COME MAI PAPA FRANCESCO STA ZITTO SU HONG KONG? – BERGOGLIO HA MANDATO UN MESSAGGIO GENERICO E SOLO ALLA GOVERNATRICE CARRIE LAM (MESSA LÌ DA XI JINPING) PERCHÉ NON VUOLE INDISPETTIRE IL PARTITO COMUNISTA E L’ACCORDO RAGGIUNTO CON IL GOVERNO DI PECHINO – E QUINDI NON HA APERTO BOCCA SULLE VIOLENZE CONTRO I MANIFESTANTI, MA SI È LIMITATO A PARLARE DI “BENESSERE E PACE”
-Franca Giansoldati per “il Messaggero”
Una parola di troppo su Hong Kong nei telegrammi che il Papa manda abitualmente ai governi dei paesi che sorvola quando è in viaggio, avrebbe potuto mandare all' aria il fragile accordo con il governo di Pechino. Un termine sbagliato avrebbe rischiato di guastare, se non addirittura compromettere la friabile intesa siglata «ad experimentum» l' anno scorso.
Così ha scelto una formula neutra e priva di commenti su quello che sta succedendo nell' ex protettorato britannico pur di non intaccare il cammino intrapreso in Cina dove Francesco si sta giocando la normalizzazione della Chiesa clandestina, quella ancora considerata illegale dal governo ma in futuro destinata a integrarsi con la cosiddetta Chiesa patriottica, sotto il controllo del partito comunista.
IL DILEMMA
Il dilemma che si è trovato a gestire Papa Francesco non era facile e riguardava i testi dei messaggi da inviare ai governi di Pechino, Hong Kong e Taiwan, visto che il tragitto aereo da Bangkok a Tokio prevedeva l' ingresso nei rispettivi spazi aerei. Alle 10,20 ha sorvolato la Cina, alle 10,45 Hong Kong e alle 11,45 Taiwan.
Considerando il braccio di ferro in corso tra Pechino e l' ex protettorato britannico ma pure quello con Taiwan, l' isola ribelle che la Santa Sede riconosce come uno stato - la grana da sbrogliare non era di poco conto. La Santa Sede ha sempre evitato di fare commenti sulla violazione dei diritti umani ad Honk Kong e sulla la rivoluzione degli ombrelli.
Così come non ha mai espresso giudizi sulle continue minacce dei cinesi contro Taiwan. La soluzione individuata da Francesco di fatto era senza via d' uscita. Il testo della Cina era l' unico che includeva la parola «nazione», cosa non da poco per le orecchie cinesi. («Invio cordiali saluti a sua eccellenza il presidente Xi mentre volo sopra la Cina verso il Giappone. Assicuro le mie preghiere alla nazione e al suo popolo, invocando sopra ognuno di voi abbondanti benedizioni per la pace e la gioia»).
I MESSAGGI DI PACE
Con Hong Kong e Taiwan si è limitato ad mandare generici auspici di benessere e pace per «tutti i cittadini» ma senza fare alcun cenno alle ultime vicende, alle brutalità che sono cresciute, fino alla guerriglia attuale. Sinora il Papa e i suoi diplomatici hanno scansato i problemi evitando di esporsi su un tema che irriterebbe i nervi scoperti cinesi. Quest' estate è stata eloquente la reazione del ministro degli esteri vaticano, monsignor Gallagher. Durante il Meeting di Rimini era stato avvicinato per commentare la rivoluzione degli ombrelli. Alla domanda della giornalista il prelato è quasi impallidito, ha balbettato che non ne sapeva niente e si è dileguato, lasciando i presenti sbalorditi. Uno dei sogni nel cassetto di Papa Francesco è di poter mettere piede a Pechino. Al momento però questo sogno sembra destinato ad aspettare ancora.
Oggi, intanto, il Pontefice sarà ad Hiroshima e Nagasaki, dove pregherà per le vittime del bombardamento e lancerà un messaggio sul disarmo nucleare.