COJONAVIRUS AL TOP - AD ESTE, VICINO PADOVA, I FINANZIERI FERMANO PER UN NORMALE CONTROLLO UN 60ENNE CHE CAMMINAVA PACIFICO CON IL CANE E SCOPRONO L'ASSURDO - DA OLTRE TREDICI ANNI L'UOMO ERA CERTIFICATO COME CIECO CIVILE "ASSOLUTO", E COSÌ OLTRE LA MULTA È SCATTATO IL SEQUESTRO DI 350MILA EURO DI PENSIONE E DI INDENNITA’ INDEBITAMENTE RISCOSSE…
Un uomo di 66 anni è stato controllato e sanzionati dai finanzieri della Compagnia di Este perché nonostante fosse beneficiario di pensione di invalidità, percepita per oltre tredici anni in quanto riconosciuto cieco civile «assoluto» sulla base di una condizione sanitaria non veritiera, si spostava, in piena autonomia e senza "comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o di motivi di salute", per le vie del paese, senza bastone né occhiali, passeggiando insieme al suo cane di piccola taglia ed attraversando, con sicurezza, le strade cittadine, utilizzando le strisce pedonali, talvolta, peraltro, sbiadite.
Il pensionato era già da tempo finito sotto la lente delle Fiamme Gialle atestine, le quali nell'ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Rovigo, avevano avviato una serie di attività per accertare la veridicità del suo handicap. Nel corso delle indagini, in più occasioni, era stato seguito, pedinato e ripreso da immagini video, mentre percorreva, in sella alla sua bicicletta, una pista ciclabile di oltre 15 km, costeggiando corsi d'acqua ed attraversando strade trafficate, atteggiamenti, questi ultimi, difficili se non impossibili per un non vedente. Ed ancora, poco prima di sottoporsi ad una visita medica oculistica, era stato visto aggirarsi, con disinvoltura e senza ausilio alcuno, all'interno dell'Ospedale di Monselice, non lasciando sospettare a nessuno la sua presunta grave infermità.
A seguito di tali riscontri, il finto cieco «assoluto» è stato denunciato per truffa aggravata ai danni dello Stato ed il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Rovigo, su richiesta del Pubblico Ministero, ha disposto il sequestro per equivalente di beni per un controvalore di circa 350.000 euro, pari alle somme indebitamente percepite dall'Inps, a titolo di pensione di invalidità e di indennità di accompagnamento, in danno non solo del sistema previdenziale dello Stato ma anche a tutela delle c.d. categorie legittimamente protette che, soprattutto nell'attuale situazione socio-sanitaria, risultano essere ancora più esposte.