COM’È POSSIBILE CHE NESSUNA TELECAMERA ABBIA RIPRESO IL KILLER DI SHARON VERZENI? – INTORNO ALLA SCENA DEL DELITTO DELLA 33ENNE, UCCISA A COLTELLATE A TERNO D’ISOLA IL 30 LUGLIO, CI SONO CIRCA 60 VIDEOCAMERE, PUBBLICHE E PRIVATE, MA NESSUNA MOSTRA L’OMICIDIO O L’ASSASSINO DELLA DONNA. NELLE UNICHE IMMAGINI IN MANO AGLI INVESTIGATORI SI VEDONO LA BARISTA CAMERIERA POCO PRIMA DI ESSERE UCCISA E UN "UOMO IN BICICLETTA”, ANCORA NON IDENTIFICATO - LE POSSIBILI VIE DI FUGA, LONTANE DAGLI “OCCHI ELETTRONICI” SONO TRE...
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1. SHARON, IL DELITTO E LA FUGA DEL KILLER IN QUEGLI 850 METRI SENZA TELECAMERE
Alfio Sciacca e Giuliana Ubbiali per il “Corriere della Sera”
Difficile immaginare che abbia calcolato tutto nei minimi particolari. Più realistico ipotizzare che sia stato solo aiutato dal caso. È certo comunque che l’assassino di Sharon Verzeni non ha ancora un volto anche perché ci sono ampie porzioni del percorso fatto, per uccidere e poi scappare, che non sono coperte da telecamere, almeno pubbliche.
È scoperta non solo via Castegnate intorno al civico 32, dove è avvenuto il delitto, ma anche una parte della stessa via e, soprattutto, due ipotetiche vie di fuga. Due tracciati alternativi di circa 850 metri. […] Al momento l’unica sequenza utile per tentare di dare un volto al killer sembra essere quella della telecamera che, a 400 metri dal civico 32, riprende l’uomo in bici. Un’immagine sgranata dell’assassino in fuga dopo il delitto o solo di un testimone. […]
Ma il killer potrebbe aver seguito due diverse vie di fuga, alternative tra di loro. Una, della quale si era già parlato, è quella che, attraverso un cortile condominiale di via Castegnate, sbuca su via don Rota e poi su un’ampia zona a verde. Tutto senza alcuna telecamera. Ma c’è anche un’altra ipotetica via di fuga. Ed è quella che dal luogo del delitto, attraverso via Primo Maggio, porta su via Casolini. Una strada alberata che arriva sino a via Delle Gere e su via Merelli, dove al numero 28E viveva Sharon con il compagno.
Solo un tracciato. Nulla di più. È bene sottolinearlo: Sergio Ruocco non è indagato e fino a ora non c’è neppure un indizio a suo carico. «Non poteva certo volare», continuano a ripetere gli inquirenti, a conferma del fatto che ritengono che lui quel tratto di strada non l’abbia mai fatto.
«Lungo quel percorso — tengono a precisare — ci sono infatti anche telecamere private che non sono ben visibili dalla strada».
[…] Ruocco continua a mostrarsi sereno, nonostante la pressione dei media. […] E ripete: «Non penso che sia una persona che noi conosciamo». Dai racconti dei vicini di casa vengono invece ricostruite meglio le abitudini di Sharon. Quelle passeggiate notturne non erano un fatto eccezionale. «La vedevamo spesso uscire tardi la sera, faceva praticamente sempre la stessa strada — affermano —. Anche in inverno si incamminava al buio con il piumino addosso».
2. SHARON, TUTTI I PUNTI OSCURI RUOCCO: È STATO UN ESTRANEO
Estratto dell’articolo di Claudia Guasco per “il Messaggero”
Giorno numero ventisette dall'inizio delle indagini. Sergio Ruocco, compagno di Sharon Verzeni massacrata con quattro coltellate in via Castegnate a Terno, rientra a Bottanuco nella villetta della famiglia della compagna uccisa, dove abita in pianta stabile dalla notte del delitto. «Spero che i carabinieri trovino alla svelta l'assassino: noi non possiamo aiutarli più di tanto. Quello che sappiamo l'abbiamo già detto. Non credo comunque sia una persona che noi conosciamo», afferma.
LE PRESSIONI
Parla al plurale, Sergio. Lasciando intendere che come lui la pensano il papà di Sharon, Bruno, e la mamma Maria Teresa Previtali, il fratello e la sorella. «Siamo sicuri che non sia stato Sergio: è stato qualcuno che non la conosceva così bene, anche se non saprei chi. Penso di tutto e di più, faccio tutte le supposizioni di questo mondo. Sergio è tranquillo e lo siamo anche noi. Tra lui e Sharon non c'erano attriti», ribadisce Bruno tornando a casa con Ruocco, sempre al suo fianco. […]
Ruocco, come riferiscono i carabinieri a ogni suo ingresso al comando provinciale, non è indagato. «Non prevediamo svolte a breve termine», si sbilanciano in negativo gli inquirenti. Ogni strada è aperta. […] Anche se, come riflette Mirko, fratello di Sergio, «quando muore una donna il compagno è sempre il primo sospettato».
E infatti gli spostamenti dell'idraulico, la sera del 30 luglio, vengono ricostruiti al secondo. Quando Sharon è uscita a mezzanotte per andare a camminare, lui ha messo a verbale che stava dormendo. La barista ha percorso 2,7 chilometri, ma via Castegnate in linea d'aria dista solo 650 metri: Sergio avrebbe avuto tutto il tempo di tornare a casa e infilarsi nel letto prima dell'arrivo dei carabinieri.
Però, fino a questo momento, l'analisi dei filmati delle telecamere non ha restituito la sua immagine: non lo riprendono gli impianti di videosorveglianza puntati sul cancelletto, né quelli sparsi per il paese. Anche se un punto cieco esiste. Le telecamere lasciano scoperta una porzione di strada in via Merelli e sul retro della casa ci sono solo campi. Una siepe li separa dalla villetta, ma se Ruocco l'avesse scavalcata sarebbero rimasti segni che gli investigatori non hanno trovato.
IL DNA
La mappatura genetica che sta effettuando il Ris sugli abiti di Sharon, sul suo corpo, sulle cuffiette che usava quella sera per ascoltare la musica e sulle macchie di sangue in via Castegnate potrebbe fornire informazioni utili. Le oltre cento audizioni di chi la conosceva e dei residenti potrebbero fare emergere dettagli importanti sulle sue relazioni e sui possibili testimoni dell'omicidio, a cominciare dalla figura in bicicletta contromano ancora senza un nome. […]
3. SESSANTA TELECAMERE INTORNO A SHARON COSÌ IL SUO ASSASSINO SI È RESO INVISIBILE
Estratto dell’articolo di Ilaria Carra per “la Repubblica”
Chi ha ucciso Sharon Verzeni? Lo si cerca nelle oltre cento audizioni in caserma, e nelle cento ore di filmati della notte del 29 luglio scorso estrapolati dalle 60 telecamere, pubbliche e private, attorno alla scena del crimine. […] Dalla quarantina di sagome immortalate, in un mese trenta sono state identificate: dieci, a oggi, sono ancora senza un nome. […] Come non c’è un’immagine delle quattro coltellate mortali, né un testimone oculare dell’aggressione.
Ci sono invece buchi nelle telecamere sul suo percorso. E forse angoli ciechi nell’obiettivo elettronico sotto casa. L’omicidio della barista […] inizia a somigliare a un delitto perfetto?
Sulla scena del crimine, nel punto in cui avviene, non ci sono telecamere. Il killer sapeva dove colpire e come muoversi? La certezza: Sharon Verzeni è stata vista viva l’ultima volta dalla telecamera di piazza VII Martiri. […]
Dalla piazza al luogo del delitto ci sono undici telecamere in 400 metri. L’ultima che conta è quella davanti al tabaccaio: quella che consegna agli investigatori l’immagine dell’uomo in bici che passa a quell’ora contromano, ancora non identificato. E che gli inquirenti presumono possa essere stato visto da un residente di 76 anni: prima avrebbe detto che dormiva, poi si è visto che la telecamera lo ha inquadrato sul terrazzo a fumare, girando la testa (è indagato per falsa testimonianza). In mezzo, tra la piazza e il tabaccaio, ci sono diversi metri di strada e buchi di copertura.
Sono tre le vie di fuga possibili.
La prima, dalla piazza, è quella del maxi condominio poco dopo la banca, un porticato buono per nascondersi e un grande cortile, nessun occhio elettronico e una strada discreta verso un parcheggio. Proseguendo, c’è via Primo maggio, sulla sinistra: la telecamera sulla villetta inquadra solo il giardino e non la strada e da lì, in un attimo, si arriva in via Rota. E poi non si può escludere, come fuga ipotetica, anche la strada senza uscita proprio davanti al punto dove Sharon è stata aggredita. Qualcuno, senza essere visto, potrebbe averla percorsa, per poi scavalcare nei giardini delle villette fino alla strada.
[…] Il compagno, Sergio Ruocco, non indagato ma ultimamente sempre in caserma, quella notte è stato trovato a letto dai carabinieri, arrivati dieci minuti alle 4. Tre ore dopo il delitto. Sul retro della villetta, c’è una siepe, e nessuna telecamera. Sul suo alibi si continuano a cercare maggiori certezze. […]