CI POSSONO TELETRASPORTARE SU UN ALTRO PIANETA? - NELLA REALTÀ DI MERDA IN CUI OGNUNO VIVE LA PROPRIA SOLITUDINE, CI MANCA SOLO MARK ZUCKERBERG CHE PROMETTE DI LANCIARE SUL MERCATO I SUOI “SMART GLASSES” CHE CI PERMETTERANNO DI "ANDARE" IN UFFICIO O A CASA DI AMICI SENZA MAI MUOVERSI DA CASA (RIDATECI IL GETTONE TELEFONICO, LO STRUSCIO DEL PAESE, LA VITA DI PRIMA)… - VIDEO

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DAGONEWS

 

Gli smart glasses di Facebook potrebbero "teletrasportare" le persone nel loro ufficio o a casa di amici. E' quanto ha annunciato il CEO Mark Zuckerberg che ha detto che gli occhiali potrebbero farti sentire come se fossi nella stessa stanza di qualcuno anche se sei lontano: «Piuttosto che chiamare qualcuno o fare una videochat, schiocchi le dita e vieni teletrasportato, e tu sei seduto lì e loro sono sul loro divano e ti sembra di essere lì insieme».

 

Da "www.libero.it"

 

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I prossimi occhiali smart di Facebook potrebbero rivoluzionare completamente l’approccio al quotidiano, non solo semplificando le operazioni di tutti i giorni, ma diventandone una vera e propria parte integrante. A spiegarlo è il nuovo post sul blog di Facebook che spiega come cambierà tutto con i nuovi wearable della compagnia.

 

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Il progetto, attualmente ancora in fase di sviluppo, fa parte delle aree di studio di Facebook Reality Labs, compagnia sussidiaria che prima era conosciuta con il nome di Oculus Research. Acquistata nel 2014 per ben 2.3 miliardi di dollari, è diventata il punto focale della ricerca sulla realtà virtuale di Facebook. Oltre a Oculus, il visore di realtà virtuale prodotto dall’azienda, le nuove sfide del social network di Zuckerberg mirano a integrare sistemi di VR all’interno del quotidiano, con indossabili da portare tutto il giorno per compiere ogni tipologia di azione in maniera più rapida ed efficace.

mark zuckerberg

 

Facebook, cosa potranno fare i nuovi occhiali

Dimenticate l’idea del visore da utilizzare per i giochi o per la visione di contenuti video in 3D. I nuovi occhiali smart firmati da Facebook saranno perfettamente utilizzabili in ogni momento della giornata, grazie a uno stile pratico e leggero. Per questo motivo, spiega il post del blog del social, potranno essere utilizzati per passeggiare all’interno della città, lavorare o addirittura andare a prendere i figli a scuola.

 

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Con un sistema di realtà aumentata e di intelligenza artificiale dinamicamente adattiva, gli occhiali consentiranno di interagire con l’ambiente circostante funzionando come un assistente virtuale per la persona che li indossa. Ecco perché saranno in grado di suggerire il podcast da ascoltare, di effettuare un ordine al bar secondo i nostri gusti e di guidare gli altri device che solitamente utilizziamo in maniera autonoma e indipendente.

 

Il concetto alla base di questi occhiali smart, quindi, ricorda molto quello originario degli ormai (quasi) defunti Google Glass.

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Inoltre, se il tutto dovesse andare in porto, l’introduzione di questo device potrebbe mettere in discussione anche il futuro di computer e smartphone. Infatti, sarà sufficiente utilizzare la tastiera virtuale mostrata dalle lenti per scrivere al computer o inviare un messaggio (senza contare la possibilità di effettuare e ricevere telefonate direttamente con gli occhiali smart), utilizzando un paio di guanti smart come unica integrazione agli occhiali.

 

Facebook, le persone al centro dello sviluppo

Dietro al nuovo sistema futuristico che sta sviluppando Facebook vi è la presenza di Project Aria, lo studio che punta a registrare i dati di interazione con l’ambiente circostante dal punto di vista del soggetto, spostando la prospettiva rispetto a quanto accade attualmente. Si tratta, però, di un percorso lungo e complesso.

 

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"L’obiettivo finale è costruire un’interfaccia che si adatti accuratamente a voi e sia capace di soddisfare le vostre esigenze – mostrandosi capace di porre una semplice domanda per chiarire le ambiguità quando non è sicuro – ma questo sistema è lontano anni. Ciò è in parte dovuto al fatto che la tecnologia di rilevamento e i dati egocentrici necessari per addestrare i modelli di inferenza dell’IA semplicemente non esistono – spiega il post –. Raccogliendo dati prospettici in prima persona, il nostro progetto Aria lanciato di recente ci avvicinerà di un passo a questo obiettivo."

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