COME FACEVANO I FRATELLI BIANCHI A PERMETTERSI IL LORO ALTO TENORE DI VITA? A MILANO RACCONTANO AD ALBERTO DANDOLO CHE I DUE ARROTONDASSERO ANCHE CON CERTE AMMUCCHIATE NOTTURNE, INSIEME A SEXY FEMMINONE. CHE POI FOSSERO FEMMINE ANCHE SUL CERTIFICATO DI NASCITA, QUESTO NON È DATO SAPERLO... - LA NOTTE DELL'OMICIDIO DI WILLY STAVANO FACENDO UN'ORGIA AL CIMITERO. PERCHÉ NASCONDERSI NELLA NOTTE PER FARE SESSO? PER NON FAR VEDERE CON CHI SI APPARTAVANO? - IL PADRE RICEVE IL REDDITO DI CITTADINANZA MA VIVONO IN UNA VILLA ULTRA-PROTETTA E VIAGGIANO SU AUDI Q7 DA 75MILA
"QUANDO ARRIVAVANO NEI PUB, FACEVANO SPOSTARE LE AUTO PER PARCHEGGIARE IL SUV"
1. LE NOTTI BRAVE DEI FRATELLI BIANCHI, CON LA PASSIONE PER LE ''SIGNORINE''
Alberto Dandolo per Dagospia
Inutile negarlo, i fratelli Bianchi hanno suscitato oltre che sdegno e orrore anche una certa curiosità per la loro fissazione per il fisico e per il look, tra sopracciglia più curate di una diva, addominali scolpiti e costumini sempre arrotolati per mostrare il muscolo levigato e depilato.
Non è un caso se nella Milano della notte qualcuno li ricordi distintamente in occasione di certe gite che dalla provincia romana li spingevano fin nella capitale amorale.
Pare che si muovessero sempre accompagnati da affascinanti femminone. Che poi fossero femminone anche nel loro certificato di nascita, questo le nostre fonti non lo possono giurare.
Di sicuro, la loro fame di denaro non si esauriva con lo spaccio, ma pare venisse placata anche attraverso ad altre attività al limite della legalità e oltre il limite del piacere. Un piacere di coppia ma anche di gruppo, oltre i confini del genere.
Non è un caso se la notte dell'omicidio di Willy i due fossero impegnati in amplessi di gruppo al cimitero, come confermato da fonti investigative. La domanda che molti si sono fatti è: se questi maschioni sempre impegnati a ribadire pubblicamente la loro virilità (la violenza espressa spesso nasconde qualcos'altro di represso), come mai si nascondevano in un cimitero per fare sesso? I mezzi per affittare uno scannatoio non gli mancavano: viaggiavano su una Audi Q7, prezzo di partenza 75mila euro.
Solo che un pied-a-terre a Colleferro o Artena sarebbe stato esposto a occhi indiscreti, soprattutto per il genere di compagnia che i fratelli avevano scelto nelle loro notti proibite e annaffiate da polverine di vario tipo. Il buio e il silenzio del cimitero sono perfetti per nascondere certi segreti inconfessabili…
L'ARANCIA MECCANICA DEI FRATELLI BIANCHI - HANNO PRECEDENTI PER RISSA, LESIONI, DROGA E ARMI "QUANDO ARRIVAVANO NEI PUB, FACEVANO SPOSTARE LE AUTO PER PARCHEGGIARE IL LORO SUV"
Fabio Tonacci per la Repubblica
«Sono venuti, hanno fatto casino, hanno ruttato e sono ripartiti, sgommando col Suv. Come cani che hanno appena pisciato su un territorio ». La sintesi fulminante di Stefano Sorci, gestore del pub "Macellerie Sociali" a Giulianello, contiene anche la metafora migliore per raccontare i fratelli Bianchi, i loro compari artenesi e una stagione di ultraviolenza che andava avanti da due anni.
Con la prepotenza coatta dei fisici scolpiti dall' Mma, le risse, lo spaccio, il disprezzo delle regole della convivenza civile (comprese quelle anti-Covid) hanno marcato il territorio a ridosso dei Castelli Romani, lungo la provinciale 600 che collega Velletri, Lariano, Artena e Colleferro. Un pezzo di agro laziale a sud di Roma dove viveva anche Willy Monteiro Duarte, pestato a morte la notte del 5 settembre.
Andando a consultare il certificato dei carichi pendenti e la lista dei precedenti di polizia di Gabriele e Marco Bianchi, arrestati insieme a Mario Pincarelli e Francesco Belleggia con l' accusa di omicidio volontario, si scopre che le nove denunce a carico dei fratelli sono concentrate negli ultimi due anni.
Come se avessero deciso, all' improvviso e contemporaneamente, che era venuto il momento di usare in strada ciò che il loro maestro di Mma gli aveva insegnato in palestra. Che quei pugni e quei calci portati con precisione chirurgica e violenza ferina, insomma, potevano diventare armi di offesa anche fuori dal ring.
È con una rissa davanti a un pub di Velletri, il 5 maggio del 2018, che Marco Bianchi, classe 1996, fa il suo esordio nella cronaca giudiziaria. Sono coinvolti in sei, tutti arrestati. «Litigio scoppiato per futili motivi», scrive il gip che li scarcera dopo una manciata di ore, e il pensiero torna ancora a Willy, pure lui vittima della brutalità eccitata da motivi futili.
Dopo Velletri, il campione di Mma colleziona tra Lariano e Artena altre due denunce per lesioni, una per spaccio di droghe pesanti e una violazione amministrativa: lo beccano a girare per strada in pieno lockdown senza una motivazione plausibile. Non sta certo andando a lavorare, è disoccupato, nonostante su Facebook ostenti orologi, moto e un tenore di vita superiore al livello che il suo reddito permetterebbe.
Appena meno lunga la lista dei precedenti di polizia, quattro, accumulati nello stesso periodo dal 26enne Gabriele Bianchi: un episodio di minacce, lesioni, stupefacenti e anche porto abusivo di "oggetto atto ad offendere". Si tratterebbe di una lama, di piccole dimensioni, comunque pericolosa.
I testimoni che sono a Colleferro il 5 settembre scorso lo indicano come il primo assalitore di Willy, seguito dal fratello e da Mario Pincarelli. Già, Pincarelli. Il 21 agosto scorso getta a terra e ricopre di insulti un vigile urbano di Artena, "reo" di avergli ricordato l' uso obbligatorio della mascherina. Per dire.
Quando sono in branco, gli artenesi devoti ai fratelli Bianchi sono così: spavaldi, rabbiosi, prevaricatori.«Chi è che comanda qua?», urlano, entrando in un locale nuovo quando c' è da colonizzarlo. «Ci tengo a dirti chi sono e devo capire chi sei tu». Il gergo del boss di provincia, l' insolenza del ras di quartiere.
Talvolta li vedono costringere qualcuno a spostare la propria macchina, per far posto al loro Suv. Lo fanno sghignazzando, spintonando e umiliando. A loro carico non risultano condanne. Le nove denunce, i due processi in corso e le istruttorie aperte in procura sono una fotografia comunque incompleta delle scorribande dei fratelli Bianchi, simili nel fisico e nella prepotenza tanto da essere chiamati "i gemelli di Artena": molti degli aggrediti, infatti, sono stati zitti.
Perché i "gemelli" - stando ai racconti nei bar del paese - menano e poi ti ordinano di tenere la bocca chiusa. «Altrimenti la prossima volta è peggio». È stato zitto anche un giovane giocatore di baseball di Colleferro, che sostiene di essere stato pestato da uno dei due Bianchi ma di non avere avuto il coraggio di andare dai carabinieri.
«Questi sono come i Casamonica», si giustifica. «Sanno dove abito...».