COM'È DISUMANO LEI! - UN INFORMATICO AMERICANO CONDIVIDE SUI SOCIAL IL "MESSAGGIO D'ADDIO" CHE HA RICEVUTO DAL SUO TELEFONINO: "NON STIAMO PIÙ ASSIEME, RIVOGLIO INDIETRO LE MIE COSE" - È STATO MOLLATO DA UN PROGRAMMA DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE, COME NEL FILM "HER"? NO, SI TRATTA DEL SOFTWARE DELLA APPLE, "INTELLIGENCE TEXT SUMMARY" CHE HA FATTO UN RIASSUNTO DEGLI ULTIMI MESSAGGI CHE LA COMPAGNA GLI AVEVA INVIATO - LA SUA STORIA HA SCATENATO IL DIBATTITO SUL MODO IN CUI L'IA CI TRASMETTE COMUNICAZIONI PERSONALI, SENZA TENER CONTO DELLA SENSIBILITÀ UMANA, E SU...
-Estratto dell'articolo di Paolo Benanti,Sebastiano Maffettone per il “Corriere della Sera”
«Non stiamo più assieme, rivoglio indietro le mie cose che ho lasciato nell’appartamento».
[…] Spesso i rapporti sentimentali vivono momenti di crisi se non rotture definitive. […] Capita, come sappiamo. […] Meno usuale è, invece, quanto è successo la scorsa settimana a New York a tale Nick Spreen, un professionista del software.
Spreen, infatti, si è visto recapitare un messaggio come quello da cui abbiamo iniziato sul suo iphone 15 pro speditogli da Apple, meglio dalla Apple intelligence text summary. In sostanza, il testo scritto da Apple è un riassunto redatto estraendolo dall’insieme degli ultimi messaggi che la compagna gli aveva inviato. Spreen […] ha deciso di twettare su X il messaggio, e — inutile forse sottolinearlo — questo è diventato subito virale. […]
Il sito arsTECHNICA, avendo notato la strana vicenda, ha rintracciato Spreen e gli ha chiesto se il messaggio Apple era corretto. L’intervistato ha risposto che sì, nella sostanza lo era. Anche se, come è ovvio, la vicenda era un po’ più complessa di così. Da notare, che ricevere il messaggio in automatico può avere anche qualche vantaggio. Per esempio, pone maggiore distanza tra noi e gli eventi, sovente tristi, di cui si parla. […]
Ma il problema che si pone più evidentemente è quello di fare passare comunicazioni strettamente personali come questa attraverso un meccanismo automatico come quello di Apple qui menzionato. […] Ci sono con ogni probabilità sensibilità umane che vanno rispettate, e richiedono uno sforzo empatico e personalizzato. Ma c’è di più: è possibile ridurre la complessità del vivente, e delle sue emozioni, a un meccanismo formale come quello di una machina per quanto sapiens?
[…] Se le macchine con l’intelligenza artificiale si fanno generative e capaci di lavorare il linguaggio, per l’essere umano il risultato può essere quello di essere esposto all’indicibile con la poesia o di vedere ferite le parti più profonde e preziose del nostro vissuto. L’inesorabile funzionare della macchina deve tenere conto del delicato esistere della persona. Altrimenti, se questo è il futuro che ci aspetta, forse è meglio pensarci bene….