COM’È MORTO “ER PATATA”? - LA PROCURA DI ROMA HA APERTO UN FASCICOLO PER MORTE COME CONSEGUENZA DI ALTRO REATO E LA POLIZIA HA SEQUESTRATO IL SUO CELLULARE: CHI GLI HA VENDUTO LA COCAINA E L’HASHISH RITROVATE IN CASA? È STATA UN’OVERDOSE? - PIERACCIONI, PARENTI E BOLDI LO RICORDANO AFFETTUOSAMENTE: ““ERA SEMPLICE, SOLARE, SIMPATICO, UN UOMO SENSIBILE, MODESTO E INGENUO”. BENE, BRAVI: MA PERCHÉ NESSUNO L’HA AIUTATO IN QUESTI ANNI? DOPO IL CARCERE, ROBERTO BRUNETTI È STATO ABBANDONATO DA TUTTI, COME HA RACCONTATO MOLTE VOLTE: IL CINEMA LO HA SCHIFATO, I VECCHI AMICI IGNORATO… - VIDEO
Camilla Mozzetti e Gloria Satta per “il Messaggero”
«L'ultima volta che l'ho visto sarà stato un paio di giorni fa: su per le scale con la bambina che correva e lui che le diceva aspetta nì che non ce la faccio, si fermava sempre per un saluto, una battuta, solo qualche sera fa avevo visto in tv un film in cui c'era lui, gliel'avevo detto e mi rispose, signò, sono finiti quei tempi».
Alle dieci del mattino in quel cortile di case popolari a pochi metri dalla stazione Tiburtina si sente solo il silenzio. Non c'è più il frastuono di sirene, di urla disperate, delle ruote di una barella che sbattono sul selciato portandosi via il corpo ormai senza vita di Roberto Brunetti, 55 anni.
Er Patata, così era conosciuto l'attore di natali romani, che da ultimo aveva dato il volto ad uno dei fratelli Buffoni nel film diretto da Michele Placido Romanzo Criminale. Il suo corpo è stato trovato venerdì sera, intorno alle 22, riverso supino sul letto, coperto soltanto da un lenzuolo: il cuore non batteva più da diverse ore.
La scoperta è stata fatta perché l'ex compagna ed alcuni parenti non lo sentivano da giovedì sera e preoccupandosi, hanno chiamato le forze dell'ordine.
Così al terzo piano di quell'edificio con le porte che affacciano sui ballatoi pieni di stendini e fiori poco curati, sono arrivati anche i vigili del fuoco che hanno sfondato la porta.
Da qui le urla della sorella e dell'ex compagna che sono rimbalzate per tutto l'edificio. Ma nessuno degli altri condomini poteva credere che Er Patata fosse morto. «Pensavo ad un incidente domestico - ricorda Marco Ricciotti, suo vicino - credevo che una donna si fosse scottata perché urlava, non pensavo proprio ad una cosa del genere». In casa di Brunetti la polizia ha trovato tracce di cocaina su un tavolo e due panetti di hashish nonché un bilancino di precisione.
LA DROGA
Con la droga l'attore aveva combattuto in passato. Legato per tanti anni alla collega Monica Scattini, scomparsa nel febbraio 2015, Er Patata era stato arrestato per possesso ai fini di spaccio di stupefacenti. Nel 2009, infatti, a seguito di un controllo i carabinieri trovarono nel suo appartamento due panetti di hashish. Nel 2017 fu arrestato mentre acquistava della cocaina.
La sua carriera cinematografica ne risentì al punto che l'attore, da tempo lontano dagli schermi, percepiva il reddito di cittadinanza e da qualche mese lavorava in un ristorante di Trastevere. La Procura ha aperto un fascicolo per morte come conseguenza di altro reato mentre la polizia ha sequestrato il cellulare al fine di ricostruire telefonate e messaggi e capire da chi Brunetti abbia acquistato la droga.
Non si può escludere - ma sarà l'autopsia a dirlo nei prossimi giorni - che sia stata fatale un'overdose. Intanto il mondo del cinema ricorda Er Patata anche con tristezza.
«Fu Giovanni Veronesi, che lo conosceva come compagno di Monica Scattini, a suggerirmi di prenderlo per il ruolo del fidanzato agli arresti domiciliari di Barbara Enrichi - ricorda Leonardo Pieraccioni che lo fece esordire come attore in Fuochi d'artificio - Prima di proporgli il film, lo invitai a cena per studiarlo e capii che era perfetto.
Lui si adattò subito al set, si divertì molto e, mantenendo i piedi per terra, cominciò a pensare al cinema come sbocco professionale. Era semplice, solare, simpatico. La sua morte mi addolora molto».
Neri Parenti lo volle in Paparazzi: «Dopo averlo visto in Fuochi d'artificio, lo scritturai per il ruolo del paparazzo nipote di Christian De Sica. Bravissimo in cucina, sul set ci preparava delle cene favolose. Giravamo a Porto Rotondo e ogni giorno, dopo le riprese, andava sul pontile per dar da mangiare ai pesci - ricorda il regista - Malgrado il fisico massiccio, era un uomo sensibile.
Monica Scattini e lui, così diversi, formavano una coppia apparentemente improbabile, ma si amavano molto».
In molti non dimenticheranno la sua allegria «Era simpatico, modesto, anche un po' ingenuo: in albergo venne a sbirciare se avevo la camera migliore della sua... - aggiunge Massimo Boldi - quando giravamo la serie Un ciclone in famiglia, accompagnava sempre Monica Scattini. Se ne sono andati entrambi troppo presto».