe una scena molto diversa.

 

Anche i cinque colpi partiti dal confine siriano, adiacente a quello libanese, suonano più come un avvertimento che come l’inizio di un attacco. Hezbollah può permettersi una campagna contro Israele mentre i libanesi sono stremati da una crisi economica senza fine? Al di là delle evacuazioni, dei carri armati che fanno la coda in strada diretti verso nord, degli scambi quotidiani di artiglieria e dei morti, c’è una forte riluttanza a fare il grande passo del conflitto totale. Per ora. […]

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