Estratto dell’articolo di Laura Larcan per “il Messaggero”
GISELLA CON SUO MARITO DAVANTI ALLA MADONNA DI TREVIGNANO
Diceva Fellini che almeno una volta su mille i miracoli accadono davvero. E chissà cosa si è disposti a credere per la Madonna di Trevignano che ha calamitato tanta attenzione pubblica e mediatica, attirando nel borgo sul lago alle porte di Roma, folle di pellegrini da tutta Europa, anche se molti cittadini restano scettici.
Fede o scienza, lacrime autentiche o suggestioni da effetti speciali? Fatto sta che sarà istituita una commissione diocesana per una «indagine previa» sulla statua comprata nel 2016 a Medjugorje dai coniugi siciliani Gisella (mistica e veggente) e Giovanni, che ha dapprima pianto lacrime e poi sangue.
La decisione arriva direttamente da Marco Salvi, il nuovo vescovo di Civita Castellana, appena insediatosi, a cui appartiene il paese che si affaccia sul lago di Bracciano. Sotto i riflettori, il volto della Madonna di Trevignano che si sarebbe più volte bagnato di lacrime di sangue e il giorno "3" di ogni mese, da quasi cinque anni, […]
Un fenomeno da prendere sul serio? Il vescovo, fresco di nomina, osserva: «Sono arrivato da un mese. Sto istituendo una commissione diocesana per una indagine previa». L'obiettivo è fare piena luce sul fenomeno. E non può che essere interpellato il vescovo emerito di Civita Castellana, monsignor Romano Rossi, che negli ultimi anni ha guidato la diocesi: «Il mio sostegno è sempre stato per il rosario non per le apparizioni sulle quali nessuno mai si è pronunciato. Il mio assenso in questi anni era puramente legato alla recita del rosario, non alle presunte lacrime». […]
A volerci vedere chiaro è ora il vescovo che ha preso il testimone di Rossi: sarà istituita una commissione diocesana per mettere in campo un'indagine. «La commissione farà quello che deve fare», commenta di rimando il vescovo emerito che puntualizza che il fenomeno della Madonna non vede tanto coinvolta la comunità di Trevignano: «Il paese ne è quasi completamente estraneo. Vengono per lo più da fuori». Chissà se Fellini gli avrebbe dedicato un film. Non a caso la sua "Dolce vita" inizia proprio con la scena di un miracolo.
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