CONDANNATI ALL'ERGASTOLO I DUE 16ENNI CHE HANNO UCCISO LA COETANEA BRIANNA GHEY, LA RAGAZZA TRANSGENDER AMMMAZZATA IN UN PARCO IN INGHILTERRA CON 28 COLTELLATE - LA VITTIMA SAREBBE STATA UCCISA PER IL DELIRANTE DESIDERIO DEI DUE KILLER DI PROVARE LA SENSAZIONE DI TOGLIERE LA VITA A UNA PERSONA - I GIOVANI ASSASSINI ERANO OSSESSIONATI DAI SERIAL KILLER E GUARDAVANO VIDEO DI TORTURE SUL DARK WEB E AVEVANO PIANIFICATO IL DELITTO IN CHAT: " VEDIAMO SE URLA COME UN UOMO O COME UNA DONNA"

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Estratto dell'articolo di Enrico Franceschini per www.repubblica.it

 

brianna ghey 2

Un ragazzo e una ragazza di sedici anni sono stati condannati all’ergastolo per il feroce omicidio di una loro coetanea transgender, Brianna Ghey, uccisa con ventotto coltellate lo scorso febbraio a Warrington, una cittadina dell’Inghilterra fra Liverpool e Manchester. […]

 

La giuria ha espresso il verdetto di colpevolezza dopo quattro ore di dibattito, dopo che era stata considerata, ma respinta, l’ipotesi di infermità mentale per Girl X e Boy Y, come sono stati identificati gli imputati per proteggerne la riservatezza trattandosi di minorenni, come prevede la giustizia inglese. Il giudice ha anticipato che li condannerà probabilmente al carcere a vita, ma la sentenza sarà resa formalmente nota il mese prossimo. […]

 

omicidio brianna ghey 2

La polizia del Chesire, la regione in cui è avvenuto l’omicidio, ha affermato nel corso del processo di non credere che Brianna sia stata uccisa perché era transgender, bensì soltanto per il delirante desiderio dei due imputati di provare la sensazione di uccidere. Al processo è emerso che Girl X era affascinata dai serial killer e guardava video di torture sul cosiddetto “dark web”. Era amica di Brianna da mesi, poi un giorno ha cominciato a pianificarne l’omicidio insieme a Boy Y, che definiva Brianna “una preda” e diceva di voler vedere se avrebbe gridato “come un maschio o come una femmina” mentre la pugnalavano.

 

omicidio brianna ghey 3

Amici fra loro da quando avevano undici anni, Girl X e Boy Y si sono accusati a vicenda durante il processo. Quando è stato messo a confronto dalla polizia con le prove che aveva partecipato al delitto, Boy Y ha smesso di parlare e da quel momento non ha più aperto bocca. Da allora parla soltanto con la propria madre, al punto che, con una procedura del tutto insolita in materia giudiziaria, al processo è stato permesso al pubblico ministero e agli avvocati difensori di interrogarlo con domande scritte, alle quali lui rispondeva per iscritto. La ragazza e il ragazzo non si sono mai rivolti la parola in aula e hanno perfino evitato di guardarsi in faccia.

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